"...E adesso?"
In piedi davanti alla porta della sua stanza, con ancora la mano sulla maniglia, Kunio osservava in silenzio il ragazzo seduto a gambe incrociate sul suo letto.
Più guardava i suoi capelli color pece tutti spettinati, i vestiti stracciati che aveva addosso e i piedi sporchi di terra e sporcizie varie fino al calcagno, che prima in sala da pranzo era riuscito a nascondere in un paio di pantofole ormai inutilizzabili, più lo assaliva il dubbio di aver appena accolto in casa un vagabondo qualunque.
- Yo... Yoichi. -
Provò a chiamare in quello che fu poco più di un sussurro.
Subito l'altro sollevò lo sguardo verso di lui, facendolo sussultare.
No, non c'erano dubbi.
Non sapeva come o perché, ma il ragazzo che aveva davanti era davvero Yoichi, di questo era più che sicuro.
D'altronde le orecchie e la coda da gatto non lasciavano molte altre alternative.
In un primo momento Kunio aveva pensato fossero finte, ma gli era bastato scostare le ciocche di capelli che l'altro aveva ai lati del viso per constatare l'assenza di orecchie umane e convincersi della loro autenticità.
In quanto alla coda, aveva deciso di fidarsi e basta.- Kunio? -
Il sedicenne sentì un brivido all'udire quella voce. Era roca, incerta, ma al tempo stesso decisa. Quella parola, il suo nome, era tutto ciò che gli aveva sentito pronunciare fino a quel momento, probabilmente l'ormai ex felino non sapeva proprio come fare per dire qualcos'altro.
A passi esitanti, il moro gli si avvicinò, sedendosi sul materasso al suo fianco.
In un primo momento Yoichi rimase in silenzio, osservandolo con curiosità, quindi con uno slancio si sporse in avanti, strofinando il viso contro il suo braccio.
Kunio si irrigidì a quel contatto, non osando muovere un solo muscolo.
Era strana. Quella situazione era decisamente troppo strana.D'un tratto si sentì bussare, tre piccoli e rapidi colpi dati con le nocche, e Kunio si alzò in piedi di scatto, precipitandosi alla porta di corsa, sotto lo sguardo perplesso dell'altro.
Non fece in tempo a vedere chi avesse bussato, però, che si sentì afferrare per il polso e trascinare violentemente in corridoio, mentre la porta della sua camera veniva rapidamente richiusa alle sue spalle con un calcio.
- Aiko! - Esclamò il ragazzo, strabuzzando gli occhi nel vedere la cugina. - Ma che fai? -
- Dobbiamo parlare. -
Ribattè lei in un tono che non ammetteva repliche.
- Mi avresti anche potuto chiamare con calma... - Borbottò il cugino massaggiandosi il polso. - E poi dobbiamo proprio parlare qui in corridoio? -
- Preferisci in camera tua? -
Kunio fece per rispondere con un'affermazione, ma un istante prima di aprire bocca venne bloccato dal pensiero di un piccolo quanto fondamentale particolare: Yoichi.
Prima a cena si era comportato piuttosto bene, certo si era rifiutato di usare le posate e ci era voluto un po' per fargli capire che bisognava sollevare il bicchiere per bere invece di piegarcisi sopra, ma tutto sommato non aveva fatto casini.
Nonostante ciò Kunio sapeva che era meglio non rischiare.- D'accordo, parliamo qui. - Sospirò allora il sedicenne alzando lo sguardo al cielo. - Su, dimmi. -
- Semmai sei tu che dovresti dirmi qualcosa. - Ribattè la diciottenne assottigliando lo sguardo. - Perchè sono abbastanza sicura che la maggior parte delle cose che ci hai detto su Yoichi sia falsa. -
All'udire le sue parole, Kunio avrebbe tanto voluto ruotare gli occhi e risponderle con un bel "maddai!?", perchè era evidente che ci fosse qualcosa che non andava nella storia di Yoichi, tuttavia per ovvi motivi si trattenne.

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mille gru
FantasyAttenzione: in questa storia sono presenti relazioni omosessuali, eterosessuali e anche non meglio identificate. dal testo: - Ci tieni davvero così tanto? - - Certo che sì! Ma che domande fai? - - E allora dimostralo. - - Dimostrarlo? E come? - ...