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Claudio si alza da quel divanetto. Cambiato, lontano anni luce, vuoto. Un numero primo. Torna al tavolo.

"Già fatto? Sei veloce coach". Ridono.

"Non mi andava stasera. Ve la lascio se volete, adesso muore dalla voglia". Ci stai riuscendo benissimo Claudio.

"Che c'è? Il coach ne ha già troppe? Di sicuro scopa più di tutti noi messi insieme". Ridono.

Sì Claudio, quello che senti è il suono di voi due che fate l'amore per tre giorni di fila. Corri.

"Esatto Rob. Quella che ho mi basta e mi avanza. Ora che ci penso, tra poco arriva Sara a casa. Devo andare".

Sei un Urlo di Munch.

"Aspetta coach, veniamo anche noi. Tanto, questi soggetti non saprebbero nemmeno dove metterlo a una così". Ridono.

Si mettono tutti la giacca ed escono. Si avviano nel parcheggio, fa un freddo cane, le luci di Natale ormai mettono solo malinconia.

Claudio sta per salutare. Ma come se non bastasse,

"Froci dove andate?".

Fischi e risatine. Claudio gira la testa. Due ragazzi stanno passando, si tengono la mano. Paul ovviamente non si lascia scappare niente.

I due ragazzi continuano a camminare senza farci caso.

"Non vi vergognate? Chi vi dà la libertà di toccarvi in pubblico?".

A Claudio gira la testa.

Jerry si piega, raccoglie un po' di neve, fa una palla. Li prende in pieno. "Via di qua froci".

I due ragazzi spariscono dietro l'angolo. La lucidità di Claudio sparisce con loro. Non sa come si pensa, sa solo sopravvivere. Sente che deve dire qualcosa senza sapere perché.

"Bel colpo Jerry, peccato fosse solo neve".

Come?

Mentre lo dice si sente strano. Come se avesse scoperto di avere un gemello omozigote.

"Già coach, peccato. A proposito, non ti ha dato più fastidio la checca del Submarine, vero?".

Ah. Un treno ad alta velocità nelle orecchie di Claudio che sanguinano paura.

"...Chi?... Che c'entra con me... Che cazzo vuoi dire...".

"Sveglia! Il cuoco, quello italiano. Mi ha detto Paul che gli hai dato una bella lezione. Io fossi stato in te avrei fatto di peggio dopo quello scherzetto con l'hamburger a forma di uccello. Cazzo, l'avrei ucciso".

Un martello pneumatico sta distruggendo la coscienza di Claudio. Muove la bocca ma non indossa il cervello. Figuriamoci il cuore.

"Ah sì... Quello... Se lo dovessi rivedere...".

Lui non si sta rendendo conto. È troppo. Associare l'amore per un uomo al contesto in cui si trova in questo momento. La sua personalità è microscopica nell'atmosfera. Fluttua.

"Dai coach non ci pensare, magari un giorno gli facciamo una visitina eh? Cerca di dormire e saluta Sara da parte mia. Buonanotte!".

Via tutti.

Colpa. Gelosia. Ignoranza. Frammentazione.

Quelle rimangono con lui. Ma non in maniera consapevole. In un groviglio di bile che vomita mettendosi due dita in gola. Poi sale in macchina leggero di vita.

E torna a casa. O meglio. Torna tra quelle mura.

Quando entra Sara è già lì.

Le interazioni umane hanno sempre un doppio lato.

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora