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Questo è per Giulia. Sì, sì, proprio te. La più nascosta di tutte. Per fortuna mi hai trovata.

È nella hall dell'albergo che Mario accarezza il viso stanco di Claudio. "Hai pianto molto?". Claudio annuisce. Con il pigiama e una faccia da coccole. "Andiamo in camera, dai".

Il percorso è silenzioso ma ricoperto di piccoli gesti. Si afferrano per gli indici mentre sono in ascensore. Si sorridono. Mario non resiste e lo abbraccia baciandogli il collo. Sono in camera. Claudio si avvicina alla porta socchiusa del balcone per fumare. Mario si siede sul bordo del letto e lo guarda. Difficile non essere banali in certe domande.

"Com'è andata?".

Curiosità e terrore con riduzione di colpa.

Claudio fa passare qualche secondo. Alza le spalle. "Non lo so".

Ok, è una di quelle conversazioni in cui la forza di spiegare non c'è. Quindi è Mario che deve fare da moderatore.

"Cosa le hai detto?".

Claudio butta la sigaretta e rientra chiudendo la porta e portandosi del fumo dentro. Non lo guarda. Va verso il bagno. Entra lasciando la porta aperta e fa pipì.

Quando la felicità ha un prezzo è difficile festeggiare.

Mario lo sa. È paziente.

Claudio torna nella stanza e si siede sul bordo opposto del letto. Mario si gira un po' per guardargli, per lo meno, la schiena.

"Se non ne vuoi parlare non importa. Lo capisco. Mi è venuto spontaneo venire qui ma non te l'ho nemmeno chiesto. Se vuoi...".

Claudio interrompe.

"Le ho detto la verità".

Non si gira. Mario sta per dire qualcosa ma d'improvviso ha gli occhi di Claudio puntati addosso attraverso lo specchio dell'armadio.

"Che non amo più Sara perché mi sono innamorato. Di un uomo.
Di te".

Si fissano così. Nel riflesso delle loro anime.

A Mario d'istinto viene da sorridere ma non sa ancora se ne ha il permesso.

"... Cos'ha detto?".

Claudio distoglie lo sguardo. "Adesso non è importante".

Mario lo sente. Il dolore di Claudio è palese. Qualcosa deve essere andato storto.

"Ma Claudio non puoi...".

"Mario. Ho detto che adesso non è importante. Ti prego".

Ritornano con gli occhi nello specchio.

Le spalle di Mario si abbassano. Lui non voleva tutto questo per Claudio. Non lo voleva affatto. Né per la famiglia, né per Sara ma soprattutto per quel suo amore lì. Niente di tutto questo. Avrebbe voluto incontrarlo in un bar gay. Anche per se stesso, sarebbe stato più facile. Come biasimarlo. Un bar qualunque, una notte come le altre, lo avrebbe trovato lì. Si sarebbero raccontati le loro esperienze. Io l'ho detto ai miei quando avevo diciotto anni. Io non ho nemmeno avuto bisogno di dirlo.
Invece no.
L'ha trovato per mano ad una donna e con una fede al dito. Per assumere te hanno licenziato una madre con tre figli. Contento?

Andate tutti a fanculo.

Claudio può vedere il panico sul volto di quella creatura buona e indipendente.

"Avvicinati".

Mario esce dai suoi pensieri e lo guarda chiedendo altre risposte. Claudio sorride dolcemente.

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora