"Lei: Piangeva
Lui: Rideva
Lei: Lo aspettava
Lui: Non tornava
Lei: Amava le sue dolci parole
Lui: Lo diceva a tutte
Lei: Cercava il principe azzurro
Lui: Cercava la prossima
Lei: Lo amava
Lui: La ignorava
Lei: Scoprirá che lui non valeva nulla
Lui: Scoprirá che era l' unica
Lei: Stanca, si alzó per andarsene.
Lui: Tornó da lei.
Lei: Era troppo tardi. Rideva e sorrideva con un altro.
Lui: Scoprí il dolore di ció che le aveva fatto."Capitolo six
E sono tutti secondi, attimi, che ci scorrono tra le dita come l' acqua, non riuscirai mai a rinchiuderla nel tuo palmo.Devi lottare.
Devi essere forte.
Ma vaffanculo.
Uno, due, tre volte a fanculo, dottore di sta grande minchia.
"Odio quel dannato posto" sbuffo mentre entro in macchina. Sono così nervoso cazzo.
"Ho bisogno di scoparti" dico di getto.
Amber abbassa lo sguardo. Non ci dó molto peso. Una bella scopata scaccia pensieri, e poi un bel pomeriggio con le persone che stimo di piú al mondo.
Appoggio una mano sulla sua coscia. La sua mano si appoggia delicatamente sulla mia, chiedendomi silenziosamente di accettarla. E lo faccio. Intreccio le mie dita con le sue.
Per una cazzo di scopata, cosa mi tocca fare...
"Ho bisogno di perdermi nel nostro mondo per un po' " sbotto senza pensare. E per quanto sono strane e smielate le mie parole, sono vere.
Io ho veramente bisogno di lei. Della sua presenza, se lei non ci fosse non riuscirei a reggere il mio passato.
"Le hai fatto un marchio in pubblico, stamattina" dice d' un tratto.
"A chi?" mormoro. Ripercorrendo i momenti di stamattina.
Ah.
Sta parlando di Megan.
"Mh-mh" mormoro e la osservo.
"E quindi? A cosa vuoi arrivare?" chiedo. Perché non trovo nessun nesso con noi, non so a cosa le serve pensare a questo.
Non c'entra nulla con lei. Accarezza con il suo pollice il mio dorso, e sbuffo quando devo togliere la mano dalla sua per cambiare marcia, e poi riappoggio di nuovo la mano sulla sua gamba, aspettando che le sue dita
s' intreccino di nuovo alle mie."A me, non ne hai mai fatto uno visibile, e non ti fai mai vedere in posizioni cosí intime con me, ti vergogni a starmi perfino vicino a scuola" borbotta piano.
"E per via delle voci? Lo sai pure tu che sono stata solo con te" sussurra con voce bassa.
"Non é quello il problema" dico dopo un po'. "E poi non é vero che mi vergogno, l' altro giorno ho mangiato con te a mensa, e camminiamo sempre a braccetto per i corridoio" continuo.