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Questo è per Paola e i suoi occhi. Spero che almeno questa riga ti venga letta da Giusy.

Mario chiude la porta. Claudio è lì che lo guarda. Sindrome di Stoccolma, un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore. Questo traspare dalla sua espressione.

Mi hai rapito, fai di me quel che vuoi. E Mario inizia.

"Sai ballare?".

Claudio sorride appena mentre Mario lo osserva, lo punta. "Mi difendo". Mario si morde il labbro inferiore all'interno. Accende la luce più piccola.

"Sai muovere il bacino?".

Claudio ride.

"Lo so muovere quando serve. Non ti preoccupare".

Terminazioni nervose del piacere. Toccate. Senza paura.

Mario sorride verso il portatile. "Conosci Wild Thoughts? Quella con Rihanna. La passano sempre alla radio mentre lavoro". La mette.

I bassi pompano all'improvviso. La stanza si ovatta.

Claudio annuisce sorridendo. "Ti piace?". Mario si avvicina e lo guarda.

"Mi fa pensare a te. Quando sono con te tutto quello che ho sono pensieri selvaggi. Dice così, no?".

È vicino. Claudio si morde le labbra. "Credo di sì. Ed è vero?".

Claudio. Che vuole sapere.

Mario sorride mentre si muove leggermente seguendo il ritmo, gli sfiora la guancia con la punta del naso e annuisce.

"Verissimo. Anzi no. Anche quando non sono con te. Sempre".

La vertebra con cui inizia la spina dorsale di Claudio, si solleva.

"E cosa pensi?".

Claudio. Che vuole sentire.

Mario che gira e va dietro di lui. Che gli tira un po' su la maglietta facendo scorrere la stoffa sulla pelle.

"Penso che voglio vedere cosa c'è lì sotto. Penso a te che giochi a basket. Penso a te che ti fai la doccia dopo. Penso a tante cose".

Lo afferra da dietro all'improvviso mettendogli le braccia attorno al busto, bloccando le sue e stringendo forte, spingendolo a muoversi con lui.

Sorride sul suo collo. Sorride dai suoi ventiquattro anni. Sorride perché ha lui.

E anche Claudio. Si lascia guidare sorridendo. Col suo fare sportivo, da duro ma sexy. Che sa.

"E tu pensi a me?".

Mario. Che muore dalla voglia di chiedere.

Claudio butta in avanti la testa ridendo leggero. Mentre continuano a girare, mentre Mario lo stuzzica con le labbra sulla pelle della spalla.

"Chiedimelo in un altro momento. In questo momento potrei giurare di non aver mai pensato ad altro".

È che Claudio sa.

Mario si mette con il viso esattamente dietro al collo di Claudio. Un'unica figura. Si nasconde da se stesso e da quello che sente.

"Non mi dire così. Mi fai arrossire".

Claudio ride.

Ma Mario è anche l'altro.

E infatti è un attimo in cui gira Claudio e lo stringe da davanti, guardandolo e prima di baciarlo.

"E mi fai eccitare".

Quelle lingue che si muovono sui bassi, sulla musica da ballare a piedi scalzi una sera d'estate tra pantaloncini da basket e tequila.

Fiori d'arancio nel nero di seppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora