Capitolo 19

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Buongiornooo 😘
Ho delle comunicazioni per voi:
1. Pensavo di farvi leggere questo capitolo con un "supporto" audio. Mi spiego meglio: mentre lo scrivevo mi è venuta in mente la canzone di Federica Carta, Ti avrei voluto dire, da iniziare ad ascoltare da un preciso punto del capitolo, che contrassegnerò con una , ma comunque è verso la fine. La canzone, però, non è da far partire dall'inizio, ma da un preciso momento, ovvero a 0.45 secondi, parte verso la fine del primo ritornello, poi c'è la seconda strofa e quando inizia il secondo ritornello dovreste essere arrivate al punto che contrassegnerò con due ☆☆. E' tutto chiaro?
2. Questo capitolo è particolare, soprattutto nel momento in cui dovreste far partire la canzone; infatti ho messo nel profilo della storia "contenuto per adulti", poi è a vostra discrezione insomma, io comunque vi ho avvisate.

Non è obbligatorio leggere l'ultimo pezzo con la canzone eh, però fa un certo effetto, ve lo garantisco!
Buona lettura e ditemi cosa ne pensate! 😘😘
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Ho del sonno arretrato. Io e Filippo siamo stati svegli fino alle 4 a parlare del suo passato, finalmente. Ci siamo svegliati a mezzogiorno e gli altri stavano già pranzando, io solo a sentire l’odore del cibo mi viene da vomitare. Sì, forse ho bevuto troppo ieri sera.

Entrambi ci buttiamo a peso morto sull’enorme divano e tutti scoppiano a ridere.

<Notte intensa eh> ridacchia Lorenzo, ma Filippo si alza di scatto e lo fulmina con lo sguardo, al ché si zittisce subito.

Dopo circa un’ora ci vestiamo ed usciamo nel giardino. Lorenzo prende la sua macchina fotografica e inizia a fotografare tutto e tutti.
<Cavolo, se dovessi pubblicare questa foto vostra, ne verrebbe fuori un casino!> esclama Lorenzo guardando lo scatto fiero di sè.
Vado a vedere cos'abbia scattato e siamo ritratti io e Filippo avvinghiati mentre ci guardiamo negli occhi e ridiamo. È davvero bella, anche perché è in bianco e nero.

<Ragazze! Forse è meglio se noi iniziamo a prepararci per stasera, perché sicuramente ci metteremo più di loro> urlo richiamando l’attenzione di tutti
<Si! Forse è meglio> ribatte Filippo in modo scherzoso e lasciandomi un bacio sulla guancia.
Ci dividiamo: due ragazze si lavano di sopra e due di sotto, dato che in entrambi i bagni ci sono una doccia e una vasca. Entriamo alle 17 ed usciamo alle 20, solo con i capelli fatti, dovevamo ancora truccarci. Nel frattempo si lavano anche i maschi e noi decidiamo come truccarci e quando Filippo e Lorenzo escono da quello del piano terra entriamo noi 4 per uscire alle 21.15. Puntualissime. Il ristorante è stato prenotato per le 21.30.

Indosso un vestito rosso scuro corto fino sopra al ginocchio con maniche lunghe sempre in pizzo e i tacchi in camoscio neri. A Matilde, invece, ho prestato un vestito corto nero con le maniche in pizzo e anche lei con tacchi neri. Entrambe ci siamo truccate leggermente.

Quando usciamo dal bagno, Filippo rimane a bocca aperta e io altrettanto a vedere lui con l’abito. Alla fine l’ha preso nero con la camicia bianca e ha optato per il papillon rosso che si intona con gli orecchini che gli ho regalato io.
<Scusate, ho bisogno di alcol> dico correndo in cucina seguita dalle risate di tutti.
Faccio un respiro profondo e bevo tutto d’un fiato.
<Ne avrei bisogno pure io> sento la sua voce alle spalle.
Gli preparo il bicchiere e glielo porgo senza guardarlo minimamente, ma lui mi prende per il braccio costringendomi a girarmi.
<Sei bellissima> dice accarezzandomi la guancia
<Anche tu> rispondo squadrandolo.

Il ristorante non dista molto da casa, quindi ci rechiamo a piedi e maledico quella volta che ho messo i tacchi.
Ordiniamo la cena e opto per una fiorentina da dividere con Matilde.
Abbiamo fatto fuori 5 bottiglie di prosecco, chissà se riusciremo mai ad arrivare in piazza per la mezzanotte!

Usciamo che sono le 23.30, ma per fortuna pure la piazza non è lontana. Arriviamo a destinazione dopo 10 minuti e gli ospiti stavano ancora cantando. Non riesco a capire chi sia. Non conosco.
Ovviamente ci siamo portati via altre bottiglie di prosecco, giusto per non fare schifo, ma decidiamo di aprirle dopo la mezzanotte.
Filippo mi abbraccia da dietro, lui è più fuori di me, io inizio solo a sentire caldo.
<10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 BUON ANNO!> urlano tutti.

Filippo, che era andato vicino a Lorenzo, si avvicina velocemente a me, mi prende il viso e, senza pensarci due volte, mi bacia.
Dopo quattro mesi, eccolo di nuovo.
Un bacio desiderato.
Metto le braccia attorno al suo collo e con una mano gli carezzo i capelli e lui mi stringe ancora di più a sé. Dopo non so quanto tempo si stacca leggermente da me e mi guarda
<Dio, quanto mi fai impazzire> e mi bacia di nuovo.

<Scusate piccioncini —dice Lorenzo schiarendosi la voce —noi vorremo brindare, volete degnarci della vostra presenza?>
Io e Fil scoppiamo a ridere, prendiamo i bicchieri e mi giro a guardarlo notando tutta la sua bocca sporca del mio rossetto. Prendo un fazzoletto e glielo porgo facendogli segno dove pulire.

Torniamo a casa verso le 2 e, non contenti di quanto bevuto fino a quel momento, beviamo ancora. Dopo due ore ci dirigiamo nelle camere.
Esco dal piccolo bagno con una specie di pigiama\vestito in raso, Filippo è già disteso a letto e quando mi vede spalanca gli occhi.
Mi distendo vicino a lui e lo guardo avvicinandomi sempre di più fino a baciarci nuovamente. Mi metto a cavalcioni su di lui, senza mai staccarmi dalle sue morbide labbra.

<Oddio, ti prego, non possiamo> sussurra lui tenendo le mani sui miei fianchi
<Perché?> chiedo ma continuandolo sempre a baciare.
Prende il mio viso, mi sposta delicatamente e si alza: <Non possiamo, è sbagliato. Domani ce ne pentiremo>
<Non è vero! Dove stai andando?> chiedo alzandomi pure io dal letto
<Vado a dormire sul divano> apre la porta e se ne va.

Rimango lì in piedi immobile. La stanza è buia entra solo la luce esterna e della luna. Non credo sia passato più di un minuto, quando sento la porta riaprirsi.
<Fanculo le cose sbagliate> dice gettandosi su di me e riprendendo a baciarmi.
Ci buttiamo sul letto, lui è sopra di me e gli tolgo la maglia, lui fa altrettanto lasciandomi completamente in “mutande” (in realtà è una brasiliana, ma dettagli), ma subito dopo toglie pure quelle e io faccio lo stesso con i suoi boxer.
Si allontana leggermente: <Sei sicura?> chiede
Io non rispondo, metto le braccia intorno al suo collo e lo tiro a me. Inizia a baciarmi il collo succhiando piano la pelle, cosa che mi fa totalmente impazzire e gli metto una mano tra i capelli mentre l’altra la tengo sulla sua schiena.

Poi entra dentro di me e lentamente esce ripetendo un’infinità di volte quel gesto, inizialmente sento dolore, inarco la schiena e involontariamente graffio la sua. Ci baciamo, non riusciamo a smettere.

Il contatto dei nostri corpi mi fa impazzire, percepisco che sta sudando e credo pure io.
<Cazzo Fil> sussurro al suo orecchio.
Lui geme, credo stiamo arrivando al culmine, ma vorrei non finisse mai. Con la mano destra  sta stringendo il cuscino, mentre con l’altra mi sta stringendo il fianco sinistro.

Inizia ad andare sempre più veloce ed entrambi ansimiamo fino a quando entrambi cerchiamo di trattenere un urlo: lui mettendo la testa sul cuscino quasi a soffocarsi, io mettendo una mano davanti la bocca.

Rimaniamo qualche minuto fermi in quell’ultima posizione con i respiri affannati. Poi gli carezzo la schiena e lui lentamente si scosta. Prendo il lenzuolo e mi copro, lui fa altrettanto, ma si copre solo a metà. Ci guardiamo in silenzio, nonostante nella stanza vi sia poca luce.

<Ho paura> dice con voce flebile
<Di cosa?> gli chiedo mettendo lentamente una mano sulla sua guancia, lui la prende e ci stampa una bacio
<Di essermi innamorato>.

Sorrido e mi avvicino per baciarlo nuovamente.

Quando meno te lo aspetti || I R A M A ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora