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Ovviamente era uno scherzone. Non sono impazzita e nemmeno ero drogata come tanti hanno scommesso.
Avevo solo voglia di darvi quel mio lato. Perculo da na vita.

PS. Chiudo questo strazio dicendo che amo che qualcuno abbia creduto al mio passato da contadina. Poteva essere. Manco la meccanica faccio. Ahimè.

Lavoro in cooperazione e sviluppo internazionale. Baci. Fine.

Vi voglio concentrati ora.

Appena lo dice si accorge di averlo detto. Ma ormai. Vede la sorpresa nel volto di Mario. Anche confusione direi.

Tanto silenzio. Il silenzio poche volte è imbarazzante, quasi sempre è perfetto. In questo caso né uno né l'altro. È sincero ma scomodo, dirompente.

Cosa c'è da dire? Cosa significa? Come si procede?

Claudio fa un passo indietro. Mani in tasca al sicuro.

"Scusa. Non so cosa mi sia preso".

Silenzio. Mario appoggia la testa al frigo. Indecifrabile. Claudio non riesce più a guardarlo negli occhi. Altri secondi scorrono.

Claudio ride incredulo. "Va bene che è una situazione particolare ma cazzo, puoi parlare o mi devi infliggere questa tortura? L'ho detto ok, basta andiamo avanti".

Mario riporta la testa in avanti, lo guarda.

"Avanti dove? Avanti come?".

Claudio sorride. "Non ci credo. Ti dico quello che ho detto e tu mi dai un ultimatum?".

Mario incrocia le braccia.

"Se lo pensi sul serio, ripetilo".

Claudio alza le sopracciglia. "Come scusa? Ma che cazzo di risposta è? Allora tu che fai così, vorrebbe dire che non lo sei?".

Mario alza il mento. "Quello che sento io è mio e ne parlerò quando ne avrò voglia. Tu l'hai detto. Se non lo pensavi potevi stare zitto".

Claudio sospira per calmarsi. Con pochi risultati. Cammina per la stanza.

"Certo, tanto Claudio sbaglia sempre, giusto? Quando dice, quando non dice, quando fa, quando non fa. Che stupido che sono. E io che pensavo che ammettere quello che sento sarebbe stato un passo avanti. Sono proprio un coglione cazzo, come ho potuto pensarlo?".

Mario scuote la testa.

"Ti ho chiesto solo di ripeterlo, che ci vuole? Non c'entra niente che sono un uomo. Se uno lo sente, lo sente e basta. Di quante persone in questo ristorante sei innamorato Claudio? Sentiamo".

L'amore è difficile da tutte le parti.

Claudio si blocca all'improvviso. Lo incenerisce.

"Ma ti senti? Come pensi che io possa riuscire in questa cosa se quando ti dico di essermi innamorato ci metti in mezzo Sara?".

Troppe informazioni in una sola frase. Non c'è il tempo di digerire.

"Non dire il suo nome mentre dici quelle parole".

Claudio si mette le mani sui capelli.

"Ma cazzo Mario. L'hai tirata fuori tu! Ma cosa vuoi più di così? Ho bisogno di tempo cazzo! Sto sradicando la mia vita per te. Ma te ne rendi conto ogni tanto? E poi vaffanculo stronzo. Questa cosa non te la perdono. Che cazzo di risposta è? Pensi che passi le mie giornate ad innamorarmi delle persone? Pensi che avrei voluto questo?".

Era inevitabile. Mario lo stava aspettando. Sorride mentre si scosta dal frigorifero.

"Lo vedi. Forse lo sei ma non lo vuoi. E io Claudio non posso. Non importa se lo sono, non posso proprio finché tu non lo vorrai".

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora