Capitolo 15

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La giovane Frida non era mai stata in un bordello, ed in ogni caso, sulla terra non le sarebbe mai capitato di vederne uno di quel tipo.
Somigliava ad un impero maestoso e regale, quasi in certi aspetti la struttura e l'arredamento presentavano delle similitudini con palazzo di Odino.
Donne seminude aggraziate e maestose, potevano quasi definirsi emancipate; quel posto non era uno dei soliti bordelli sporchi e affollati in cui uomini ubriachi e puzzolenti andavano a riversarsi su puttane in condizioni scabrose. In effetti un principe come Loki era degno di frequentare solamente un regno di piacere come quello.
Uomini effemminati e di indistinguibile bellezza vagavano per l'enorme struttura, resi bellissimi e sensuali da veli rossi e neri, assieme a gioielli d'oro al collo, ai polsi e alle caviglie. I colori della loro pelle splendevano dal più pallido al più scuro, tutti quanti; uomini massicci e virili, donne di caparbia bellezza, ragazzi giovani. C'erano capelli che quasi sfioravano il pavimento, acconciati talmente bene che Frida, ingenuamente, pensò che fossero uno spreco, dato che per il loro lavoro si sarebbero di certo scompigliati.
Loki la teneva per mano con sicurezza e gelosia; una giovane e pura bellezza come Frida sarebbe stata un facile bersaglio per meretrici e uomini pronti a donarsi. In quel luogo si recavano anche donne per cedere alla carne maschile e femminile.
Un vero e proprio tornado che profumava di erbe stimolanti e scintillava di gioielli sui corpi nudi. Però Frida notò che in giro non c'erano coppie concretate nell'atto sessuale. Era assegnata una camera a tutti, e ogni fantasia e perversione trovavano sfogo nella riservatezza di quattro mura.
Ykaar salutò molte persone, scambiando un bel po' di baci con uomini e donne, sorridenti e gentili, particolari come artisti.
Frida, inaspettatamente per Loki, si mostrò curiosa e meravigliata in mezzo a quell'universo del tutto nuovo per lei.
«Liesmith!» quel nome venne pronunciato quasi fosse una venerata sorpresa da tutte le presenze ambigue in quel posto. Frida rise, gli occhi scintillavano.
I lombi di Loki tremarono, divennero acqua; una come Frida dove l'avrebbe trovata? Opposta a lui per la maggior parte degli ambiti ma immensamente consapevole e complice di lui sempre con la bontà che altalenava il suo carattere. Loki aveva trovato pane per i suoi denti, un'umana insignificante con tutte le qualità compatibili a lui.
«Liesmith, vuoi la tua solita stanza?» domandò Ykaar, tra le attenzioni spregiudicate di due ragazze dai seni scoperti.
Loki esitò. Di certo non voleva far credere a Frida di voler approfittare di lei in un contesto simile. La desiderava, più di ogni altra cosa, ma l'avrebbe aspettata e rispettata, a costo di lasciar correre anni interi.
La ragazza incalzò, con un sorriso caparbio e sicuro; «Certamente. Dobbiamo per caso rimanere qui in corridoio per tutto il tempo Loki?»
Il figlio di Laufey le sorrise. Le prese un fianco e la spinse a se per baciarle la fronte. Ykaar esultò maliziosamente, accompagnando i due nella fantomatica camera preferita da Loki.
La porta si richiuse alle spalle di Frida e le iniziarono a tremare le gambe. Sapeva che cosa sarebbe successo lì dentro, e lo voleva, con tutta se stessa.
Nervosa ma indifferente alla situazione, cercò di comportarsi normalmente finendo per rivelarsi un tenero disastro. Si gettò sul letto di peso rimbalzando e finendo per terra; ruzzolò sgraziatamente con le gambe per aria e i capelli ricci tutti disordinati. Loki corse subito ad aiutarla, scoppiando assieme a Frida in una grassa risata per la dinamica dell'evento.
Loki fece sedere Frida ai bordi del letto con più calma, accarezzandole un ginocchio. Si scambiarono qualche altra frecciatina e poi abbassarono lo sguardo, imbarazzati.

«Ti vedo nervosa.» le disse Loki con tono caldo. Frida arrossì di colpo, colpendo il profilo mostrato a Loki con i lunghi capelli.
«E per cosa?» rispose sorridendo.
«Non credere di essere costretta a far qualcosa qui, adesso, in questo posto. Venirci è stata un'idea avventata, possiamo andarcene se vuoi.» Loki cerco di rassicurala.
«Io non voglio, andarmene intendo.» Frida gli rispose diventando improvvisamente seria. Alzò il viso e guardò Loki dritto negli occhi.
Il dio rimase in silenzio, leccandosi le labbra sottili.
«Allora cosa vuoi?» la provocò, percependo la voglia di Frida.
Lei sospirò, non attese altro tempo ancora e si lanciò sulla bocca di Loki.
Da lì tutto si materializzò in paradiso, quello abituale dalle parte di Frida. Un paradiso illuminato dai bagliori dell'inferno, ma comunque un paradiso.
Loki le si gettò addosso, assetato e affamato di lei. Frida si sdraiò tra i cuscini lasciando che le mani del maggiore le accarezzassero i capelli e il viso, mentre tutti e due continuavano a baciarsi. Prima di allora le loro lingue non avevano superato quel tipo di limite adulto e bisognoso. I morsi sulle labbra e assaggiarsi in ogni angolo raggiungibile della bocca.
Loki scese via via lungo il collo di Frida, il fiato pensante e veloce a bruciarle la pelle. Di tutti i baci che inumidirono Frida, soltanto uno si prolungò e diventò viola, un livido poco arrossato segno del passaggio di Loki. Il corpo della giovane stava per subire una catastrofe meravigliosa che l'avrebbe segnata per sempre. Timidamente si lasciò spogliare da Loki, che la rispettò dolcemente con tutta la grazia concepibile. Frida arrossì, rimase lievemente rigida nel momento in cui si trovò nuda davanti a Loki, in verità, era la prima volta che veniva coinvolta in un contesto simile. Loki sopra di lei, sospeso con le forti braccia incarnò uno sguardo serio e rassicurante. Aveva tutti i capelli sciolti sulle spalle, e ondulati nel profumo irresistibile che lo rendeva la dipendenza di Frida. 

La ragazza prese a respirare più velocemente, nervosa, quando anche Loki si svestì sotto il suo sguardo. Frida non riusciva a comprendere più nulla, non capiva se quella fosse eccitazione o timore, se le piacesse o meno, e in un attimo tutti i suoi timori e le sue insicurezze vennero a galla. Toccò il viso di Loki, più correttamente, lo sfiorò con un calore impercettibile, tremando.

Frida tremava tutta quanta.

«Loki io sono vergine.» lo sbottò quasi fosse una sorta di difesa.

«Lo so, sta tranquilla.» lui la baciò piano sul viso, fino a riconquistarla con un appassionato bacio.

Frida gemette senza accorgersene, rilassandosi. Tutti i suoi nervi tesi si sciolsero, e con un mugugno d'approvazione fece capire a Loki il suo nuovo stato d'animo. Si aggrappò alla schiena del dio, tirando la testa indietro. Loki scese con la bocca seguendo il sentiero sul corpo di Frida che dal collo lo condusse fino ai seni. Li baciò con una devozione tale da farla sentire una divinità, proprio come lui. Loki si soffermò sui capezzoli turgidi e prese a succhiarli, facendo lamentare Frida a voce alta. Non soddisfatto da quei lamenti, senza preavviso, portò una mano tra le gambe della ragazza e vi accarezzò con i polpastrelli la parte alta del sesso. Frida era umida e gocciolante, e nel punto in cui Loki prese a massaggiarla con movimenti circolari e profondi, sentì un tale piacere che smettere di urlare fu impossibile. Loki sapeva cosa fare per soddisfarla a fondo, e mostrare le sue doti maestre nel sesso ad una vergine come Frida non faceva altro che eccitarlo ancora di più. Frida gli afferrò i capelli e da lì lui, immediatamente, con uno scatto da spezzarle il respiro, tolse ogni attenzione dal suo corpo per guardarla un momento negli occhi. Ciò che si disserro mescolando gli sguardi fu al pari di tutte le opere d'arte esistenti nell'universo.

Loki leccò l'addome piatto di Frida, graffiandola con il proprio respiro. Si soffermò sul pube e poi scese ancora, arrivando a poggiare la lingua sulla fonte del pacere di Frida. Le sue grida colme di goduria corrosero diverse cose; i suoi stessi polmoni, i pensieri di Loki, e l'odore del sesso accumulatosi in quella stanza.

Con le labbra Loki succhiò piano il punto salato e bagnato di Frida, che stava divorando voracemente. Un solo soffio di fiato in aggiunta, e la sensibilissima resistenza di Frida cedete. Lei si tirò a sedere in avanti, stringendo le gambe contro di Loki e gridando a squarciagola, intonando all'orgasmo. Ci vollero alcuni secondi prima che Frida si riprendesse da quella sensazione di spiazzante piacere. Seduta, nuda e ansimante, guardò con movenze feline Loki, che si leccava le labbra saporite da lei. Frida gattonò verso il dio inginocchiato sul materasso, mordendogli il collo tra baci e carezze al costato. Caparbia ed erotica, inesperta ma guidata dall'istinto, gli varcò le orecchie con la propria lingua, e gli morse i lobi fino a farlo vacillare. Loki rimase più che spiazzato da una reazione simile.

Frida, impaziente, lo spintonò a sedersi, sfilandogli con violenza i pantaloni. Loki la guardò impietrito, quasi quasi anche lui si sentiva vergine. Frida si trovò inizialmente in imbarazzo davanti all'erezione nuda di Loki, però non si scompose. L'afferrò con una mano e si chinò lievemente per far cadere sopra il glande un filo di saliva per inumidirlo. Muovendo lentamente la mano su e giù stretta al membro di Loki si accorse che quasi il dio si stava rilassando. Sapeva di dover mostrargli veramente ciò di cui era capace.

Frida si piegò tra le gambe di Loki, ad occhi chiusi. Senza esitazione leccò il suo sesso duro, per ingoiarlo subito dopo, sotto gli occhi attoniti di lui. Laufeyson le accarezzò il capo, cercando di allontanarla quando sentiva di star per giungere il limite del piacere. L'ultima cosa che voleva era sporcare quella bocca con il proprio seme. Ma Frida non sembrava proprio volerlo assecondare. Si tirò su con uno scatto provocatorio, mordendosi il labbro inferiore. Si avvicinò ai fianchi di Loki e vi si accavallò sopra. I loro sessi bollenti vennero a contatto in uno strusciarsi lento, che annebbiò entrambi. I loro visi erano vicinissimi, e la cosa più forte tra di loro era un abbraccio impossibile da sciogliere. Frida si calò lentamente, in modo tale da lasciare che, dolorosamente, il pene di Loki la penetrasse. Lui la strinse forte e le chiese più volte se ne fosse sicura, lei annuì senza fermarsi, rilassandosi e poi abbandonandosi.

Fu Loki a completare quell'opera, Frida da sola non ci sarebbe mai riuscita. Tra la dolcezza dei corpi e l'attrazione della carne, dolorosamente ma impossibile da rifiutare, i due godettero in un tempo breve del fascio di fuoco tra i loro organismi. Loki venne sul ventre di Frida, per prevenire ogni futura nascita ibrida.

E passarono tutta la notte abbracciati, a dormire come se fossero appena rinati.





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