ATTO III - Capitolo 36

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In quattro anni erano cambiate parecchie cose. Frida tatuava le persone per mestiere, ma arrotondava i guadagni facendosi commissionare dipinti su tela. Il progetto di andare ad abitare assieme ad Axel era sempre più vicino, ed anche se c'erano state tante novità positive nella vita della ragazza altrettante erano state quelle negative.

La sua salute compromessa le aveva portato molta sofferenza e diverse complicazioni, prima fra tutte la perdita massiccia dei voluminosi ricci.

Frida era stata costretta a tagliarli corti fino alla lunghezza del mento ed a lisciarli per farli sembrare più ordinati e corposi. Da quel brutto momento però Frida si era risollevata come ogni volta, con Axel al suo fianco ed i capelli più lunghi e numerosi.

Il suo corpo sempre bello e scolpito era stato arricchito da un numero di tatuaggi che lei non credeva troppo alto. Una lunga frase alle costole del lato sinistro del corpo, le parole arte in corsivo dietro al collo e ali sulla schiena, disegni privi di colore sulle braccia che rappresentavano figure femminili storiche, come ad esempio tra loro il profilo bellissimo di Cleopatra e Iside che spiegava le ali, e poi ancora una mezzaluna sopra il gomito e la composizione di una ghiandaia imitatrice sul polpaccio, rami sottili con foglie e boccioli sopra le ginocchia e il nome di Loki scritto in runico attorno al dorso del braccio, più in alto del gomito, come se fosse un bracciale d'inchiostro. A dire il vero quel nome pareva davvero un gioiello quando Frida indossava i suoi due braccialetti in argento, che spostandosi raggiungevano l'altezza del tatuaggio confondendosi con esso. Aveva sempre quattro o cinque anelli alle dita, compreso quello ancora di ossidiana che le ricordava Loki, e al collo due collane, una d'oro e una d'argento, regalatale da Axel. L'orecchio sinistro pieno di anelli dorati e diamanti mentre quello destro padrone di un solo orecchino gemello e marchiato con altro inchiostro nero che rappresentava un occhio sottile e stilizzato.

Frida era molto più bella. Il viso da ragazzina si era affinato, e adesso quei suoi nuovi occhi azzurri sembravano esserle sempre appartenuti.

Dopo quattro anni dalla notizia della morte di Loki Frida lo pensava ancora, ma più raramente, convincendosi dell'unica verità di cui era a conoscenza, ovvero che il dio del caos fosse morto. In quel lungo lasso di tempo aveva spesso avuto l'impulso di inoltrarsi nel bosco e raggiungere Asgard attraverso quel passaggio segreto che solamente lei conosceva. Ma aveva scelto Axel, e non voleva più essere meschina con lui abbandonandolo. Frida era in perfetta simbiosi con il ragazzo, la sua vita andava come desiderava nonostante qualche intoppo, e le sue avventure mitiche sembravano ormai una fantastica memoria ricordata dalle rune sul suo corpo e dal potere di vedere le anime.

Frida aveva anche sperato che Loki si facesse, per così dire, "vivo" in uno dei suoi sogni. Pregava che il bacio magico che le aveva lasciato dietro all'orecchio funzionasse ancora e che il suo dio si procurasse al più presto una nuova ghiandaia imitatrice per contattarla. Ma Loki era stato dichiarato morto e Frida poco a poco se ne stava convincendo.

Quattro anni e quel giorno Frida si trovava per caso riunita all'aria aperta con i soliti amici al solito posto, usato dai ragazzi di ogni generazione per incontrarsi. Era tardo pomeriggio e l'aria di fine estate incominciava a farsi più fresca. Frida si riparò dal freddo nell'abbraccio di Axel che l'avvolse da dietro, alto e massiccio. Il discorso divertente con un amico aveva appassionato sia Axel che Frida, che a mente serena non si sarebbe mai aspettata quella sorpresa imminente.

Fu come se quella parte sensibile del collo colpita dal bacio vecchio del dio degli inganni venisse solleticata da un'aria troppo fredda. Frida si portò due dita in quel punto per accarezzarlo e ripararlo, voltando la testa verso la direzione da cui proveniva il vento. Stretta nelle braccia di Axel voltò solamente il capo, guardando in lontananza con gli occhi assottigliati e straniti. Il suo cuore iniziò a battere fortissimo, Frida faceva fatica anche a regolarizzare il respiro. Per fortuna aveva in viso i suoi sottili e dorati occhiali da vista, altrimenti avrebbe fatto più fatica a riconoscerlo. A diversi metri di distanza dal gruppo di ragazzi in piena conversazione era apparso dal nulla un uomo che indossava uno smoking nero. Frida ansimò a bassa voce, allontanando le braccia di Axel per avvicinarsi e vedere meglio lo sconosciuto. Più aumentava il passo maggiormente si definivano i lineamenti di quel viso bianco e spigoloso. I lunghi capelli neri tirati indietro furono la prova inconfutabile che Loki era stato identificato.

Frida - La runa di Loki ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora