Capitolo 32

622 35 23
                                    

Frida fu svegliata da una forte stretta al braccio che la spostò lontana dalla cella di Loki e dal gelido pavimento su cui stava dormendo. Dolorante e confusa scattò in piedi, placcata dalle guardie che le impedirono di vedere Laufeyson libero dalla sua prigione ma incatenato sotto la mano degli uomini di Odino, anche lui svegliato nello stesso sgradevole modo.

«Dove lo portate?!» urlò la ragazza ai due grossi uomini che facevano da muro davanti a lei, impedendole di seguire Loki.

Infuriata e terrorizzata per non aver ricevuto nessuna risposta, Frida tirò un pugno in faccia a uno dei due uomini, proprio nel punto in cui il pesante elmetto di guerra non lo proteggeva, facendolo imprecare a bassa voce.

«Non lo ripeterò ancora, dove portate Loki?!» l'ultima parola venne urlata con un aggressività quasi animalesca.

Continuando a massaggiarsi il naso, la guardia quasi divertita dalla ridicola ragazzetta mugugnò irritato: «Lo giustiziano, Odino e tutta la corte lo attente.»

Frida si pietrificò di colpo, totalmente sotto shock. Aveva tenuto dentro di se la speranza che quella tremenda punizione in realtà non succedesse davvero.

«Odino non vuole che tu assista.» aggiunse freddamente l'altro uomo che aveva gli occhi di un azzurro particolarmente chiaro, quasi bianco.

Di scatto la riccia voltò la testa verso di lui, chiedendo impietosita: «Perché? Fatemi parlare con qualcuno! Fatemi parlare con...» furbamente decise di mantenere la lucidità, o almeno di provarci, pensando immediatamente ad una persona che avrebbe potuto aiutarla.

«Portatemi da Balder.»

«No, resti qui, sotto gli ordini di Odino, finché il condannato non verrà giustiziato.» la fermò compiaciuto il malcapitato che aveva ricevuto il pugno.

Sconvolta da quella imposizione restò pochi istanti ferma e guardare i due con sguardo da vittima, in realtà, studiando nei minimi dettagli ogni loro movimento. I pugni chiusi, le braccia distese lungo i fianchi ed il cuore che quasi esplodeva nel petto Frida prese una piccola rincorsa e si fece scivolare in una frazione di secondo nell'impercettibile spazio fra l'uomo dagli occhi color ghiaccio e la parete, liberandosi dall'angolo in cui l'avevano messa con le spalle al muro.

Senza voltarsi corse più velocemente possibile; le ginocchia stavano per abbandonarla, le caviglie sembravano quasi che si stessero per spezzare ad ogni scalino che saliva, che la riportava alla libertà. L'abito dalla gonna lunga era una zavorra, la ostacolava così come quei ridicoli sandali la rallentavano nella corsa. Sentiva dietro di se i passi pesanti delle guardie, delle loro armature sbattere contro il pavimento. Con il cuore in gola e il respiro irregolare, svoltò a sinistra del corridoio, quasi scivolando sullo splendente marmo a scacchi, scontrando, non pochi passi più avanti, Balder.
Chiuse gli occhi istintivamente, sbattendo la faccia contro il possente petto di Balder, che immediatamente evitò che cadesse all'indietro prendendola per le spalle.

I due uomini si fermarono immediatamente, mentre la ragazza si voltò terrorizzata, pronta a scappare di nuovo come una gazzella.

«Mio signore, è fuggita dalle prigioni.» si spiegò l'uomo con il naso gonfio.

«Chi ha dato l'ordine di chiuderla nelle carceri senza aver commesso nessun reato?» domandò in tono di rimprovero il figlio di Odino, che si fece avanti sicuro, spingendo la ragazza alle sue spalle.

«Odino.» rispose intimorito il ragazzo dagli occhi chiari, perché, adesso che Frida lo guardava meglio mentre riprendeva fiato, notò quanto fosse davvero giovane.

«Stavo per raggiungervi e portarla con me, ordini proprio di Odino, potete andare adesso.» il tono di Balder diventò più calmo e disinvolto, facendoli andare via.

Frida - La runa di Loki ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora