Capitolo 28

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Settimo mese di gravidanza.

È il 16 novembre, il mio compleanno, e indovinate un po’? Filippo è via e tornerà tra due settimane.

Matilde sta arrivando con le sue amiche per farmi compagnia e per festeggiare. Inoltre, è da un sacco di tempo che non vedo le altre, quindi mi fa molto piacere rivederle, anche perché loro hanno assistito al mio primo incontro con Fil e ora, io e lui, conviviamo e stiamo per avere un figlio.

All’inizio mi chiedevo se fosse possibile ri-innamorarsi di nuovo, riprovare le stesse emozioni che ho provato nella relazione precedente. Ora posso dire con sicurezza di sì, perché alla fine lo sentirai arrivare come un colpo di cannone, sarà duro e assordante; così l’amore piomberà sulla tua vita e con un gran boato farà un gran casino.
Dicono di dimenticare il primo amore, in quanto è il secondo che conta, poiché ti insegna che si può amare di nuovo. Io, però, credo che il primo amore ti rimanga impresso per sempre, esso non durerà mai tutta la vita, ma la cambierà per sempre. E questo Fil lo sa molto bene, ma non ha nessun motivo per essere geloso.

Sono stravacata sul divano a guardare per l’ennesima volta The Vampire Diaries, non mi stancherò mai di guardarlo. Nel frattempo sto accarezzando il mio pancione e sento dei lievi calci che mi provocano una risatina. Ancora due mesetti e lo potrò tenere in braccio.

Le ecografie dei mesi scorsi sono andate molto bene, è stata un’emozione indescrivibile sentire il suono del suo piccolo cuoricino, Fil si è addirittura messo a piangere. L’unica cosa che mi hanno consigliato i medici e di stare a riposo il più possibile e che se devo muovermi per andare da qualche parte sarebbe meglio che ci sia qualcuno con me, solo per precauzione.

Suona il citofono e, con la grazia di un elefante, vado a vedere chi sia, poco dopo entrano Matilde, Giada, Alessia e Martina che mi salutano affettuosamente toccando il pancione.
<Mio dio, che bello, ancora non ci credo che tu viva qui con Irama> esclama Giada guardando le foto posizionate sui mobili del salotto, io rido divertita.
<Allora ragazze— prende parola la mia migliore amica— Dato che Caterina non può affaticarsi troppo, io proporrei una pizza qui a casa e film>.
Annuiamo tutte convinte.

<Sentite, io nell’altra camera avrei un letto singolo e una brandina, poi c’è il divano> informo le ragazze
<Oppure…—inizia a dire Martina— Portiamo quei due materassi in camera tua e io, Giada e Alessia dormiamo in quelli per terra, mentre tu e Mati sul tuo letto…>
<Vedete voi, per me va bene> rispondo.
Allora loro si mettono subito all’opera portando i due materassi nella mia camera, mentre io cerco le lenzuola.

Sono le 18.30 e decidiamo di ordinare le pizze: io assolutamente con le patatine fritte, bufala per Matilde, prosciutto e funghi per Martina e Giada, quattro stagioni per Alessia.

Era da tempo che non stavo in compagnia con delle amiche. Nonostante non abbia un rapporto solido con le altre, sto bene in loro compagnia, mi diverto sempre un sacco. È una sensazio che, purtroppo, non ho mai provato, ma c’è una prima volta a tutto e sono così felice di averle conosciute. Credo che essere venute da me possa, in qualche modo, rafforzare quel briciolo di amicizia che ho creato con loro.

<Avete pensato già a qualche nome?> chiede Alessia per poi addentare un pezzo di pizza
<Si, più o meno, abbiamo una lista e qualche volta ne aggiungiamo uno oppure ne togliamo…> rispondo sorridendo
<Dai dicci dicci> mi incita Martina a dire loro i nomi
<Allora, dato che non vogliamo sapere se sia maschio o femmina, siamo indecisi tra: Vanessa, Eleonora, Irene, Aurora, Beatrice, Isabella, Sofia, Emma>
<Oddio, sono tutti bellissimi! Credo che te ne ruberò un po’ per quando avrò dei figli> commenta Giada provocando la risata di tutte
<Se è maschietto, invece: Francesco, Tommaso, Riccardo, Christian> finisco di elencare
<Ah, pochi…> commenta Matilde
<Eh sì, c’era anche Alessandro, voluto da Fil, ma gliel’ho fatto cancellare perché non voglio chiamare mio figlio come il mio ex> dico scuotendo la testa.

Finita la pizza, rimaniamo a chiacchierare ancora un po’, dopo di ché andiamo a sederci sul divano coprendoci con le coperte di pile e facciamo partire il film: Ho cercato il tuo nome.

***

Due giorni dopo le ragazze tornano a casa, lasciandomi nuovamente sola.

Casa vuota.

Silenzio assoluto.

Accendo la radio alla tv, altrimenti mi deprimo. Devo assolutamente dire a Fil di comprarci un cagnolino così almeno non sono sola quando lui è via per lavoro.

Decido di fare un po’ di pulizie e, quindi, di iniziare dal bagno.
Sono impegnata a pulire le porte della doccia quando sento suonare il campanello. Con tutta la mia calma mi dirigo in salotto per spegnere la tv e poi ad aprire la porta. Chissà chi è dato che non ha suonato al citofono giù.

Apro e di fronte a me vedo l’ultima persona che avrei voluto vedere.
Marco.
Ex compagno delle superiori, si professava il mio migliore amico, nonostante gli piacessi e mi avesse chiesto di provare a frequentarci (io ero fidanzata), nel 2016 quando gli ho detto che mio nonno era morto, mi disse che avrebbe cercato di venire al funerale, ma non si è fatto vedere e neppure sentire.
Zero.
E ora me lo ritrovo davanti la porta di casa.
<Wow> dice lui squadrandomi
<Che ci fai qui e come fai a sapere che vivo qui??> chiedo stizzita
<Me l’ha detto tuo fratello, ma ha omesso il tuo stato> risponde indicando il mio pancione
<Che cosa vuoi?> chiedo facendolo entrare per evitare di dare spettacolo nel pianerottolo
<Rivederti> risponde con una voce da cane bastonato
<Sono passati 4 anni> dico socchiudendo gli occhi a fessura
<Lo so, e mi sei mancata tanto> afferma avvicinandosi a me
<Non è un mio problema> ribatto incrociando le braccia
<Ti prego Kate… Io ti amo ancora>.
Nel momento esatto in cui dice quelle quattro paroline, ecco che la porta d’entrata si spalanca rivelando Filippo, il quale ci fissa a bocca aperta.
Appoggia la valigia e si avvicina a me lentamente, squadrandomi dalla testa ai piedi.
<Tu sei…?> chiede a Marco
<Un compagno delle superiori> rispondo io per lui guadagnandomi un’occhiataccia da Fil.
<Ho interrotto qualcosa?> chiede Filippo guardandoci
<Assolutamente no, stavo giusto chiedendo a Marco di andarsene..> rispondo.
Senza salutare, Marco esce lasciando me e Filippo in silenzio.
<Che cazzo significa “Io ti amo ancora”??> mi chiede irritato, molto irritato
<Era “innamorato” di me alle superiori, ma io l’ho friendzonato in bomba> dico imitando le virgolette e poi scoppiando a ridere ripensando a quell’episodio
<Tu hai sempre qualcosa da nascondermi…> dice Fil con voce amara
<Scusa?? Per caso devo pure dirti chi mi piaceva a 6 anni??> chiedo ironica.
Lui non risponde. Prende solamente le chiavi della macchina e se ne esce senza dire nulla, nonostante gli chiedessi urlando dove stesse andando.

Rimango nuovamente sola. Singhiozzante. Chiedendomi cosa fosse successo di così tremendo da scaturire tutta questa sua rabbia.
Cerco di chiamarlo più e più volte, ma non risponde.

Dopo 20 chiamate, decido di chiamare Matilde, mi risponde e le racconto quanto accaduto.
- Ma è coglione?— dice urlando— Senti, parlo con Lori ora, poi ti richiamo> continua a dire buttando giù la chiamata.

Passano dieci minuti e squilla il telefono, sulla schermata appare il nome “Lorenzo”. Rispondo.
- Che cazzo ha fatto quel coglione di merda?? — chiede pure lui urlando
- Io non capisco perché abbia reagito così, non è successo niente, stavo solo aspettando il momento giusto per buttare fuori di casa sto tipo — rispondo singhiozzando
- È un deficiente, provo a chiamarlo io, ok? Tu cerca di stare tranquilla, non agitarti per favore— chiude la chiamata

Come faccio a non agitarmi? Me lo dite!?

Quando meno te lo aspetti || I R A M A ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora