Note Finali

4.9K 397 92
                                    

Lo so che non ve lo aspettate. Che starete pensando: com'è possibile? Lori non scrive cinquanta capitoli? No, ne ho scritti quaranta.

Questa storia per me finisce così. Senza altre spiegazioni. Quello che voglio fare io è scrivere pezzi di storie di vita. Questa era la storia di un uomo sposato che si innamora di un ragazzo. Ho cercato di farla il più realistico possibile. Per me, in questo specifico caso, la realtà doveva rappresentare una lotta. Cambiare la propria sessualità e abbandonare la propria vita non può essere, nei miei gusti, romanzato con un vissero felici e contenti.

Non sto assolutamente dicendo che non vivranno una vita felice ma che io volevo scrivere la storia dell'innamoramento, della confusione, della rincorsa. Che poi la vita la lascio vivere a loro. Sapranno da soli come vivere il loro profondo amore.

Non siate malinconici. Io ho messo qua dentro, forse come mai prima, i miei lati più neri. Ma la verità nella storia la trovo poetica. Questa storia la conservo con un attaccamento feroce. La proteggerò e cercherò di portarla il più in là possibile se mai ne avrò la possibilità. Mando un bacio a tutte le persone che sono state su quel trampolino. Adesso vi voglio vedere su tappeti elastici.

Mi dispiace per chi mi ha vista persa. Non so da cosa sia dovuta l'impressione. Ma non mi troverete mai uguale alla storia precedente. Questo è un augurio che mi faccio. L'altro è di non scrivere mai ciò che penso vogliano i lettori invece di ciò che, per me, è perfetto nella mia testa.
Spero che qualcuno, come per le altre storie, si porterà questa nel cuore. Questa specifica. Non ho una preferenza io. Non ho storie meno vere o più pianificate. Ho semplicemente una cascata di spettri di colori, come ognuno, e ogni storia rappresenta una minima parte di quello che vedono i miei occhi. Ogni volta è speciale a suo modo.

Fiori d'arancio nel nero di seppia sarà sempre il mio bacio alle lacrime del mondo. Con la speranza che, chi lotta, sempre vinca.

Per quanto riguarda l'argomento Fanfiction, mi prendo del tempo per pensare. Se questa dovesse essere l'ultima, per ora, lo sarà con una stretta al cuore. Quei due nomi erano la mia ancora di sicurezza ma non è da me farne un'abitudine. Il mio amato destino. Doveva andare tutto esattamente così.

Dovevo vedere quel trono. Il trash della televisione italiana, a me, figlia di un ambiente di intellettuali di sinistra ma nata per osservare ogni dettaglio e trovare emozione in ogni dove, doveva mettermi davanti quei due ragazzi e farmi perdere la testa. Quel trono iniziato il giorno del mio ventritreesimo compleanno.

È ironico, tutto. Stavo lasciando l'Italia per un tirocinio di cinque mesi. Me lo sono vista puntata dopo puntata, su witty. Distante da tutto, il mio svago nascosto. I miei occhi hanno iniziato a sognare. Percepivo pure voi che stavate vivendo le mie stesse emozioni. E poi, a gennaio dell'anno scorso non ce l'ho fatta. Ho preso questo stesso cellulare ed ho iniziato a scrivere.

Buffo. Ho scritto tre storie con un cellulare e un caricabatterie. Nel frattempo lavoravo di un lavoro per il quale avevo studiato. Nel frattempo ho perso persone, ne ho trovate altre centinaia. Ho viaggiato, ho sofferto molto. Ho fatto terapia, ho sconfitto alcune paure. Scrivevo senza rendermi conto. E tutt'ora lo faccio.

Le copie che avete in casa sono auto pubblicate. Significa che ho fatto tutto da sola, per l'emozione di vedere quella carta. Ma avere una casa editrice è un treno che molte, molte persone aspettano tutta una vita.

Il mio destino romantico. Questi tre mesi in cui ero sparita non era per zingari. Ma, dopo otto anni dalla mia iscrizione, un giorno come un altro, quella tesi l'ho iniziata a scrivere. Quella tesi l'ho scritta. E quella laurea me la porto a casa tra pochi giorni. Perché è comunque frutto di tante prove superate. E nel frattempo, il posto per cui lavoro, dopo tre anni in cui ho imparato tutto, mi è cambiata la vita, ho lavorato con persone di tutto il mondo, è arrivato alla sua chiusura.

Buffo. Negli stessi giorni mi laureo, rimango disoccupata. È bellissimo. Cambiare e cambiarsi è sempre bellissimo. Energia nuova. Si cambia canale. Venticinque anni di una storia. Ora ne inizia un'altra. Si vede che doveva andare tutto così.

Da quel 14 settembre allo scorso martedì. Quando la casa editrice mi ha davvero chiamata. Quindi mi ritrovo laureata, disoccupata e con un contratto editoriale in mano. Un anno ti può cambiare la vita. Nel mio caso mi ha preso per le caviglie e mi ha fatto vomitare l'anima.

Non so perché vi dico tutto questo. Perché nel raccontarsi spero sempre di mandare qualche messaggio. Questo è solo l'inizio.

A presto. Lori.

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora