kth

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agosto di 2 anni dopo
Tutto partì da quella sera di agosto. Quella fu la volta in cui l'ansia e la paura presero il sopravvento su di me.
Quando arrivai a casa, iniziai a raschiare la mia pelle, cercando di uscire da essa e a colpirmi la testa, cercando di smettere di pensare.
Quando Jimin mi trovò nella mia stanza, con le mani sporche di sangue e vari raschi sul mio corpo, chiamò la clinica che adesso si prende cura di me.
Dopo due anni, sono ancora qui.
Senza di te.

Il secondo maggior problema che ho dovuto affrontare- dopo la tua mancanza- è stato parlare con un totale sconosciuto della mia vita.
Quando iniziai a vederlo, ogni settimana per quattro volte, mi chiedeva del rapporto che ho con il mio corpo e quanto vorrei evadere da esso.
Se il mio corpo è il mezzo per stare vicino a te, Kook, allora lo terrò per sempre.

"A cosa stai pensando?" mi chiede, svegliandomi dai miei pensieri.
"Cose." risposi semplicemente.
Sono veramente stanco di spiegare sempre tutto, tu sei l'unico che mi capisce.
"Quali cose?" si toglie gli occhiali, ma tiene sempre lo sguardo basso. Forse lo fa per non mettermi in soggezione.
"È complicato." gli rispondo in modo staccato.
"Prova a spiegarmele, dopo ti sentirai meglio."
Dubito di riuscire a sentirmi meglio, se non sento te accanto a me.
"Ricordo di come iniziai a sentire di non appartenere più a me stesso. Io sono dei miei pensieri e delle mie opinioni, sono loro che scelgono cosa fare. Lentamente, quella sera, hanno iniziato a prendere il sopravvento ed è quando ho iniziato a perdere me stesso.
Voglio solo ritrovarmi e non credo di riuscirci completamente senza di lui." gli confesso riferendomi a te.
"Non eri tu il primo a dire che bisogna trovare se stessi da soli? Cos'è cambiato?" mi domanda con voce piatta.
"Lo credo ancora. Io voglio stare bene con me stesso, per poi stare bene con lui- se non sto bene con me stesso, come posso star bene con lui?" parlai nervosamente, iniziando a rigirare le mie dita e a guardare altrove.
"Lui pensi che stia bene ora?"
"Lo spero con tutto il cuore. Non sopporto l'idea di vederlo triste, come quella sera."
"Non gli hai mai detto tutta la verità però." puntualizza lui.
"Non ho avuto il tempo per dirgliela." alzò le spalle, sospirando ancora per tutto il tempo passato e ormai sprecato.
"Pensi ancora che lui meriti qualcun altro?" mi chiede, riportando a galla le mie insicurezze e timore di qualche tempo fa.
"Si, prima lo pensavo, ma ora ho capito che ci meritiamo a vicenda. Mi merito l'amore di Jungkook, ho sofferto così tanto per averlo, di certo ora non mi tirerò indietro." affermo deciso.
"Gli ho parlato qualche giorno fa, ha chiamato ancora per avere informazioni su di te con la scusa di controllare se le lettere fossero arrivate. Ha detto che vuole esserci per te, anche se non fisicamente. Vuole vederti felice perché tu vuoi esserlo, non per far felice lui." mi rivela e sgrano gli occhi
"Io voglio essere felice con lui." quasi gli urlo dalla frustrazione. Noto il suo sguardo sorpreso e mi ricompongo, sospirando sonoramente.
"Tra poco è il suo compleanno— sussurro— vorrei andare da lui." lo guardo in modo supplichevole.
"L'univa cosa che può farti uscire prima è essere costante nel prendere le tue medicine- non fare come due anni fa, dove le prendevi quando volevi e quante ne volevi."
Per il resto della seduta abbiamo parlato del mio rapporto con quelle medicine e sul tempo che darà i suoi frutti.

Mi manchi tremendamente, Jungkook.
Mi hai aspettato? Io sì, il mio cuore non ha smesso un attimo di battere per te.

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domande?

(scusate eventuali errori)

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