«Ventisei anni?!» sbottò Thor alzando troppo la voce. Frida sorrise rimproverandolo per il troppo baccano. Axel stava ancora dormendo.
«Proprio così, ed Axel ventisette, non siamo più dei ragazzini.» spiegò lei.
«Ne dimostri molti di meno.»
«E' la mia statura, sembro ancora una diciottenne.»
Il sole caldo del primo pomeriggio riscaldò il capo di Frida arrossandogli la punta del naso. Thor indossò gli occhiali da sole neri, sfilandosi la la giacca di lana vecchia e piuttosto maleodorante. Si erano seduti l'uno difronte all'altra su delle sedie bianche, separati da un tavolino basso in cui era posato un vaso di cristallo riempito d'acqua e margherite.
Frida si grattò un gomito approfittando di quella posizione per portarsi le mani alla bocca e mordendo così le corte unghia azzurre. Erano chiari gesti d'ansia, provata a tenere a bada. Il discorso dell'età di Frida era venuto fuori per rompere il ghiaccio, lei stessa non era voluta sembrare diretta nel domandare immediatamente a Thor cos'è che si era deciso.
«Non mi fa impazzire quella mezza luna al centro del petto. Non ti bastavano già le rune di mio padre e tutti questi affreschi che hai sulle braccia?»
«Suvvia non essere di altri tempi, ormai vivi sulla terra da un bel po', sono peggio i tuoi chili in più che i miei nuovi tattoo.» rispose Frida scherzando.
«Sei davvero» Thor fece una pausa per sorseggiare la birra dalla sua lattina «una gran stronza!» e poi scoppiò a ridere assieme a Frida.
«Ricordo ancora quando eri solo una ragazzina riccia lì a New York, senza tatuaggi né consapevolezze. Sei stata una folle a presentarti da Loki con un regalo dopo tutto quello che era accaduto.» continuò lui.
«Ci ho visto qualcosa in lui, non mi spaventava, anzi, credevo avesse bisogno di gentilezza.»
«Lo hai rovinato da quel giorno.»
«Oh no, quello a rovinarmi è stato lui!» Frida sorrise scuotendo la testa. Quei ricordi erano dolci e lontani.
«Sei stata una stella per lui, anzi, l'intera galassia.» Thor sembrò quasi volerglielo ricordare.
«Peccato che alla fine siamo diventati una supernova.» rispose lei malinconica.
«E' morto per provare a darci una possibilità, per dare a te l'occasione di vivere ancora. Ho spiegato proprio questo agli altri, tu devi essere partecipe di tutto questo, è quello per cui Loki si è sacrificato.»
«Non avrebbe dovuto farlo, avrebbe potuto trovare un altro modo.» ed ecco che le prime lacrime iniziarono ad infastidire gli occhi di Frida.
«Ma non lo ha fatto. Frida, manca anche a me, sapessi quanto. Mi sento la piena responsabilità di ciò che è accaduto.» Thor si porse in avanti nel tentativo di raggiungere Frida per consolarla.
«No Thor, no tesoro, non è stata colpa di nessuno, è questo ciò che ho capito durante questi cinque lunghi anni, è grazie a questa consapevolezza che sono riuscita a sopravvivere.» Frida serrò le labbra tremolanti asciugandosi il viso col dorso della mano.
«Abbiamo l'occasione di provare ad avere una vita migliore, di dare a tutto il mondo una speranza.» disse il dio.
«Thor credimi, però, se ti dico che non riesco a sopportare del tutto ogni cosa. Certe volte ho come la sensazione che lo stomaco mi si dilatasse, contraendosi terribilmente da un momento all'altro, come se avessi qualcosa dentro che cresce sempre di più e mi causa costante malessere. Combatto ogni giorno con questa sensazione, ma è frustrante. La sua morte è stata un fardello troppo grande da accettare.»
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Frida - La runa di Loki ✔️
Fiksi PenggemarFrida Anderson è abituata a storie per nulla semplici, ma quella in cui Loki ne diventa il protagonista è in assoluto la più avvincente. -Questa storia altro non è che una revisione di "The girl who play with cold", se la prima versione del racconto...