6 - betobeto-san

196 36 11
                                    

- Ma con Betobeto-san intendi per caso il mostro di quella leggenda? -

- Sì, proprio lui. -

Rispose Mayu sorridendo.

- E cosa c'entra con il tuo desiderio? -

- Non posso dirtelo. Altrimenti non si realizzerebbe, no? Però ti assicuro che c'entra eccome, dopotutto noi due siamo migliori amici! -

Jun rimase a dir poco senza parole all'udire quella risposta.
Certo, sapeva che a undici anni era ancora normale avere degli amici immaginari, ma da lei non se lo sarebbe mai aspettato.
Ma poi, perché proprio lui?

Betobeto-san non era altro che il mostro protagonista di una vecchia credenza popolare, una sorta di spettro, innocuo e invisibile, che poteva essere percepito solo attraverso l'udito.
Secondo questa leggenda, quando camminando di notte per strada si aveva come la sensazione di essere seguiti o di sentire dei passi alle proprie spalle, benché dietro di sè non ci fosse proprio nessuno, era colpa di questo mostro.
E così, per far sparire quella sensazione inquietante, bisognava fermarsi, farsi da parte e dire "passi pure avanti, Betobeto-san!".

- Ehi Jun. - Aggiunse d'un tratto la bambina, abbassando il tono di voce ad un sussurro. - Non dire niente ai miei. Già che hanno notato che non ho nessun amico a scuola, se sapessero anche di Betobeto-san temo che si preoccuperebbero sul serio... -

- Tranquilla. - Ribattè Jun alzando gli occhi al cielo. - Figurati se vado a raccontare cose del genere ai tuoi genitori, a tuo padre in particolar modo... -

- Lo odi proprio, eh? -

Ridacchiò la bambina.

- Odiare è una parola grossa. - Ribattè l'adolescente ruotando gli occhi. - È solo che a volte mi fa proprio irritare... Insomma, lo so che non è colpa sua quello che mi è successo, ma è anche vero che lui è l'unico che potrebbe risolvere la situazione, eppure continua a rifiutarsi di aiutarmi... -

- Magari crede che le cose stiano bene già così come sono. -

Suggerì Mayu con un'alzata di spalle.

- E chi lo sa? Non capirò mai cosa gli passa per la testa... - Ribattè Jun, per poi scuotere un paio di volte il capo, come per togliersi quei pensieri dalla mente. - Ma discuterne non serve a nulla. Piuttosto, sai a che ora ti verranno a prendere? Sono già le sette e mezza, ceni qui per caso? -

- In realtà mi hanno detto di tornare a piedi da sola intorno alle otto. Tanto vivo qui vicino, lo sai. -

- Da sola? - Ripetè Jun strabuzzando gli occhi. - Ma non se ne parla proprio, sono impazziti per caso? Ti accompagno io. -

- Guarda che conosco la strada. - Ribattè la minore sorridendo. - Papà dice che anche se sono cieca devo imparare ad essere indipendente per quanto riguarda certe cose, altrimenti poi in futuro potrei essere in difficoltà. -

- Avrai tutto il tempo per imparare ad essere indipendente. - Ribattè Jun alzandosi dal letto. - Vado a prendere una busta per le tue gru, tu intanto mettiti il cappotto. -

~

- Non ce n'era davvero bisogno, sai? -

Disse Mayu ridendo leggermente, mentre camminava al fianco di Jun facendo continuamente dondolare avanti e indietro la bustina di plastica contenente le settantuno gru che aveva fatto.

- Non ci avrei dormito la notte se ti avessi fatta andare da sola. -

- Ma papà ci tiene tanto che io diventi un po' per volta sempre più autonoma, potrebbe arrabbiarsi con te. -

- Un motivo in più per accompagnarti. -

- Non è che in realtà vuoi solo passare davanti al tempio? -

Jun sussultò all'udire quell'insinuazione e subito si voltò verso la minore.

- Che è questo silenzio? - Commentò lei sorridendo divertita. - Per caso ho indovinato? -

- Certo che no. - Ribattè subito l'adolescente. - Perchè mai dovrei voler andare al tempio? Lo sai che odio tutto ciò che riguarda quel maledetto dio. -

- Sì, certo che lo so. Però mi hai dato questa impressione. -

- Come mai? -

- Beh, perché casa mia l'abbiamo superata trenta passi fa e adesso siamo a cinque passi dall'inizio del sentiero che porta al tempio. -

Jun sussultò all'udire quelle parole e lentamente si voltò alla sua sinistra, sgranando gli occhi dall'incredulità nell'accorgersi che effettivamente si trovavano nei pressi del sentiero che conduceva alla prima delle rampe di scale del santuario.

Quello di Inari era infatti un tempio molto particolare, situato su un monte dal nome omonimo alto circa duecentotrenta metri, al quale si poteva accedere solo salendo qualche migliaio di gradini, sormontati da altrettanti torii rossi.
Il tempio principale era in realtà facilmente raggiungibile, il problema erano tutti gli altri santuari minori, alcuni dei quali si trovavano così in alto da poter essere raggiunti solo dopo intere ore di cammino.

- Torniamo indietro. -

Disse Jun voltandosi all'istante, mentre ridendo Mayu faceva lo stesso.

Aveva appena fatto un passo, però, che l'adolescente sentì uno strano suono alle sue spalle.
Un lieve quanto inaspettato scampanellio.

- Non ti preoccupare, sono a soli ventinove passi da casa. -

- Eh? Ma che intendi di... -

Non fece in tempo a finire, però, che intravide con la coda dell'occhio un lampo bianco e così subito si voltò, compiendo una sorta di giravolta nel tentativo di seguire il movimento di quella rapida figura indistinta.

- Vai pure, non c'è problema. -

Disse allora Mayu prima di compiere qualche altro passo in direzione di casa sua.

- No, aspetta... -

Mormorò Jun voltandosi verso di lei, ma continuando a rivolgere rapide occhiate alle sue spalle, in direzione del tempio, dove aveva visto dirigersi quella familiare figura biancastra.

- A domani! -

Ribattè l'undicenne prima di riprendere a camminare, ora a passo svelto.

- Aspetta, Mayu! -

Ma a quel punto, vedendola agitare la mano al cielo, come a ribadire ciò che aveva appena detto, Jun si bloccò e, chiudendo lentamente gli occhi, prese un respiro profondo.
Quindi strinse le mani lungo i fianchi e senza pensarci ulteriormente si voltò, iniziando a correre verso il tempio di Inari.

- Quanti problemi inutili che si fa... - Mormorò la bambina durante il cammino. Lo sguardo spento rivolto verso il cielo. - E dire che basterebbe un po' di pazienza per... Oh! Ma questo rumore... Sei qui per caso? Perchè non hai detto niente? Dai, che ci fai là dietro? Vieni qui accanto a me, oggi ti devo raccontare proprio un sacco di cose, Betobeto-san! -

mille gru Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora