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Stavo per dormire ma poi è arrivato il capitolo.

"Claudio cosa fai al buio?". Sara accende la luce del corridoio, Claudio è di spalle che guarda il cellulare. Si gira spaventato con gli occhi lucidi.

Ma sorride.

"Mi hai spaventato. Stavo leggendo una cosa, ero sovrappensiero". Vede perplessità nello sguardo di Sara. Ma aveva già deciso prima che la luce si accendesse.

Quando finisce la terra ed inizia il mare. Lì si trova Claudio. In una situazione assurda di cui, alla fine, si può solo ridere.

Claudio, sono io, ti voglio vedere.

Minuti immobile.

Non sono dell'umore.

Non mi interessa. Ti voglio così.

Non so cosa fare.

Vivi.

E aveva iniziato a ridere. Ridere come sa fare Claudio.

E ora mentre guarda Sara per un secondo pensa a dove possa essere la cura migliore. Dove sentirsi meno solo. Ma lo sa, lo sa benissimo. "Amore ho dimenticato i fogli della partita in ufficio. Vado e torno". Un bacio alla svelta e ciao. 

Arriva davanti al Submarine, aspetta in macchina. Ha parcheggiato un po' nascosto. Fuma una sigaretta, si rilassa. La portiera si apre. L'uragano nero entra e richiude. Claudio continua a fumare tra i vetri appannati, la radio accesa ma bassa, il riscaldamento e un mezzo sorriso strano.

"Sei venuto alla fine". Mario se lo sta mangiando con gli occhi. Stasera è così. Gli sembra ancora più bello. Il fatto che sia davvero lì. Come cogliere un fiore. Si mette comodo verso di lui.

"Stavo facendo una cosa ma poi mi hai scritto".

Ma che espressione è quella? Come quando ti dicono che aspettano un figlio. E poi nemmeno lo guarda. È Mario che si fa guardare.

"Ah sì? Che stavi facendo?".

Claudio butta fuori il fumo, sorride un po' di più. La vita è comica. Lo guarda un po'.

"Stavo pensando di uccidermi".

Il sorriso di Mario svanisce man mano che gli arriva la verità di quelle parole tramite gli occhi di Claudio.

Si guardano a lungo.

Gli occhi di Claudio sono un po' lucidi ma sorride comunque. Non sa dove guardare.

Non sa cosa aspettarsi da quel miele d'acacia seduto al suo fianco.

"Perché non l'hai fatto?".

Ok. Questo non se lo aspettava. Anche Mario sorride ora.

"Te l'ho detto. Mi hai distratto".

"E perché non mi baci allora?".

Claudio lo guarda. Un'esatta risposta non la sa trovare. Trova solo la condensa sui vetri, due labbra esotiche e l'adrenalina di sbagliare tutto ma vivere.

"Perché sono idiota".

E no. Non lo lascia replicare. Lo prende con una mano dietro la testa e lo bacia fino a trovare il senso. E Mario lo lascia fare, gli fa prendere tutto, forse anche la vita in quel momento.

Alle cose tristi non bisogna rispondere con le cose tristi. Bisogna spaventare all'improvviso, chiedere amore, parlare di cioccolata calda. Mario la pensa così.

O almeno un lato di lui.

Poi c'è la sua parte che riceve emozioni che reagisce in altro modo.

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora