Capitolo 15

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Quella sera abbiamo dormito sullo stesso letto, ma non è successo assolutamente nulla, nemmeno un bacio, abbiamo solamente dormito abbracciati, ed è stato bellissimo.

Quando mi sveglio noto come siamo messi: lui dritto a pancia in su e io di lato rivolta verso di lui con la testa appoggiata sulla sua spalla e il suo braccio che mi cinge a sé. Poi, però, ricordo che la sua famiglia non è a conoscenza della mia presenza in casa loro e quindi inizia a salirmi un po’ l’ansia.

Nonostante sia dicembre, come pigiama mi sono portata una canotta e un paio di pantaloncini, anche se non mi sarebbe dispiaciuto indossare una sua maglia, anche lui ha una canottiera, però ha solo i boxer.
Non commento, altrimenti potrei sembrare volgare.

Filtra un po’ di luce dalle fessure della tapparella e cerco di spostarmi un po’ per poterlo guardare meglio.
È così bello quando dorme, sembra un angioletto, ma so esattamente che non lo è. Non riesco a non guardare il suo naso, sorrido e penso di non aver mai avuto bei gusti, in quanto anche il mio ex ha il nasone. Però devo dire che a Filippo dona molto. Non riesco a trattenere un altro sorriso solo a pensarci.

Poco dopo lui si muove e apre gli occhi.
<Buongiorno> dico
<Buongiorno> risponde con una voce da assonnato e richiudendo gli occhi.
Non passa nemmeno mezzo secondo che li riapre di scatto
<Oddio, non mi ricordavo fossi qui, pensavo fosse un sogno> esclama ridendo e io faccio altrettanto
Gli do un bacio sulla guancia e lui ricambia stringendomi forte a sé.
Lasciatemi morire ora e scrivete nella lapide che sono morta felice.

Rimaniamo a letto per circa mezz’oretta, nonostante stessi morendo di fame.
Mi metto seduta rimanendo, però, con la coperta sulle gambe e stavo supplicando Fili di alzarsi, quando ad un tratto entra di colpo sua madre. A me viene un infarto e sprofondo sotto le coperte dall’imbarazzo, lui invece si alza di scatto e si mette seduto.
<Mà, ti pare il modo di entrare in camera mia?!> urla Filippo
<Scusate, non pensavo…> risponde scioccata la donna richiudendo la porta.
Mi porto la mano sulla fronte e lui scoppia a ridere, ma almeno si alza.
<Meglio se vado a darle spiegazioni> dice cambiandosi.

Si stava svestendo e rivestendo davanti ai miei occhi. Non riuscivo a non guardarlo. A bocca aperta.
<Meglio se chiudi questa bocca> dice mettendo la sua mano sul mio mento e spingendolo in su, dopodiché esce dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.

Che figura di merda.

Mi alzo dal letto ancora in estasi per la scena appena vista e mi cambio, molto lentamente, con la speranza che sua madre decidesse di andarsene.
Ma niente.
<Ti porto a fare colazione al  bar> dice entrando in camera
<Sei impazzito?! Ci vedono tutti!> esclamo spaventata ancora da ciò che è successo ieri sera
<Ci mettiamo gli occhiali da sole dai… Lo puoi fare a mezzanotte e non alle 10 di mattina?>.
Gli faccio una smorfia da persona matura e lui ride.

Il sole splende nel cielo, ma fa un freddo assurdo e come se non bastasse ci sediamo all’esterno di un bar, a mio parere troppo affollato, così evitiamo di toglierci gli occhiali. Lui, però, è Irama, figuriamoci se qualcuna non lo riconosce.
Infatti, sfiga vuole che si avvicinino due ragazze euforiche a chiedergli l’autografo e guardando male me.
<State insieme?> chiede una delle due squadrandomi e cogliendoci alla sprovvista
<È mia cugina— risponde prontamente lui — è la stessa ragazza della foto di ieri sera, se ve lo state chiedendo…>  ci siamo salvati il culo, ma non sembrano molto convinte le due tipe.

Quando meno te lo aspetti || I R A M A ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora