14

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Il mio 14, la mia vita. Di solito non uso le canzoni in questo modo ma so che sarete con me. Scusatemi.

Un mese dopo. Il Natale si sta avvicinando. Le strade sono piene di lucine di ogni forma e colore. Fa davvero freddo.

In tutti i sensi. Le ossa di Claudio non si scaldano più. Le labbra di Mario sono sempre viola.

Se vi state chiedendo il ruolo di Sara in tutto questo, è semplice. Non ci prendiamo in giro, ci si accorge del minimo cambiamento della persona che si ama, subito. Da come beve il caffè, da come si mette disteso, da come si fa la barba, da come si veste. E ovviamente.

Da come ti guarda.

E Sara dentro di sé lo sa che c'è qualcosa di diverso in suo marito, che le sue magliette non escono più pulite come prima, c'è quella macchia che non si toglie. Ma quando sei innamorato vai avanti, continui, speri con l'anima.

Stasera c'è una serata di beneficenza al Submarine. Mario ha riniziato da una settimana a lavorare lì, dopo che Dany e Isabel sono andati a prenderlo di peso a casa. Ma stasera ha la serata libera. È uno spettacolo di artisti amatoriali organizzato per raccogliere fondi per alcune associazioni sportive.

Claudio e Sara sono stati invitati ufficialmente, il coach della squadra giovanile di basket deve andare per forza. Sarebbe un controsenso non farlo. Hanno accettato con piacere.

La carcassa di Claudio ha accettato tralasciando la sensazione di fine che ha provato sentendo Submarine.

Entrano e prendono posto ad un tavolo alla destra del palco, abbastanza al buio. Salutano più persone. Durante questi eventi sembra tutto più vero, sembra che il senso in fondo esista. E Claudio non sa se è un bene o un male sentire questa sensazione di realtà, proprio in quel posto. Non si guarda nemmeno attorno, sa che non lavora più lì.

Anche se tutto, tutto urla lui.

La serata inizia tra attori emergenti e comici che non fanno ridere. Qualche sketch per bambini. Adesso è la volta dei cantanti. Claudio esce dal bagno e torna a sedersi. In generale, gli artisti escono dalla cucina e salgono sul palco. Il presentatore prende il microfono. Claudio sta dicendo qualcosa nell'orecchio di Sara, su quella coppia là, sul figlio degli altri.
"Adesso è il momento del terzo aspirante cantante. State attenti ad applaudire perché poi dovete mangiare il suo cibo".

Un orecchio di Claudio sente queste parole. C'è l'udito e poi c'è un'altra forma di ascoltare, di sapere. Il suo cuore si ferma un secondo mentre gira la testa verso il palco. "Fate un bell'applauso per Mario".

Il locale urla, fischia e applaude. Claudio è muto. Avvolto dal buio, non sente più le parole di Sara, sta affogando. Lo sta vedendo che sorride, che entra, che sale. Sta vedendo tutto di lui dopo un mese. La sua bellezza struggente, la sua energia. Il fatto che sia un uomo ma che Claudio veda solo ciò che è, veda solo quei loro baci. Claudio sta vedendo tutto questo e sta scomparendo in una voragine.

"Buonasera a tutti. Io mi chiamo Mario, di solito vi cucino hamburger ma stasera voglio cantarvi una canzone che voi non capirete perché è in italiano". Qualche risata, una pausa.
"Ma non importa, non deve essere capita da tutti. Chi deve capire capirà". Si va a posizionare davanti all'asta.

Il cuore di Claudio non esiste più o esiste troppo, è un cavallo impazzito, ha paura di avere un infarto. A chi si riferisce? Mi avrà pensato? Dove sei stato per un mese, cosa hai fatto, ti sei dimenticato? Eri già così bello?

Iniziano le prime note. La sala diventa silenziosa. Sara stringe la mano a Claudio, si avvicina al suo orecchio. "Questa canzone è bellissima". Claudio non la guarda. Iniziano le prime parole.

Liberi. Ci sembrerà di essere più liberi se dalle nostre mani non cadranno più parole per noi due.

La mano di Claudio lascia quella di Sara e cade senza forza sul fianco.

E sarà più semplice sorridere alla gente senza chiederle se sia per sempre o duri un solo istante e poi che ce ne importa a noi.

Gli occhi di Mario si aprono. La luce riflette nei suoi occhi neri. Lui non sa dov'è ma sa che c'è, sa che è lì da qualche parte in mezzo alla gente. Stringe il microfono con le mani. La voce graffia in fondo a dove fa male.

Tanto basta così... così, scendiamo qui... qui
Che senza di noi c'è la libertà.
Si ma basta così... così, fermiamoci qui.

Senza di noi c'è la libertà. A Claudio sanguinano le orecchie. Il dolore nella voce di Mario di non essere libero. Perché il mondo è così. La prigione di Claudio, sente quelle parole, sente che sta per crollare. Vede quegli occhi neri cercare, parlare. Fermiamoci qui, come un mese fa, come deve essere. Rinizia. Un piccolo sorriso sul viso di Mario che annuisce e poi dal niente guarda dritto verso Claudio, verso il buio. Lui sa. 

Ridere. Sarò sorpreso poi a vederti ridere senza il bisogno di dover decidere. Per chi se non per me.

Alza le spalle, Claudio può vedere i suoi occhi lucidi e sente le cascate dietro le sue pupille. Così intimo, così profondo, così crudo, tutto questo è una lama di verità nella gola. Quel ragazzo sul palco intende ogni parola.

E allora sarà facile tagliare l'aria se non lo si farà in due e ti vedranno correre su cieli di ciniglia e di popcorn.

Prende fiato per poi liberare la voce un po' rotta.

Sì ma basta così, così.
Scendiamo qui, qui.
Che senza di noi c'è la libertà.
Sì ma basta così, così.

E tu baciami qui, qui

Che l'ultimo sia e poi e che senso avrà.
Tanto basta così, così.

Fermiamoci qui

Liberi, ci sembrerà di essere più liberi e intanto farò a pugni contro il muro per averti ancora qui.

Tutta la sala è in silenzio, le mani di Mario tremano, riprende fiato, esce. Sara non fa in tempo a girarsi che Claudio si sta alzando. E sta affogando di lacrime, di tutto, ed esce anche lui.

Aria.

E cammina veloce e quasi corre e gira l'angolo e come un fulmine a ciel sereno, lo vede uscire, veloce lo prende per mano e lo trascina dietro l'angolo.

E uccidetemi ma fatemi vivere ora. Voglio sentirmi libero.

E tu baciami qui. Lo guarda con le lacrime, si butta, lo bacia.

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora