16 (martedì)

155 35 9
                                    

- Sei proprio strana. -

Commentò la ragazza, assottigliando leggermente gli occhi dalle lunghe ciglia e le iridi color ambra.

- Me lo dicono spesso. -

Rispose l'altra accennando un piccolo sorriso, un guizzo fulmineo degli angoli delle labbra verso l'alto, mentre si chinava per raccogliere da terra uno zainetto azzurro pastello tutto sporco e incrostato di sangue e fango.

- Buttalo lì. -

Disse la Jorōgumo prima ancora che la corvina le porgesse la domanda, accennando con il capo ad un cassonetto situato poco prima dello sbocco del vicolo sulla strada principale.

Senza dire nulla, Saya afferrò lo zainetto per le bretelle e corse a eseguire l'ordine.
Quindi si riavvicinò a passo svelto alla ragazza, o meglio, a quell'essere che pretendeva di essere tale.
Non ci voleva certo un genio, però, per capire come stessero realmente le cose.

La Jorōgumo infatti non pareva affatto preoccupata di poter essere scoperta da qualcuno e così in quel momento se ne stava comodamente distesa sulla sua immensa e fitta tela da ragno, che comprendeva buona parte del vicolo cieco, con le gambe accavallate e i gomiti piegati all'indietro, quasi si trovasse su un divano o una sdraio da mare.

Quella sua aria calma e pacata, quasi eterea, mal si addiceva però a tutta un'altra serie di particolari e dettagli che forse un occhio distratto a primo impatto quasi non avrebbe notato.

Come il fatto che tutte e dieci le punte delle sue dita fossero di un rosa molto più scuro del normale e che sotto le sue unghie ci fossero piccoli grumi di sangue. E che dire poi delle sue labbra? Piccole e carnose, di un rosso vermiglio acceso sicuramente non dovuto ad una dose eccessiva di rossetto.

- Mangia qualcosa. - Le disse osservandola con sguardo critico. - Sei così mingherlina, non vorrei che svenissi prima di compiere il lavoro di questa sera. -

Saya annuì leggermente con il capo, quindi, nello sconcerto della Jorōgumo, anzichè avvicinarsi al proprio zaino, si diresse a passo svelto dalla parte opposta, verso la ragnatela, per l'esattezza nei pressi di un grande bozzolo situato a circa un metro di altezza.

- Ferma! - Esclamò strabuzzando gli occhi. - Cosa pensi di fare? -

- Mangiare qualcosa, no? -

Rispose la corvina inclinando leggermente il capo verso destra.

- Ma tu... - Mormorò la Jorōgumo osservandola sempre più incredula. - Davvero hai intenzione di mangiare una delle mie prede? -

- Certo, non è ciò che mi hai appema detto di fare? -

- Ripeto: tu sei proprio strana. - Esclamò a quel punto scoppiando a ridere, mentre lentamente scuoteva il capo a destra e a sinistra. - Comunque no, non è ciò che intendevo dire, allontanati subito da quel bozzolo, non ti lascerò mangiare la mia preda. Piuttosto se hai qualche spiccio vai a cercare un distributore e prenditi una merendina, un succo di frutta o quello che ti pare. -

- Gli unici spicci che avevo li ho dovuti dare via questa mattina. -

Rispose però Saya dopo essersi frugata nelle tasche e, non trovando nulla, essersi ricordata di quei mille yen che Akinari le aveva fatto sborsare solo poche ore prima.

- Allora vedi se c'è qualcosa nello zainetto di quel ragazzo. -

- Ma me l'hai fatto buttare proprio poca fa. Non posso andare a ripescarlo in mezzo alla spazzatura. -

- E allora sopporta la fame in silenzio! -

Sbuffò la Jorōgumo alzando gli occhi al cielo.

- Ma io non ho affatto fame. -

mille gru Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora