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Questo è per la scrittura. Almeno tu. Rimani fuori dal mio diario degli errori.

Claudio apre gli occhi. Si sente riposato come non succedeva da tempo. Si sente accolto dalle coperte, in un involucro di calore giusto. Sente i muscoli distesi, la mandibola rilassata, la voglia di non muoversi mai più. Solo per un secondo si chiede.

Dove sono?

Ma poi mette a fuoco quei ciuffi neri che ha davanti agli occhi e si lascia invadere dalla consapevolezza di essere nel posto giusto. È il fisico che glielo suggerisce.

Pelle come piume d'oca e brividi senza freddo. Lo stringe.

Va con la bocca sul suo collo e richiude le palpebre. Fermi così. Fuori nevica.

Mario si sveglia. Quelle braccia intorno a lui, il suo odore ancora intatto. Gli ultimi mesi pesanti nell'aria. Non sa se ridere o piangere per ciò che sta provando.

Ripensa alla notte prima, a quando sudati e incrociati, annodati dalle lenzuola: Guardami cazzo, non ne dubitare mai Mario. Mi smuovi mari e monti, mi fai amore come nessun altro.

Richiude le palpebre e si mangia una lacrima. A tradirlo sono i movimenti muscolari delle spalle. A Claudio non sfugge niente. E quindi dietro il suo orecchio.

"Ehi, non mi dire che piangi".

Vede la testa di Mario che si scuote e con la voce rotta tra mattina e pianto. "No".

Claudio ride e con la punta del naso spinge per stuzzicarlo. "Ah no?".

A Mario scappa da ridere mentre tira su col naso e si asciuga con un braccio. Claudio lo gira. Lo guarda.

Possibilmente è ancora più bello così.

"Che hai?".

Mario alza le spalle. "E dire che io non piango mai. Che cazzo".

Claudio gli asciuga una guancia.

"Devo prenderlo come un brutto segno?". Furbo lui.

Mario sorride. "Mi ha fatto effetto svegliarmi con te accanto. Tutto qua. È stata lunga ma è successo davvero".

Claudio sospira e si stende sopra di lui, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo sulle labbra, a lungo.

"Buongiorno creatura". Bacio.
"Ho dormito benissimo". Bacio.
"È stato molto bello svegliarmi con te tra le braccia". Bacio.
"Hai lottato come un campione", bacio, "bravo".

Lui è lo stesso che ha stravolto la sua vita. Ma Claudio è così. Sa riconoscere un guerriero. E quello è il suo.

Mario sorride, ha ventiquattro anni. "Quando fai il coach con me, mi ecciti".

Claudio gli tira le braccia sopra la testa. È comunque mattina e si sono svegliati insieme per la prima volta.

"Ah sì? Vuoi che ti insegni uno schema?".

Un brivido. Semplice, vero, dal tendine di Achille fino all'ultima vertebra del collo.

Le mani che si incrociano mentre i nasi si sfiorano maliziosi.

"Fai di me quel che vuoi coach. Voglio allenarmi con te, sarò il tuo allievo migliore".

E quel ginocchio sa dove andare.

Le pupille di Claudio sono nere. Mario lo fa impazzire, senza remore.

"È un programma intensivo. Giorno e notte. Notte e giorno. Festivi inclusi. Possibilmente per tutta la vita".

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora