Capitolo 45

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La tensione si era amalgamata alla fretta, creando un'orchestra composta dai nervi che scorrazzavano un po' ovunque.

Frida e Loki giunsero al silenzioso e deserto palazzo di Asgard, avvolto da un'atmosfera quasi tetra. La terrestre corse appresso a Loki che sapeva perfettamente da che parte andare. Il mantello del dio ondeggiava scompostamente tanto che la corsa sembrò una tempesta che agitava lo strascico come fosse una bandiera. Frida ansimava inumidendosi più volte le labbra bisognose di acqua, stringendo ancora in modo famelico la sua arma affilata.

Scesero di corsa una lunga scalinata; Loki non specificò che erano giunti a destinazione, nessuno dei due parlò per la travolgente impellenza. Frida corse qualche passo più avanti di Loki convinta che la loro ricerca dovesse ancora continuare. Ma né lei né Laufeyson si concessero un istante di riposo. Loki afferrò la corona di Surtur mentre era ancora in movimento. L'oggetto pareva una maschera, scura e ruvida, piuttosto grande ma resa ancora più ingombrante dalle due affilare corna.

Frida sorrise tra se e se, entusiasta che Loki avesse accaparrato il bottino, già spedita su per le scale a tornare indietro. Se non fosse che i passi di Loki alle sue spalle avevano smesso di far rumore, indizio che lui non la stesse più seguendo.

Frida si voltò di colpo con i piedi su due gradini diversi lasciando penzolare un braccio in balia della forza di gravità. Loki era rimasto indietro, quasi fosse incantato alla vista di un cubo di luce celeste. Frida non riconobbe l'oggetto da lontano, e nemmeno immaginò nella fretta il motivo della reazione di Loki.

«Loki! Che stai facendo?! Andiamo!» strillò scendendo di un passo ma già pronta e saltare e correre via.

Loki scosse il capo ed afferrò il tesseract. Per virtù della sua magia fece sparire il cubo dell'universo tra le sue mani. Strinse al petto la corona di Surtur che avrebbe scatenato il ragnarok e raggiunse Frida.

La loro navicella li aspettava, pronta per riprendere il volo non appena Surtur si sarebbe risvegliato. Frida aumentò il passo esageratamente, aveva paura di finire travolta dalla potenza del gigante di fuoco una volta consegnatogli il suo cimelio malefico.

Piantò i piedi a terra con un rumore sordo che fece eco tra le mura del bellissimo palazzo. Loki la raggiunse mettendosi un passo avanti a Frida.

Quattro morti evocati da Hela erano piazzati davanti a loro distanti appena un metro. La coppia respirò velocemente, quasi all'unisono. Era un grosso intoppo, entrambi ce l'avrebbero fatta ad abbatterli, anche se con grande fatica, il problema era il loro tesoro inestimabile per la missione. Quei colossi avrebbero potuto levarglielo di mano senza alcun problema.

Loki raddrizzò la schiena minacciando gli avversari con lo sguardo graffiante. Diede a Frida la corona senza nemmeno guardarla, tanto che lei dovette afferrare il pesante oggetto con goffaggine dato che le stava persino per cadergli in terra.

«Esci di qui e non farti prendere, a loro ci penso io.» le disse sfoderando dei lunghi coltelli affilati sbucati fuori da un velo di luce magico.

Frida scosse la testa; «Non voglio lasciarti qui da solo.»

«Devo convincerti con la forza ad andare?»

«Loki...» Frida strinse forte al petto la grossa corona del fuoco. Il suo cuore batteva così impetuoso da toccare persino le corna del loro bottino.

Loki la guardò voltando solo il capo in direzione di Frida. Le sorrise coi capelli neri e ricci sciolti da un lato e quegli occhi di smeraldo che risplenderono come acqua marina all'alba.

«Corri principessa, non c'è niente che ti possa fermare. Non è la guerra che deve farti paura perché la guerra sei tu.»

Frida serrò le labbra per fermare un singhiozzo commosso ed emozionato. Annuì in un sorriso sicuro afferrando la corona con le dita ricoperte di anelli tra cui quello di ossidiana.

Frida - La runa di Loki ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora