Nel frattempo si vive.
Fa una fottuta paura sentire dentro la possibilità di non essere chi si è sempre pensato. Ti tremano gli organi. Hai sempre visto bianco e tutto d'un tratto vedi nero. Ti perdi nel grigio. Grigio come il cemento che ti blocca le vie respiratorie, grigio come i colori che non sai più distinguere. Ti guardi allo specchio ma sei trasparente. Dove sono? Non esisto più.
Claudio si sente così. E credetemi, è dilaniante. Anche se spingi tutto giù e scuoti la testa, rimane lì, non c'è niente da fare. Ogni tanto mentre cammina si deve fermare perché gli gira la testa. Ogni tanto mentre allena, un ragazzo gli strattona il braccio e richiama la sua attenzione perché non sta dicendo una parola da dieci minuti. Ogni tanto mentre Sara gli parla corre in bagno e piange. È una tortura.
Mario dopo quel giorno nel corridoio, era tornato a casa e aveva lasciato Niccolò. Questa volta davvero. "Sei incredibile, mi avevi giurato che ti eri sbagliato, che avremmo riprovato". Silenzio. "Lo so ma non ci posso fare nulla. Preferisco essere sincero. Penso ad un altro". Senza altre spiegazioni era uscito da quella casa per poi andare nella sua. Si era chiuso in camera e senza grandi motivi, era uscita qualche lacrima pure a lui. Sinceramente. Questa situazione non è bella per nessuno. Da qualsiasi punto di vista la guardi è una tragedia che fa un male cane. Ma che cazzo ci puoi fare? Se quando chiudi gli occhi sogni delle labbra e quando entra qualcuno nella stanza sogni degli occhi, cosa puoi fare? Puoi passare oltre, sforzarti a fartela passare, concentrarti su altro, cercare quella cosa in occhi diversi.
Anzi no.
Lo puoi fare ma non lo vuoi fare. Tutta la tua energia non lo vuole fare. E se lo fai ti senti privo di questa energia, ti senti contro natura. E Mario lotta da tutta la vita per dimostrare che contro natura lui non ha proprio niente. E quindi esce con Dany, va a ballare fino a tardi, si beve una cosa mentre osserva la pista, la fauna. Ma quanto vorrebbe cazzo. Quanto lo vorrebbe vedere in mezzo a quella pista libero come l'aria.
E invece no. Non lo vede da due settimane. Non ce la fa più a masturbarsi pensando a lui. Inizia quasi ad odiarlo. Nessuno prima gli si era fissato nella mente in questo modo. Senza nemmeno toccarlo.
Claudio fa molto sesso. Ogni momento è buono. "Cla, non vorrai mica mettermi incinta? Tu lo sai che io sono pronta". La guarda impassibile. "Perché no. Forse è il momento giusto". Sara lo osserva. È da un po' che lo osserva. "Eppure mi sembri strano. Non so che ti prende in questi giorni". Claudio la bacia. "Niente, non mi prende niente".
E invece sì.
È la sera della prima partita come coach. Claudio è concentratissimo sui suoi ragazzi. Gli spalti sono pieni. Ama quella sensazione, l'odore dello sport, il rumore delle scarpe sul pavimento. Questo è il suo paradiso, dove si scorda tutto. Lui vuole vincere, sempre. Sta attento ad ogni minimo dettaglio, si incazza con l'arbitro, parla all'orecchio dei sui ragazzi, incoraggia. Il cuore in gola dal primo minuto all'ultimo. È in campo con loro, è sempre la partita più importante. Il fatto di staccarsi dai pensieri lo aiuta moltissimo. Il problema è che se ne stacca talmente tanto che poi gli cadono tutte le certezze che a fatica ha ricostruito. Si scorda cos'è giusto pensare.
Vincono. Una bella partita, è fiero della squadra, si sente invincibile. Fanculo. Io sono questo. I genitori sono innamorati di lui. Inutile dire che le madri mostrano improvvisamente un forte interesse per il basket. I padri lo vogliono sempre di più nel giro. Oggi è d'obbligo. La tradizione. Tocca a te come è toccato al coach Finnis, a suo padre e al coach prima. Quando si vince la partita, tutti, e dico tutti i genitori ed i ragazzi vanno al Submarine. Il locale è vuoto per loro, è così da sempre durante il campionato. Il sabato sera il Submarine è aperto per quello. Sara ha già accettato prima che Claudio possa rifiutare. In realtà non vuole rifiutare, vuole fare parte della tradizione, vuole essere uguale agli altri, vuole seguire le orme, essere ben accetto, vuole sentirsi del gruppo, vuole essere un punto di riferimento, vuole gioire della vittoria, vuole che Sara diventi amica delle altre, vuole farsi tre birre con gli altri, vuole seguire tutto il cazzo di manuale.
E poi. Muore dalla voglia di andare in quel posto e vedere chi c'è.
Arrivano tutti in gruppo. Riempiono il parcheggio. Sono rumorosi, tanti, cafoni, felici, una massa di schiamazzi e complimenti per questo e per quell'altro. Poi c'è Claudio che con le mani in tasca li segue titubante fino a dentro. E via di birra e musica e festeggiamenti. La testa inizia ad annebbiarsi il giusto. Quel poco che ti permette di disinibirti, di parlare con la tua vera bocca. Claudio si sta divertendo. Sara è da qualche parte che balla come una pazza con altre ragazze. È tutto come dovrebbe essere se non fosse che in quel locale c'è una cucina. Lì, appena dietro quella porta. Ed è stato un attimo ma gli occhi di Claudio fissi sull'obló della porta hanno visto dei ciuffi neri.
Mentre beve la birra si chiede, è davvero lì dentro? Perché non esce? Ogni poco esce a fumare, vuole vedere chi c'è fuori. Ma fuori non c'è nessuno. E quindi torna dentro, torna sullo sgabello, in mezzo alla gente e ne ordina un'altra. E ride qua e là ma dove cazzo è? Nessuna hamburger a forma di cazzo stasera? Poi incrocia lo sguardo di Sara. E che cazzo dici Claudio, smettila. Va in bagno a pisciare, ci sta più del dovuto. Prima di uscire tira un pugno alla parete giusto per sentire. Basta porca puttana. Torna nella sala pronto per andare avanti. La sua voce si alza un po'. Mi vedete? Sono qui con voi. Un'altra birra, sono tutti molto più ubriachi di lui. Non sa perché. Continua a bere ma la sua mente rimane parecchio lucida. O anzi, rimane con un pensiero lucido. Dio santo. La musica si alza. Sono tutti persi. È una musica nata per stare in quel pub a quell'ora. Chi balla sui tavoli, chi è disteso per terra.
I'm Shipping Up To Boston - Dropkick Murphys
E Claudio sente la potenza della musica. Sente le sue gambe impazienti, la sua testa scoppiare, il suo cazzo parlare. Ma cosa cambia? Se per una volta fai una follia e non segui le regole, cosa potrà mai succedere? La musica sempre più alta, gli animali intorno a lui, la risata di Sara in lontananza ma lui non riesce più a pensare. Riesce solo a sentire quella fitta in mezzo alle gambe, quel frutto proibito che ha in mezzo alla gola da settimane, quell'inferno dove si sente sprofondare. Lui ci vuole entrare dentro. Solo un'occhiata, devo smettere di sentire questo fischio fisso alle orecchie e lasciarmi trascinare da questo ritmo.
Si alza, appoggia il bicchiere, passa in mezzo a tutti, si lascia lo zoo alle spalle, non riflette, agisce. Apre quella porta.
Lo vede là, appena dietro gli scaffali, appoggiato al muro che fuma verso la porta aperta sulla strada.
Si lascia inglobare dalla musica e scompare. Claudio scompare e riappare all'improvviso davanti ai suoi occhi impauriti, sorpresi, increduli.
E non c'è nemmeno il tempo di pensare.
"Mi sento morire".
Lo bacia.
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Fiori d'arancio nel nero di seppia
FanficCOPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI Ciao diavoli ???? Loro sono la mia ispirazione per ora. Vediamo dove ci porteranno questa volta. Tenetevi pronti come sempre. Questa è la storia di un fulmine a ciel sereno. Sempre con voi. Lori