Capitolo 1

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Quando meno te lo aspetti tutto ti crolla addosso.

Quando realizzi che, dopo 8 lunghi anni di relazione, vi lasciate, capisci che nessuno al mondo potrà mai aiutarti a superare quel momento di vuoto che provi dentro.
Nessuno potrà mai aiutarti perché, forse, non hai veramente nessuno, come nel mio caso. Qualche amica che senti per messaggio una volta alla settimana, ma un gruppo di amici con cui uscire e divertirti, che ti supportano, non l’ho mai avuto.
Perdendo lui ho perso tutto. Ho perso l’unica persona con cui passavo il mio tempo libero, con cui condividevo tutto, la mia vita. Tutto ciò a causa di una madre iperprotettiva, opprimente, che non lascia che il proprio figlio viva la sua vita lontano da lei.
Lui non è riuscito a comprendere ciò che gli dicevo in merito a ciò e ha preferito lasciarmi invece di reagire e di dire a sua madre che forse stava esagerando.

Allora l’unica cosa che puoi fare in un momento così è prendere un biglietto del treno, preparare la valigia e andare dall’unica vera amica che hai, ma che purtroppo vedi raramente perché abitate in due regioni diverse.
Circa 7 ore di viaggio, con cambio a Milano. Il viaggio più terribile che abbia mai fatto, perché onestamente poi ti metti a guardare fuori dal finestrino e, ovviamente, ti passa tutta la vita davanti.

Dopo una settimana di permanenza a casa di Matilde, torno a casa, anche perché non mi ero portata nulla per poter continuare la tesi (si, dovevo pure laurearmi). Settimana fatta di pianti, lunghi pianti e diciamo che una sera non è mancato l'alcol. Ero distrutta.

Quasi dimenticavo. Il mio nome è Caterina, per gli “amici” Kate, ho 22 anni, sono un’UDM (=Universitaria Di Merda) e non voglio descrivervi come sono fisicamente, vi lascio piena immaginazione.

Dopo circa un mese e mezzo la situazione non era cambiata per nulla, anzi era pure peggiorata a causa dei parenti insistenti “Ma allora il moroso dov’è?”, “Ma cos’è successo?”. Ma io dico… gli affari vostri mai?!

Altro biglietto, altro viaggio.
Questa volta, però, decido di non compiangermi addosso, ma cercare di andare avanti e voltare pagina, andare in giro, divertirmi e pensarlo il meno possibile.

Così non è stato. Appena sono arrivata in stazione ho abbracciato Matilde e sono scoppiata in lacrime. Va bè dai.. era solo un pianto di sfogo.
E invece no.

Arrivate a casa inizio a raccontarle quanto successo in questo mese e scoppio di nuovo a piangere. Lei, poverina quante lacrime e singhiozzi ha dovuto subire, cerca di confortarmi come meglio può e poi dice:
<Dai, ora vai a farti una bella doccia e poi usciamo con le mie amiche per fare un aperitivo, d’accordo?>.

A sentire la parola “aperitivo” mi si illuminano gli occhi e corro a farmi la doccia.
Dopo circa un’ora riusciamo ad uscire di casa e una sua amica, Martina, ci sta aspettando in macchina. Entriamo e la salutiamo per poi dirigerci verso un locale dove ci aspettavano altre due ragazze. Qui ci rimaniamo per circa due ore, ore molto spensierate in cui rido e scherzo,
finalmente. Probabilmente questa mia spensieratezza era dovuto dai troppi bicchieri di spritz bevuti.

<Che ne dite se sabato andiamo a farci un giro a Milano? Così cambiamo un po’ aria…> chiede Martina
<Non sarebbe una cattiva idea, anche perché è da un sacco di tempo che non ci vado> rispondo.
Tutte acconsentono e Alessia dice:
<Si, bè, io ho l’appartamento, se volete possiamo pranzare lì> annuiamo convinte.

Il giorno dopo, venerdì, lo passiamo a studiare dato che io sono molto indietro con la tesi e, nel pomeriggio,  decidiamo di andare in biblioteca. In verità Matilde mi sta aiutando con la tesi dato che di esami non ne ha perché è una secchiona. Mi sarei laureata ad aprile 2019 ed era luglio ancora, ma io odio fare le cose all’ultimo e male, quindi meglio prendersi per tempo.

Ore 18.30: solito spritz con le altre ragazze e poi cena.

Arriva sabato e decidiamo di andare con un’unica macchina. Ci mettiamo circa due ore ad arrivare, solo perché siamo partite presto per evitare il traffico. Ci dirigiamo all’appartamento di Alessia, parcheggiamo la macchina e andiamo subito in piazza del Duomo.
Guardiamo i negozi, andiamo al La Rinascente, ci scattiamo delle foto, facciamo le solite figure di merda, ma non ci importa, non m’importa perché finalmente mi sto divertendo come non mai e non voglio essere in nessun posto che non sia quello con quelle ragazze.  Non mi passa niente per la testa. Il nulla. E sto davvero bene.

All’ora di pranzo torniamo all’appartamento e pranziamo, parliamo un po’, laviamo i piatti e torniamo a girare per le strade di Milano come delle Vip.
Stavamo camminando lungo un marciapiede: Martina, Alessia e Giada stavano davanti, io e Matilde dietro.

Vi verrebbe da dire “bè.. e chissene frega…” e io vi risponderei “aspettate”.

Quando meno te lo aspetti || I R A M A ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora