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Eccomi.

Ah, quel bacio.

Quelle labbra unite in quel momento, in quel locale, in quella città, in questo mondo. Un maggio francese che stuzzica l'appetito. Si vedono colombe bianche, clessidre ferme, germogli.

Sembra di vedere l'alba.

Le labbra che spingono verso le altre e poi si aprono vogliose. George che, con un colpo di tosse stizzito, lascia la scena. I loro occhi sono chiusi, loro sono nascosti lì dietro.

È Mario ad aprirli per primo, con le labbra ancora sopra quelle di Claudio, con le mani appena sopra la sua vita. Si stacca e lo osserva. Le mani di Claudio stringono con i pugni la camicia di Mario.

Quegli occhi non si vogliono aprire.

"Claudio".

Niente.

"Claudio". Mario appoggia le mani sui suoi pugni. Claudio sospira e lascia andare la presa.

"Guardami".

Quegli occhi si aprono per poi sparire chissà dove. Forse tra la folla che guarda curiosa. Forse dentro se stesso. Non hanno il coraggio di guardare chi hanno davanti.

"Va tutto bene. Guardami".

Quelle biondine laggiù stanno commentando incredule.

Quelle che Claudio avrebbe approcciato con i suoi amici, che avrebbe sedotto e abbandonato per poi tornare a casa da Sara.

Quelle là stanno ridendo di lui. Del miscuglio di merda che è la sua vita. Di tutto ciò che sta perdendo. Della normalità che va a farsi fottere.

E quando si ha il cuore aperto si può essere un secondo felici e quello dopo miserabili.

Una lacrima riga il viso di Claudio. Il viso girato, imperterrito.

"Porca puttana, mi vuoi guardare o no? Mi hai baciato tu Claudio, adesso vuoi fare finta che io non esista?".

La mano di Mario va da sola verso il braccio di Claudio.

Ma lui lo sposta. Non mi toccare.

Avevo detto che sembrava, di vedere l'alba.

"Ma perché fai così? Mi hai detto che sono tuo e adesso non riesci a guardarmi. Non è successo niente, smettila di guardare gli altri".

Claudio lentamente torna a guardarlo. Quei momenti in cui si ha paura che la persona davanti a te apra bocca.

"Io non voglio apparire così. Voglio te, amo te, ma non so come fare Mario. Non so come baciarti alla luce del sole senza aver voglia di scappare".

Esistono coltelli ed esistono parole.

Gli occhi di Mario volano via.

"Claudio. Hai ammesso a Sara di averla tradita, hai preso un aereo per tornare da me. Cosa stai dicendo adesso? Devi spiegare di più".

Claudio alza le spalle.

"Sto dicendo che non so cosa cazzo fare, Mario. Che ti voglio ma non voglio essere per il resto del mondo ciò che sarei stando con te. Lo capisci? Capisci che è un cazzo di problema? Capisci che sono immobile?".

La luce del locale gira su se stessa lasciando Mario nel completo buio e poi tornando ad illuminarlo in pieno viso. Un lampo.

"E tu lo capisci che mi sono rotto il cazzo, vero?".

Torna il buio.

La musica continua mentre loro due si guardano morendo.

Claudio non si sta rendendo conto. È troppo occupato dalla viscerale sensazione di volersi togliere di dosso quel giudizio sociale. Non sta capendo le parole di Mario.

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora