Thor giunse nella camera di Loki spalancando la porta, forse qualche ancella o inserviente gli aveva riferito ciò che era accaduto. La scena appariva straziante, quasi non voleva crederci, tante di quelle volte aveva creduto il fratello morto, forse anche questa volta era tutta una falsa, il solito piano di Loki per approfittarsene. Scostò Frida, premendo due dita sul collo del dio dal colorito grigio, sentendolo gelido e fermo. Morto.
Alzò gli occhi verso l'umana dal viso bagnato e rosso, parlandole con i suoi occhi azzurri increduli.
«Non..» balbettò il dio del tuono fissando la midgardiana «non riesco a credere che l'abbia fatto...per te.» Concluse, mentre Frida strizzò gli occhi, stringendo i pugni sul petto di Loki, continuando a piangere senza sosta.
«Forse potremmo...» Delirò Thor, scrollando subito la testa.
«Cosa?!» Strillò la terrestre disperata.
«Niente, sta parlando la parte disperata di me...»
«Thor! Dimmelo!»
Il figlio di Odino sospirò chinando il capo, dicendo a bassa voce, cercando di nascondere quelle parole a Balder che in quel contesto era davvero inappropriato; «Forse potremmo andar a prendere l'anima di Loki ad Hel, c'è un pozzo dove le anime sostano due giorni prima di vagare dannate per il regno dei morti...»
Improvvisamente l'espressione straziata di Frida si tramutò, la speranza aveva bussato alla sua porta.
«Cosa aspettiamo allora?!» Rimproverò voltandosi di fronte a Thor.
«Il regno dei morti non è un posto per i vivi!»
«Chi dice che io sia viva?! Un dolore così grande non l'avevo mai provato in tutta la mia vita, sono letteralmente morta dentro, Thor.» Trattenne le lacrime che stavano per ritornare a sgorgare sul suo viso, arrossandole gli occhi marroni.
«Se te la senti, posso portarti ad Hel, ma dovrai seguire alla lettera le mie istruzioni.» Disse serio.
«Verrai con me?» Chiese ostinata Frida.
«No, non posso. Mi è stato vietato l'accesso ad Hel da Odino da quando ha bandito i figli di Loki laggiù.»
Frida abbassò la testa spaventata; da sola, nelle tenebre del regno dei morti le sembrava un terribile incubo, ma l'amore per Loki era più forte del terrore.
«D'accordo, non preoccuparti, saprò cavarmela.» Sorrise svogliata.«Ti servono una corda, un'ampolla di vetro, ed una torcia, sarà molto buio lì sotto. Entrerai da una grande grotta, tutto sarà nero e umido, lungo un corridoio ampio di circa dieci metri; dopo aver superato questo dovrai entrare in uno squarcio nella parete, da dove proverrà una luce rossa. Non farti ingannare, quando entrerai sarà comunque buio. Fa silenzio, non svegliare il custode che sorveglia la porta degli inferi, e se dovesse accorgersi di te rispondi "Horn e Ruðr scorrano giù verso Hel." Dillo senza paura, non abbassando mai lo sguardo. Cammina sempre dritto, finché non dovrai attraversare un ponte. Non guardare giù, non farti distrarre dalle urla e dai pianti. Una volta attraversato il ponte, ti troverai in un altro corridoio, stretto e lungo. Sta lontana dalle pareti, non avvicinarti alle mura nere per nessun motivo. Giunta al termine del corridoio sarai arrivata alla meta. Lì arriverà la parte più difficile: lega la corda al bordo del pozzo e immergiti. Non sarà piacevole, le anime galleggiando fra melma e quello che sembra sangue. Tieniti stretta alla corda. Le anime cercheranno di trascinarti nel tentativo di liberarsi, scalcia più forte che puoi, e ricorda sempre che tu sei viva. Trovare Loki non sarà difficile, tieni il braccio teso, e urla il suo nome; dovrà riconoscere la tua voce, ma se non riuscirà a trovarti, sarà meglio indossare la collana che gli hai regalato, gli oggetti appartenuti ai defunti li attraggono. Quando afferrerà la tua mano stringila forte, ed esci dalla pozza. Vedrai la sua anima difronte a te, a quel punto stappa l'ampolla e porgila verso di lui, vi entrerà dentro, e tu dovrai chiuderla in fretta. Dopodiché non ti resta che tornare indietro. Tutto chiaro?» Spiegò Thor a Frida, durante il tragitto verso il regno dei morti, terminando il suo racconto quasi omerico una volta arrivati davanti la buia caverna.
«Più o meno... Qualche consiglio prima di entrare?» Chiese agitata la midgardiana, cercando di vedere la fine del tunnel.
«Niente finisce sul serio. Solo la morte pone una fine, e non è detto che sia così. Forse è un inizio.» La incoraggiò Odinson, mettendosi alle sue spalle e porgendole la torcia accesa da un grande fuoco.
Con i capelli legati in una coda alta, un abito sporco trovato in lavanderia, la corda avvolta alla vita con l'ampolla dal collo lungo legato ad essa, Frida prese un ultimo sospiro di coraggio, accumulando tutte le forze che ancora non l'avevano raggiunta. Contò fino a tre nella sua testa, varcando la soglia ed entrando nelle tenebre. Una folata d'aria gelida la travolse, lì dentro c'erano spifferi ovunque e l'umidità le scompigliò i capelli. L'unica fonte di illuminazione era la fiaccola pesante dal manico di legno, che le faceva da zavorra.
Il cuore le stava scoppiando dentro la gabbia toracica, a metà del corridoio la suggestione le fece udire voci, urla e passi. Era tutto talmente buio che trovò quasi impossibile orientarsi. In fondo, finalmente, vide una luce arancione farsi sfocata, ed anche se era senza i suoi fidati occhiali da vista, la sua miopia non la ostacolava molto. Iniziò a correre velocemente, poggiano una mano sull'arco umido in pietra, saltando lo scalino e lasciandosi alle spalle quel buio spaventoso. Era esattamente come le aveva detto Thor: regnava l'oscurità più totale. Frida credeva che non ci potesse essere una graduazione del buio, ma sembrava che quel nero all'orizzonte fosse più scuro di quello che aveva appena superato. Adesso doveva stare zitta. Da qualche parte, nella vastità delle tenebre, c'era un custode. Camminava quasi in punta di piedi, temendo che quell'individuo spaventoso potesse sentire i suoi passi. Iniziò a tremare e ad ansimare. La puzza di umidità era disgustosa, irritandole la gola e riempendole i polmoni. Ma non poteva permettersi di tossire. Disperata, ripetendosi in mente di costringersi a trattenersi, strinse forte la sua mano contro le labbra, soffocandosi la sola, nel panico per la luce di quella dannata fiaccola che avrebbe potuto farla scoprire. Vedeva qualcosa all'orizzonte, forse il ponte di cui le aveva parlato il figlio di Odino, sentendo però una voce quasi demoniaca alle sue spalle: «I vivi non sono ammessi ad Hel.»
Calando la mano che le comprimeva il viso Frida si pietrificò, tremando più di quanto non stesse facendo prima, sentendo il cuore in gola e le gambe insensibili. Respirando a fatica, con le labbra spalancare si voltò lentamente, illuminando con il fuoco della torcia la sagoma nera che aveva parlato; un uomo avvolto da un mantello nero, stracciato e umido, con il viso magro scavato da delle fossette sugli zigomi e sotto gli occhi, con la pelle biancastra e segnata da profonde rughe. Gli occhi neri, che spiccavano in quei buchi del viso malaticcio. Il naso era come sciolto dall'acido, e la pelle fusa da quel liquido corrosivo si era cicatrizzata in piaghe rossicce. La bocca semichiusa, a causa dei gialli e affilati denti. Alitava irregolarmente, tenendosi il mantello nero alla gola con la rachitica mano grigiastra. Frida pensò a Loki. Non doveva avere paura, non in quel momento.
«Horn e Ruðr scorrano giù verso Hel.» disse.
L'uomo fece silenzio, fissandola con sicurezza. Frida si sentì invincibile, stava riuscendo a fare le cose come si deve senza combinare pasticci. A testa alta, come le aveva raccomandato Thor, gli diede le spalle e continuò il suo cammino.
Il ponte era l'unica cosa leggermente illuminata da una flebile luce rossa. Non sembrava pericolante, ma la paura riprese possesso della midgardiana. Più terrorizzata dall'uomo nero dietro di lei che dal ponte, decise di non rimanere lì tutto il giorno. Poggiò un piede sul legno cigolante del ponte, assicurandosi l'aderenza dei piedi contro le assi.
Un passo alla volta, cercò di non far barcollare quel ponte sospeso sotto qualcosa che non aveva il coraggio di guardare. Urla strazianti attirarono la sua attenzione, la distraevano, la terrorizzano. Sembravano urla familiari, di voci che le ricordavano casa.
Si fermò di colpo, aggrappandosi stretta alle corde del ponte e chiudendo gli occhi. Quei lamenti erano atroci e insopportabili.
«Io non ho paura.» si ripeté in un bisbiglio, regolarizzando il respiro. «Io non ho paura di nulla.»
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Frida - La runa di Loki ✔️
FanficFrida Anderson è abituata a storie per nulla semplici, ma quella in cui Loki ne diventa il protagonista è in assoluto la più avvincente. -Questa storia altro non è che una revisione di "The girl who play with cold", se la prima versione del racconto...