- Sono davvero felice che alla fine tu abbia accettato. -
Disse Akinari, sorridendo raggiante.
- Figurati se sprecavo così l'occasione di copiarti tutti i compiti per domani. -
Ribattè Kunio ridendo.
Certo, al pensiero di quanto il giorno prima fosse stato in ansia per colpa sua, avrebbe volentieri tirato un bel calcio al suo migliore amico lì dove non batte il sole, ma dato che ormai poteva considerare tutto risolto con Yoichi, non poteva fare altro che sospirare sollevato e sorridere al pensiero del tranquillo pomeriggio in compagnia che gli si prospettava davanti.
- E ti pareva... Non dirmi che è solo per questo che hai accettato! -
Sbuffò allora il biondo aggrottando la fronte.
- Ma no, ovviamente l'ho fatto anche perchè sapevo che avresti portato i tuoi soliti biscotti fatti in casa. Lo sai che li adoro. -
Disse il moro accennando con il capo alla bustina di carta che l'amico si stava portando dietro fin da quella mattina a scuola.
- Figurati se li ho fatti per te. - Ribattè Akinari spostando subito la busta alla mano sinistra, in modo tale da tenerla fuori dalla portata dell'altro. - Quelli, in caso non l'avessi capito, sono biscotti di sopravvivenza. Insomma, non è possibile che a casa tua davvero non siate abituati a fare la merenda del pomeriggio! È disumano non fare neanche un piccolo spuntino, tra le quattro e le cinque a tutti brontola lo stomaco! -
Il ragazzo non riuscì a fare a meno di scoppiare a ridere all'udire quelle lamentele, anche perchè era certo che le avrebbe fatte. Per quanto ci pensasse, non riusciva a ricordare una sola volta in cui lo avesse invitato a casa sua e lui non si fosse lamentato del fatto che nessuno accennava a preparare qualcosa per la merenda.
- Piuttosto... - Riprese il biondo. - Tutto a posto con il tuo ospite? È ancora a casa tua? -
- Sì e probabilmente starà in camera con noi, ma se ne rimarrà buono in un angolo per non disturbarci, visto che, te lo ricordo in caso te ne fossi dimenticato, questo sarà un pomeriggio di studio. -
- Ma sì che me lo ricordo. -
Ribattè l'altro, ruotando gli occhi e liquidando la faccenda con una scrollata di spalle.
A quel punto, mentre erano fermi sul marciapiede in attesa che la luce del semaforo dei pedoni diventasse verde, Kunio si ricordò tutto d'un tratto del fatto che al momento fosse presente lì con lui e Akinari anche un terzo individuo, del quale però, a causa del suo silenzio, per un istante si era quasi scordato. Così si sporse in avanti, affacciandosi sulla figura minuta dell'adolescente alla sinistra di Akinari.
- Ehi, cos'hai? Tutto bene? -
Domandò nel notare la sua espressione pensierosa e preoccupata.
Benchè fossero già stati in classe insieme qualche anno prima, il sedicenne si rese conto con un po' di stupore che quella doveva essere una delle prime volte, se non la prima in assoluto, in cui si parlavano.
Jun sussultò leggermente nel sentirsi rivolgere la parola tutto d'un tratto e senza aprire bocca sollevò gli occhi cerulei verso l'altro, annuendo più volte con il capo.
- Sul serio? - Insistette Kunio, notando con un po' di preoccupazione le occhiaie profonde che spiccavano sul suo viso e gli occhi arrossati, per non parlare poi di quel mezzo sorriso nervoso e tirato. - Non è che Akinari ha costretto anche te ad accettare? -
All'udire quella domanda Jun scosse lievemente il capo e nel vedere poi lo sguardo sospettoso con il quale il moro prese a fissare l'amico si lasciò sfuggire una piccola risata.
Nel sentirla Kunio si tranquillizzò, pensando che forse allora se ne stesse in silenzio solo perché si sentiva a disagio e non perché avesse davvero qualche problema. Dopotutto non doveva essere proprio piacevole ritrovarsi a fare da terzi in comodo tra due migliori amici.- Come te la cavi in matematica? -
Continuò allora Kunio, approfittando di quel momento in cui sembrava più incline a fare un po' di conversazione.
- Diciamo bene... - Rispose con una lieve alzata di spalle. - Mai prese insufficienze, ma neanche voti particolarmente buoni. -
- Ottimo. - Proruppe allora Akinari sorridendo. - Quindi qui abbiamo un'eccellenza... - Disse indicando sè stesso. - Un fifty fifty... - Indicando Jun. - E un... Vediamo... Non vorrei essere troppo scortese... -
E qui a Kunio un bel calcio sullo stinco del suo migliore amico non glielo tolse proprio nessuno.
- Siamo arrivati. -
Annunciò neanche due minuti dopo il ragazzo fermandosi davanti al cancello di casa, sorridendo come se nulla fosse mentre il biondo, dopo aver trattenuto il dolore per una cinquantina di metri, si accasciava lentamente a terra, stringendosi la gamba ferita con in volto una smorfia di puro dolore.
- Tutto bene? -
Si preoccupò Jun sgranando gli occhi dalla sorpresa.
- Non ti preoccupare per lui. - Ribattè Kunio mentre tirava fuori la chiave. - Fa solo il melodrammatico, vedrai che si rialzerà subito. -
E infatti, non appena ebbe aperto il piccolo cancello, Akinari si rialzò lentamente in piedi, raggiungendo gli altri due zoppicando teatralmente.
- Quante storie. - Sbuffò il moro mentre l'altro gli passava davanti, immettendosi sul piccolo vialetto di casa. - Per fortuna che te l'ho dato sullo stinco il calcio, altrimenti mi saresti morto sul colpo... -
- Ma... È una cosa normale? -
Si azzardò a domandare Jun, osservando l'uno con preoccupazione e l'altro con addirittura un po' di timore.
- Vorrei dirti di no, ma la verità è che succede così spesso da poter quasi dire che sia normale. - Sospirò Akinari. - Ma quel soggetto lì... - Aggiunse voltandosi verso il moro con sguardo assottigliato. - Non è normale. Neanche un po'. -
- Da che pulpito. -
Ribattè Kunio mentre richiudeva il cancello e faceva segno ai due di seguirlo verso l'ingresso di casa.
- Ehi, guarda che non faccio così con tutti. - Scoppiò allora a ridere, vedendo che Jun camminava tenendosi a debita distanza da lui. - Questo è un onore riservato solo ed esclusivamente ad Akinari. -
A quel punto i tre si trovavano sull'uscio di casa e il moro aveva appena tirato fuori dalla tasca dei pantaloni la chiave, spiegando che i suoi genitori si trovavano ancora a lavoro, quando la porta si spalacò di scatto e la voce allegra e pimpante di un ragazzo in cosplay da gatto proruppe energicamente in:
- Piacere di conoscervi, io sono Yoichi! -
~
- Non è giusto. - Si imbronciò Akinari, mentre Yoichi e Kunio entravano nella camera di quest'ultimo. - Neanche cinque minuti fa avevi detto che fosse un onore riservato solo ed esclusivamente a me. -
E nel dirlo volse lo sguardo verso il corvino, il quale camminava saltellando sul piede sinistro a causa del calcio appena ricevuto sullo stinco destro.
- Guarda che chiamo la protezione animali. -
Borbottò Yoichi a bassa voce.
Ma benchè avesse parlato in modo tale che solo Kunio potesse sentirlo, quest'ultimo gli rivolse comunque un occhiataccia.- Jun... - Chiamò nel mentre Akinari, voltandosi con sguardo grave verso l'adolescente accanto a lui. - Vorrei solo dirti scusa in anticipo per averti trascinato a casa di questo gattaro sociopatico. Ma se anche colpisse anche te, spero che noi due potremo comunque rimanere amici... Biscotto? -
Ma Jun non lo sentì neanche, tutta la sua attenzione era stata infatti catturata da quel ragazzo dagli spettinati capelli corvini che zoppicando si stava andando a sedere in un angolo del letto, o per la precisione, dalla sua tasca destra dei pantaloni, nella quale risaltava in un angolo un piccolo bozzo dalla forma arrotondata.
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mille gru
FantasyAttenzione: in questa storia sono presenti relazioni omosessuali, eterosessuali e anche non meglio identificate. dal testo: - Ci tieni davvero così tanto? - - Certo che sì! Ma che domande fai? - - E allora dimostralo. - - Dimostrarlo? E come? - ...