"Alla fine, siamo tutti sotto
lo stesso cielo."Capitolo twenty-eight
Lei se ne sta andando.
Lei se ne sta andando, per davvero."Perchè Amber?" mormoro non capendola. Non capendo quale sia il reale motivo.
Sospiro, noto che sta male.
Ma io non ho fatto nulla.
Perchè vedo quell' odio nei suoi occhi? Perchè non vedo la solita luce che ha negli occhi quando le sono accanto?E lei mi guarda, i nostri occhi sono a contatto. Ma non so cosa trasmetterle. Sono insicuro, non mi sento speciale, speravo che facendo l' amore nel nostro modo fantastico si fosse risolto tutto. Di solito, funziona... Funziona sempre.
Cosa cerchi nei miei occhi, Amber?
Forse non vede quello che vedo io nei suoi occhi, forse non vede quanto io l' a... quanto io le voglia bene?E come se si stesse cercando di aggrapparsi a qualcosa. Ci sono io, davvero. Ci sarò per sempre. Davvero. Devi credermi.
Si porta una mano al collo, e respura velocemente, apre la bocca, ma non dice nulla. Schiude quelle belle labbra, ma non emette nessun suono.
Sbatto le palpebre e vado velocemente alla finestra. Le spalanco tutte, apro anche la porta del bagno, e quella che porta al salone.
"Ci sono vie di fuga"
Si porta le braccia intorno al corpo come se dovesse proteggersi.
"Non ce nessuno che ti farà del male, Amber. Non ci sarà mai nessuno. Mai più. Non siamo in quella stanza, non lo siamo. Ok? Siamo in casa tua, sei sul tuo letto. Sei con me" mormoro.
Mi guarda ed io le sorrido.
"Seguimi. Fai respiri profondi."
Inspiro con lei, accentuando il più possibile ed espirando.
"Vedi? Come me" sussurro. Come se lo stessi spiegando ad un bambino. Lei segue i miei gesti, chiude gli occhi e ripete i miei movimenti calmandosi. Apre gli occhi e arrossisce, scoppiando a piangere.
"Non vergognarti" mormoro. Mi siedo accanto a lei, appoggio un braccio intorno alle sue spalle e la faccio appoggiare alla mia spalla.
"Dobbiamo parlare con il Dottore, in effetti ci chiedevamo perchè ieri non sei venuta alla terapia, è importante da fare"
"Proprio tu lo dici?" sbotta, allontanandosi da me.
"Amber, cazzo mi dici che diavolo sta succedendo" spalanco le braccia mentre la guardo. Le lascio ricadere lungo i fianchi, e stringo le mani i due pugni.
"Beh, sei stato molto divertente, ieri. " mormora ridacchiando.
Ieri? Ma non ci siamo mai visti...
Ne sentiti...
Nemmeno un messaggio...
Mi aveva bloccata..."Cos-"
"Sta zitto, Dimitri. Prima mi dai la colpa per una rissa avvenuta, e non mi guardi nemmeno, ma proteggi lei" scoppia a ridere. "Poi mi vieni a dire che non mi desideri più, e che vuoi del tempo e poi piombi qui come un coglione"