28 gennaio, nono mese di gravidanza.
<Oddio Fil!> corro in camera dopo essere stata in bagno
<Cosa? Cosa è successo?> chiede alzandosi di scatto
<Le acque… Si sono rotte le acque> rispondo in panico.Sono le 3 del mattino e stiamo correndo in ospedale. Sento dei lievi dolori, ma nulla di grave ancora.
Nel frattempo sto avvisando i miei.
Fil sta sfrecciando e tiene stretta la mia mano alla sua. Non capisco se sia più impanicata io o lui.
A breve potrei stringere tra le braccia questo scricciolino. Spero sia un maschietto.
Arrivati all’ospedale, Fil mi aiuta a scendere dalla macchina e ci dirigiamo all’entrata, dove ci accoglie un’infermiera accorsa dopo aver sentito le urla di Fil.
Sì, credo che lui sia messo peggio di me.
<Vedi di darti una calmata, perché mi agiti> gli dico prendendolo per il collo della maglia e avvicinandolo a me, lui mi fissa negli occhi e annuisce.Mi portano in una stanza e poco dopo arriva la ginecologa.
<Oh buongiorno signorina, come sta procedendo?> chiede gentilmente
<I dolori si fanno sempre più forti> rispondo mantenendo la calma.
La vedo prendere degli aggeggi, credo per fare un’ultima ecografia e controllare come sia messo il piccolo.
<È tutto nella norma— afferma poco dopo sorridendo— Nel giro di due orette dovrebbe essere tutto finito> dice rivolgendosi all’ostetrica.
<Due orette? Mi sembrano un po’ troppe> dico respirando faticosamente
<Non siamo noi a decidere ma lui o lei> risponde indicando la mia pancia.
Guardo Fil e mi sorride accarezzandomi il viso.La luce di questa stanza è così fastidiosa, per non parlare dell’odore forte di disinfettante.
Odio l’ospedale con tutta me stessa.Nel frattempo le doglie sono sempre più forti, preferisco alla lunga il ciclo a questa tortura.
Non so quanto tempo sia passato, ma sicuramente più di due fottute ore.
<ODDIO FATELO USCIRE> urlo dolorante.
Accorrono tutti e controllano.
<La dilatazione sembra buona e la testa è nel verso giusto> sento qualcuno dire oltre le mie gambe.
<Vedrai, ce la farai, io starò qui e potrai stringermi le mani con tutta la tua forza, non mi interessa se mi farai male, puoi scaricare una parte del tuo dolore su di me> sussurra Fil al mio orecchio per poi darmi un bacio.Passano altri interminabili minuti. Quest’agonia non ha intenzione di finire.
<Bene, siamo tutti pronti?> chiede l’ostetrica rientrando nella stanza e il mio cuore perde dei battiti.
Iniziano a dirmi di spingere con tutta la forza che io abbia. Fil mi tiene la mano e qualche volta posa le sue labbra sulla mia testa.Non so quanto tempo sia passato dal momento in cui ho iniziato a spingere a quando ho sentito un pianto provenire dall’altra parte delle mie gambe.
Mollo le mani di Fil e lo vedo avvicinarsi a quel dolcissimo suono.Ce l’ho fatta.
Sono diventata mamma.
E diventerò la moglie di Filippo Maria Fanti.
Poco dopo vedo Fil venire verso di me sorridendo e tenendo in braccio quel piccolo pargoletto.
<È un maschietto, proprio come volevi tu> dice porgendomi il piccolo.
<Oh mio dio> esclamo in lacrime prendendolo in braccio.Qualche minuto più tardi ci raggiunge l’infermiera: <Allora neo genitori, avete deciso il nome di questo piccoletto?> chiede annotando qualcosa su dei fogli.
Guardo Fil <Nella lista sono rimasti solo Francesco e Tommaso…>
<Ti piace di più Francesco?> chiede dolcemente, io annuisco.
<Francesco… Francesco Fanti> dice Fil all’infermiera, la quale annuisce e annota per poi lasciarci soli.Poco dopo entrano i miei genitori. Mia madre completamente in lacrime si butta su di me.
Non so descrivere a parole la felicità che provo in questa momento, non riesco a trovare quelle giuste.
È una sensazione bellissima, nonostante alberghi in me la paura di non riuscire a farcela.
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Quando meno te lo aspetti || I R A M A ||
ChickLitE' una storia in cui sono mescolate realtà ed immaginazione. Caterina ha 22 anni, deve laurearsi ed è fidanzata da molti anni con un ragazzo, che però è costretta a lasciare per sempre. Successivamente conosce un ragazzo, famoso, il quale le cambie...