11 (lunedì)

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"Non avrei mai creduto che sarebbe stato così difficile..."

Seduto per terra con la schiena appoggiata contro la parete piastrellata del bagno e la fronte madida di sudore, Kunio stava riprendendo fiato, stanco per quanto aveva dovuto correre durante gli ultimi minuti da una parte all'altra della piccola stanza.

Quando era entrato lì con Yoichi dieci minuti prima, la sua prima reazione era stata quella dell'imbarazzo più totale, resosi conto che si sarebbe dovuto occupare lui di lavare da capo a piedi il suo ex gatto, dato che chiaramente non c'era modo lui che sapesse già come fare.
E così aveva passato i primi minuti a fissare il pavimento con gli occhi sbarrati e il viso rosso dall'imbarazzo, continuando a ripetersi che non c'era motivo di essere così timido, dato che di fatto quello non era altri che il suo gatto.

Ben tre minuti dopo, Kunio era finalmente riuscito a racimolare il coraggio necessario per mettersi all'opera, quando però si era reso conto di un altro piccolo problema, una cosa così ovvia e scontata che fino a quel momento non ci aveva proprio pensato: nonostante il suo aspetto ormai fosse quello di un ragazzo, Yoichi era pur sempre un gatto, e sì, esistevano anche gatti che amavano, o perlomeno sopportavano, l'acqua, ma Yoichi sicuramente non era uno di loro.

- Ti prego, Yoichi... - Supplicò il ragazzo alzando lo sguardo al cielo. - Ti giuro che non è pericoloso, a quest'ora avevamo già finito! -

L'altro, completamente sordo alle sue parole, se ne stava nella parte opposta del bagno, accucciato in un angolo con lo sguardo pieno di terrore e diffidenza puntato sulla vasca da bagno, ricolma d'acqua quasi fino all'orlo.

C'era poco da fare, con suppliche, promesse e minacce non si sarebbe riusciti ad arrivare da nessuna parte con lui.
Nel momento in cui Kunio se ne rese conto, senza aspettare un secondo di più si alzò da terra e a passo deciso si diresse verso di lui.
Quindi gli si accucciò davanti, così da poter stare alla sua stessa altezza.
Yoichi lo osservò strabuzzando gli occhi, con sguardo perplesso, chiedendosi cos'avesse in mente, forse un po' perfino illudendosi che fosse in procinto di dirgli che aveva vinto lui e che perciò sarebbero tornati subito in camera senza sottoporlo a quella tortura.

Speranza vana.

Improvvisamente privo di quell'imbarazzo che fino a pochi minuti prima gli aveva impedito anche solo di incrociare lo sguardo dell'altro, Kunio afferrò con uno scatto fulmineo l'orlo della lunga maglietta tutta sbrindellata che Yoichi aveva addosso e, prima che il corvino potesse realizzare cosa stesse accadendo, la tirò verso l'alto, sfilandogliela con un gesto secco (e nel mentre allargando anche un paio di buchi e aggiungendone di nuovi, ma in ogni caso aveva già in programma di buttarla, quindi non se ne preoccupò più di tanto).

Per un istante l'ex felino non fece assolutamente nulla, osservando immobile e in silenzio, con un misto di incredulità e stupore, il malloppo scuro di stoffa che l'altro stringeva trionfante nella mano destra.

Nel momento in cui realizzò cosa fosse appena successo, però, nello sconcerto di Kunio scattò come una molla verso di lui, protendendo le mani il più possibile, nel tentativo di riappropriarsi della sua maglia.

- Ehi, aspetta! - Esclamò il moro preso alla sprovvista mentre barcollando si rialzava in piedi di scatto, sollevando la mano con la refurtiva in modo tale che fosse fuori dalla portata del corvino. - Calmati! Te ne darò un'altra non appena ti sarai fatto il bagno! -

Non capendo, o forse semplicemente ignorando, le sue parole, Yoichi continuò imperterrito a protendere le mani verso ciò che gli era appena stato rubato, saltando nel tentativo di compensare così quei pochi centimetri che lo separavano dal suo obbiettivo.

Nella confusione del momento, non essendosi proprio aspettato, quando gli aveva sfilato la maglia, che avrebbe potuto reagire in quel modo, alla fine Kunio fece la prima cosa che gli passò per la mente: gettò il malloppo nella vasca.

La stoffa infranse lo specchio d'acqua senza quasi fare rumore, sprofondando lentamente fino a toccare il fondo della vasca.

I due si voltarono simultaneamente in quella direzione, osservando la scena in silenzio, cercando di realizzare cosa fosse appena accaduto.

- Oddio Yoichi, scus... -

Kunio non fece però neanche in tempo a finire la frase che, con sua somma sorpresa (ma al tempo stesso soddisfazione), nel tentativo di recuperare la refurtiva l'altro, con ancora i pantaloni addosso, si gettò a capofitto all'interno della vasca, immergendosi in acqua senza pensarci due volte e riemergendo un istante dopo con il malloppo di stoffa stretto al petto con fare quasi possessivo.

- ..Wow. - Fu tutto ciò che Kunio riuscì a dire, osservandolo a dir poco incredulo. - Non avrei mai creduto che un gatto potesse essere così pudico... -

Ma a quel punto lo vide fare qualcosa di ancora più strano, ovvero dispiegare la maglia di fronte a sè e frugare al suo interno, come alla ricerca di una tasca interna nascosta.

A conferma della sua supposizione, solo pochi istanti dopo il sedicenne lo vide tirare fuori quello che a prima vista gli parve quasi essere un piccolo frammento di vetro dai bordi arrotondati, non più grande di un polpastrello.

- Cos'hai lì? -

Chiese incuriosito avvicinandoglisi.

Inizialmente Yoichi nascose con diffidenza la mano incriminata dietro la schiena, temendo che l'altro avrebbe potuto nuovamente rubargli il suo prezioso quanto improbabile tesoro, per poi gettarlo ancora una volta da qualche parte.
Poi però si lasciò convincere e con un po' di esitazione sporse la mano in direzione dell'altro, sollevando lentamente le dita in modo tale da mostrargli il palmo, dove teneva ciò che alla fine Kunio scoprì con sommo stupore essere nientemeno che...
un frammento di vetro.

- Ma... - Mormorò aggrottando la fronte, chiedendosi come fosse possibile che Yoichi, da sempre terrorizzato da qualsiasi specchio d'acqua che non fosse quello della sua ciotola, si fosse tuffato senza pensarci due volte nella vasca solo per recuperare solo quel piccolo coccio. - Cos'ha di speciale questo pezzo di vetro? -

Incapace sia di comprendere ciò che gli era stato domandato che di dare una risposta soddisfacente, Yoichi gli rispose semplicemente stringendosi ancora una volta il piccolo coccio di vetro al petto.

Kunio lo osservò perplesso, rimanendo in silenzio.
Era strano.
Certo, tutta quella situazione era incredibilmente strana, ma il comportamento di Yoichi, quel suo strano attaccamento nei confronti di quell'inutile pezzetto di vetro, al momento fu ciò che gli parve più strano di tutto.

Ma ad ogni modo, a cosa fosse quell'oggetto avrebbe potuto pensarci in seguito, al momento tutto ciò che importava era che fosse riuscito a far entrare l'altro nella vasca.

Solo a quel punto il sedicenne si rese conto con stupore e al tempo stesso disgusto che l'acqua della vasca, nel momento in cui Yoichi vi si era immerso dentro, era diventata torbida, assumendo uno strano colorito marrone-giallognolo.

Senza fare rumore, approfittando della momentanea distrazione del corvino, il moro allungò la mano verso la manopola che permetteva di rimuovere il tappo della vasca, così da far scorrere via tutta quell'acqua sporca e subito dopo si diresse verso quella che permetteva di trasformare la vasca in una doccia, attivando il piccolo rubinetto situato sulla parete a circa un metro e mezzo di altezza.

Nel sentirsi colpire di punto in bianco su un fianco da un getto d'acqua gelida Yoichi sussultò, facendo uno scatto nella direzione opposta, ma presto il getto aumentò di intensità e venne colpito nuovamente.
Provò allora ad alzarsi, desideroso di uscire il prima possibile da quella trappola mortale, ma Kunio lo rispinse subito dentro spingendolo verso il basso per le spalle.
Il povero ex felino si ritrovò così seduto a gambe incrociate sotto un getto d'acqua, immerso nell'elemento da lui tanto odiato da capo a piedi, con lo strano frammento stretto nella mano destra, le labbra piegate verso il basso in un piccolo adorabile broncio e i vispi occhi verde bottiglia rivolti verso quelli scuri dell'altro, rivolgendogli uno sguardo che era un misto di terrore, astio e supplica.

Kunio non riuscì a reprimere una fragorosa risata nel vedergli fare quell'espressione e subito, approfittando di quell'inaspettata quanto gradita resa, si armò di spugna, shampoo e bagnoschiuma e si mise all'opera.

Con una punta di stupore e al tempo stesso quasi ammirazione constatò che durante quella mezz'ora di insaponamento e il successivo quarto d'ora di asciugamento, Yoichi non allentò mai, neanche un po', la stretta su quello strano piccolo frammento di vetro.

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