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Ci sono delle bestie che si insinuano nella mente e crescono. Magari non te ne accorgi. Un giorno qualunque si posano lì, tra un semaforo e l'altro, tra il caffè e il conto. A caso. Si insinuano e decidono di crescere senza preavviso, cambiando la persona che sei.

Claudio sente ancora la voce di Mario nel suo orecchio, il tocco delle sue labbra sul braccio. Non è un pensiero cosciente, semplicemente arriva e gli provoca malessere, ansia, agitazione, sporco, nausea, terrore. Tipo l'altro giorno mentre ha aperto gli occhi e c'era Sara sopra di lui, sua moglie. D'istinto ha sorriso e l'ha afferrata per baciarla. Ma sapete? Quando baci una persona che ami i pensieri spariscono, in quel momento non formuli, in quel momento subisci emozioni. È una sensazione stupefacente che non smette fino a quando non decidi, insieme all'altra persona, di fare una pausa. E lui lo stava vivendo. Ha preso sua moglie e si è tuffato sulle sue labbra senza pensare, felice. Ma poi eh. Poi quella cosa nel suo cervello si è svegliata all'improvviso e lui si è sentito morire dentro. Un secondo. Mentre stava baciando la donna che ama, per la prima volta da quando la conosce, si è immaginato un'altra persona. Un millesimo di secondo in cui ha perso la concentrazione. Non succede. Se sei innamorato nel profondo, questo non succede. Almeno nelle storie come quelle di Claudio e Sara.

E poi. Il problema vero è un altro. Il problema che fa uscire di testa Claudio non è aver perso l'equilibrio per mezzo secondo. È il fatto che in quell'immagine veloce, in quell'anfratto della sua mente dove vive un ospite indesiderato, lui non ha visto una cosa qualsiasi.

Lui ha visto un uomo. Lui ha visto nero.

Dato che ha avuto paura di morire quando, da solo in bagno, ha iniziato a farsi prendere dal panico vero pensando a cose assurde, alla sua vita finita, a quel film che ha visto una volta, poi ha fatto dei respiri enormi e si è voluto voler bene. Si è sciaquato la faccia e si è preso del tempo per riflettere razionalmente. O meglio, per trovare una soluzione razionale ad una cosa che di razionale non ha assolutamente niente. Cosa ha ottenuto? Che ci sono persone al mondo che si fanno le seghe pensando a dei piedi, persone che si fanno incatenare con una mela in bocca, persone che trovano erotica una ragazzina vestita da cartone animato, quelli che vanno a puttane un giorno sì e l'altro pure. Il sesso fa schifo e l'uomo ancora di più. Può succedere no? Che si trovi eccitante qualcosa di diverso dal solito, un capriccio, evidentemente la tua mente cerca dei modi originali per uscire dalla quotidianità. Ecco. Il fatto di trovare minimamente sexy un uomo, Claudio ha deciso che deriva dalla noia. È comunque un uomo sposato, fedele. Può essere che abbia qualche debolezza. Giusto?

Troppo facile. Claudio è tante cose ma scemo assolutamente no. E infatti, il tempo di rassicurarsi con questa stronzata e guardarsi allo specchio, che il terrore torna. L'intelligenza batte la razionalità quando questa viene costruita in modo fittizio. Può pensare quello che vuole ma quella domanda gli rimane irrisolta e paurosamente enorme.

Perché lui e non una qualsiasi donna?

E così. Come si vivono queste cose che ti mangiano l'anima, Claudio l'aveva vissuta in totale solitudine e silenzio, continuando a vivere come se niente fosse ma senza voglia di vivere.

Dieci giorni dopo Claudio sta uscendo dal suo ufficio. Quando si gira per andare a casa, lui è lì. Di fronte a lui nel corridoio.

Volete sapere cosa pensa Mario? Mario è giovane, forse un po' irresponsabile. Lavora, si mantiene, ovviamente sa cucinare. Ma per lui le conseguenze sono sciocchezze che rovinano la vita. Se si pensa alle conseguenze allora che cazzo ci fai con quella maionese in mano? Allora quando esci di casa, controlli le tegole, giusto? Per lui tutto ha una soluzione e passare la vita a evitare delle conseguenze significa non vivere davvero. Questo lo rende affascinante ma anche totalmente senza controllo. Non è un cattivo ragazzo, riesce anche ad impegnarsi nelle relazioni, si è innamorato in passato. Ma vive di sogni senza avere mai il rimorso per chi si deve calpestare per realizzarli. Come quando aveva liberato tutti i cani del canile vicino casa sua e poi uno aveva causato un incidente e un altro aveva morso una bambina. Ecco, a lui importano i cani rinchiusi in gabbia, il resto sono effetti collaterali di una cosa già sbagliata in partenza. Non è pazzo, ovviamente distingue il bene dal male ed è un ragazzo assolutamente normale, semplicemente fatica a porre dei limiti.

Diciamo che se Mario percepisce una sensazione, il suo problema non si chiama Niccolò, il suo problema si chiama eterosessualità. E lui quella sensazione l'ha percepita eccome. Non se lo sarebbe mai aspettato, non gli è mai successo prima, non l'aveva nemmeno cercata a dirla tutta. Ma così, dal niente, l'aveva percepita quella volta che si era soffermato negli occhi di Claudio senza riuscire a guardarlo. Lui, ad una cosa del genere, non potrebbe mai passare sopra. E quindi, mentre Claudio dimagrisce a vista d'occhio e non dorme, Mario fa sonni tranquilli e riflette sul da farsi.

O almeno ora. Ora fa sonni tranquilli, poi dovrà crescere.

"Ciao". Mario sorride e si stacca dal muro su cui era appoggiato. Claudio è senza parole. Mario indica l'ufficio. "Allora sei davvero il coach". Claudio non sta capendo. È come se il suo incubo avesse la capacità di parlare davvero. Mario lo guarda meglio. "Stai bene? Sembri un po' sciupato". Claudio sente i suoi occhi addosso e non li vuole, si sveglia. "Mi spieghi che ci fai qui? Mi segui per caso?". Mario ride. "Ho di meglio da fare. Sei tu che mi hai detto che alleni i ragazzi. Ricordi?". Claudio mantiene la mascella serrata. "Sì beh, che vuoi?". Mario alza le spalle. "Niente. Avevo voglia di vederti". Claudio sente la saliva fermarsi all'inizio della sua gola. Mario mette le mani nelle tasche dei jeans e riappoggia la schiena alla parete, appoggiando un piede sul muro. Appoggia anche la testa, il suo pomo d'Adamo sporge. Claudio chiude gli occhi. Respira. Il suo tono è fermo. "Se vuoi dirmi qualcosa fai veloce, ho da fare". Ma Mario sta in silenzio, continua a guardarlo. Claudio non sa come scappare da quello sguardo. Poi Mario parla.

"No, non ho niente da dirti. Ma mi ero stancato di pensarti, volevo vederti davvero".

Porca. Troia.

Claudio si sente male. Si sente svenire. Perché se quell'essere davanti a lui dice così significa che lui non si sta immaginando un cazzo. Che anche una cosa minuscola è successa nella vita reale. Inizia a camminare avanti e indietro di fronte a Mario. Poi si ferma incazzato. "Senti, cosa vuoi da me? Vuoi dei soldi? Mi vuoi ricattare? Che cazzo vuoi dalla mia vita? Perché non mi lasci stare e la smetti con questo giochino?". Il suo petto si muove senza sosta. Mario è fermo, un po' perplesso. Ma è calmo, lui è sempre calmo. "Nessun giochino. Tranquillo Claudio, non voglio niente da te, nessun ricatto". Claudio abbassa piano piano le braccia. Si appoggia alla parete opposta perché si sente cadere. Lo guarda davvero. "Per favore. Lasciami in pace". Mario nota la sofferenza nella sua voce. Sorride, si scosta dal muro, le mani sempre in tasca, si ferma nel mezzo del corridoio davanti a Claudio.

"Va bene. Ti lascio in pace. Ma sai com'è, io sono gay, tu sei un uomo. Che colpa ne ho se quando ti vedo ho voglia di baciarti? Spero di riuscire a resistere. Ciao Claudio".

Via.

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora