Non mangiava da giorni, eppure il suo stomaco gridava alla fame, uno stimolo che però era del tutto sparito. Aveva perso poco peso ma nella sua corporatura già snella si notava un preoccupante cambiamento. Passava le giornate a letto e sotto la doccia, entrambi scrigni accoglienti e sicuri in cui piangere. Piangere fino ad addormentarsi o a scottarsi con l'acqua bollente. Viveva di cibo da asporto pagato con i risparmi che le sarebbero serviti per compare la casa assieme ad Axel. La maggior parte dei suoi pasti ipercalorici andavano a finire nella pattumiera, il suo stomaco era chiuso da una morsa d'acciaio saldata dal dolore.
Frida era irriconoscibile; il viso bianco ingrigito dal pallore e dalle occhiaie che stavano spegnendo il colore bellissimo dei suoi occhi struccati. Le labbra gonfie bianche e screpolate; aveva preso a vizio, per lo stress, di strapparsi via la pelle sottile della bocca con le unghie, lasciando solchi sanguinolenti e sottili.
I tatuaggi sembravano ancora più grandi in quella braccia ossute e magre, i volti delle donne storiche ricoprivano molta più porzione di pelle.
La ragazza non aveva voluto vedere nemmeno la sua famiglia, star a sentire persino le ramanzine dei suoi genitori sarebbe stato troppo da sopportare. Frida stava attraversando due dolori enormemente ingestibili: un lutto e una rottura. Ed il primo era molto più sofferto per via dell'amore che ci stava in mezzo.
Come si potevano amare entrambi quegli uomini ma non riuscire ad averli davanti? Come avrebbe fatto Frida a dimenticare il respiro di Loki e le mani di Axel?
Non esisteva un modo per porre fine alla sua sofferenza. Sul grande letto disfatto in cui passava la maggior parte della giornata Frida teneva una maglia di Axel, che imprigionava ancora il suo profumo, e il foglio di carta in cui Loki aveva scritto parole d'amore per lei. A farla piangere ancora di più era il semplice fatto di aver dimenticato parola per parola la traduzione di quelle rune. Si colpevolizzava di non ricordarsene, come se in quello stesso modo presto si sarebbe dimenticata ogni cosa di Loki.
Persino il brivido dietro al suo orecchio era cessato; certe volte le capitava di sentir solleticare nel punto in cui Loki l'aveva baciata con la magia, come se qualche suo respiro finisse per sbaglio contro il collo di Frida anche se lei era sulla terra e Loki ad Asgard. Invece adesso persino quella sensazione svanita le faceva rendere conto della morte di Loki.
Non aveva avuto il coraggio di provare a rintracciare Axel, Frida sapeva che non avrebbe mai avuto un'altra possibilità, e farlo soffrire ancora ripresentandosi alla sua porta era un comportamento da ipocriti. Frida sapeva che Axel la amava ancora, ma proprio perché la adorava così tanto aveva trovato la forza di lasciarla per non soffrire più. Lei avrebbe voluto inondarlo con la sua lingua e graffiarlo con le mani per digli che non riusciva spiegarsi come poteva amare sia lui che Loki, ma che, davvero, di lui aveva bisogno. Lui era la sua casa, il suo sogno ed il suo futuro, però era stata tanto egoista da lasciarselo scappare.
I giorni trascorsi dall'esecuzione di Loki sembravano essere stati anni, ed invece si trattava di poco più che di qualche settimana.
Non vedere Axel almeno una volta ogni giorno le causava un malessere quasi cronico; lui si sarebbe rifatto una vita con un'altra ragazza migliore di lei, di certo, se lo meritava, ma Frida dove avrebbe trovato tutta quella forza e quel coraggio per ricominciare?
La sua vita intera si era sgretolata sotto ogni punto di vista, Frida non vedeva prospettive per il suo futuro. E la costante paura di Thanos non faceva altro che peggiorare la sua viva e costante angoscia.
Gli Avengers sarebbero riusciti a fermarlo?
Aveva visto alla televisione la notizia del primo sbarco dei discepoli del titano lì sulla terra, in cui Tony Stark era intervenuto sparendo poi nello spazio.
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Frida - La runa di Loki ✔️
FanfictionFrida Anderson è abituata a storie per nulla semplici, ma quella in cui Loki ne diventa il protagonista è in assoluto la più avvincente. -Questa storia altro non è che una revisione di "The girl who play with cold", se la prima versione del racconto...