Capitolo 25

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<Mi spieghi per quale cazzo di motivo sei corsa in ospedale da lui??> urla Filippo.

Quando Fil ha chiamato e Matilde gli ha detto dove fossimo e per quale motivo, lui era ancora per strada e ha fatto retro marcia.
Sono le 22 e siamo a casa mia.

<Fil! Ha fatto un’incidente! Ha rischiato di morire!> urlo pure io
<Ma vi siete lasciati, hai sempre detto di non volerlo più rivedere, che ti ha fatto male>ribatte lui abbassando il tono della voce
<È vero, sono stata molto male a causa sua, ma questo non significa che non possa andare da lui in ospedale. Se fosse successo alla tua ex, quella che ti ha tradito, quella che hai amato da morire, non ti ci saresti catapultato?> chiedo cercando di farlo ragionare
<È diverso> dice guardando altrove
<Perché dovrebbe essere diverso??> mi sta veramente facendo arrabbiare
<Lo ami ancora?> mi chiede puntando i suoi occhi nei miei
<Fil…è stato il mio primo amore, siamo stati insieme per otto anni…>
<Ho capito…> mi interrompe prendendo le sue cose
<No! Non hai capito un cazzo!>
Non è possibile, siamo fidanzati da un giorno e già litighiamo.
<Torna da lui> afferma con disprezzo girandosi per andarsene
Lo prendo per il polso per fermarlo, ma quando si gira i suoi occhi sono diversi.
<Io non voglio tornare da lui, è con te che voglio stare. Si, è vero, a lui ci tengo, ma ti ripeto che ho passato otto anni della mia vita con lui. Non mi ha mai sfiorato l’idea di tornarci insieme. Mai —mi avvicino a lui e metto una mano sul suo ciuffo tirandoglielo un po’—Mettitelo in testa>.
Appoggia la sua fronte alla mia e inizia a piangere. È brutto da dire, ma anche quando piange è bellissimo.
È la seconda volta che lo vedo piangere e immagino che il motivo sia sempre lo stesso: ha paura di perdermi.
Lo abbraccio forte e gli lascio dei piccoli baci sul collo: <Dormite qui stasera, poi domattina ve ne andate presto se necessario, ok?> dico accarezzandogli la testa, lui annuisce. Entriamo in casa e lui corre in bagno per non farsi vedere in quelle condizioni. Matilde e Lorenzo sono in salotto e li avverto che loro avrebbero dormito sul mio letto, mentre io e Fil in quello di mio fratello, anche se è un letto singolo.

<Avete risolto?> chiede a bassa voce la mia amica.
<Credo di sì> rispondo abbozzando un sorriso.
Poco dopo Filippo esce dal bagno e si dirige in camera mia, si spoglia e si distende sul letto, io lo raggiungo e quando mi siedo sul letto lui si mette di lato per farmi spazio. Mi distendo e passo la mano sul suo viso e poi lui la prende portandola vicino alla sua bocca e lasciando dei piccoli baci.
<Mi dispiace, io…> inizia a dire
<Ssh, non importa> lo interrompo.
Mi abbraccia forte a sé e ci addormentiamo così.

***

È un mese che non vedo Fil, che ho iniziato a lavorare e che non vedo il mio ex, ma so dai suoi amici che si rimetterà, gli ci vorrà del tempo, ma ce la farà.
Il lavoro sta andando molto bene, a dire la verità mi è sempre piaciuto poter lavorare in un bar, qui poi è sempre pieno di ragazzi, quindi c’è molto lavoro.
Nel pomeriggio arriverà Fil, io però finirò il turno alle 18, non vedo l’ora, ma spero non succeda qualcos’altro di spiacevole, vorrei potermi godere il  mio ragazzo appieno. Inoltre, saremo a cena a casa dei miei zii, in quanto mia cugina Benedetta e sua sorella compiono gli anni, diciamo che è un’occasione per presentare a tutti Filippo.
Ho l’ansia.
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Sono le 17.30 e lo vedo arrivare da lontano. Effettivamente ci speravo venisse a prendermi.
Nel frattempo vado dietro il bancone ed eccolo entrare. Credo che i miei occhi si siano illuminati come un faro appena lo vedo in tutta la sua bellezza.
Gli vado in contro e lo abbraccio, lui fa altrettanto e mi stampa un bacio sulle labbra.
<Mi fai uno spritz come solo voi friulani/veneti sapete fare?> chiede scoppiando a ridere
<Subito!> esclamo trattenendo una risata.
Successivamente prendo delle ordinazioni e le porto a Matteo, sistemo le ultime cose e poi vado a cambiarmi.
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Sono le 20 e varchiamo la soglia di casa dei miei zii.
<OH MIO DIO!>  sento Benedetta urlare capendo subito a cosa si riferisca
Io e Filippo scoppiamo a ridere per la sua reazione e lui la saluta facendole gli auguri.

Successivamente presento Filippo a tutti, tant’è che dopo qualche ora sembra si sia completamente dimenticato di me parlando di calcio con gli altri uomini.
Io, nel frattempo, sono andata a sedermi sul divano assieme alla figlia di Giulia, la mia cugina più grande; non ci credo che questa marmocchia faccia 8 anni il prossimo mese.
<Sai Cate, è molto bello il tuo fidanzato> dice passandomi una barbie
<Ah si? Vedi di non rubarmelo eh> rispondo scherzando  e facendole il solletico, lei ride
<Chi non deve essere rubato?> chiede una voce dietro a me, Filippo ovviamente.
Si avvicina e si siede con noi
<Mary ha detto che sei bello, quindi l’ho avvisata di non rubarti altrimenti le faccio tanto solletico> dico a Fil avvicinandomi di nuovo alla piccola per farle altro solletico
<Bè grazie Mary, anche tu sei molto bella> dice Filippo e lei sorride ringraziandolo.

Poco dopo mi fa cenno di uscire, in quanto voleva fumarsi una sigaretta. Usciamo sul terrazzo e la accende.
<Sono stra divertenti i tuoi parenti> afferma dopo aver aspirato dalla sigaretta e buttando fuori il fumo
<Davvero?> chiedo incredula
<Si, non capisco tutto dato che qualche parola la dicono nel vostro dialetto, però sono buffi quando parlano> scoppia a ridere
<Ah… Mi fa piacere..> ribatto un po’ sorpresa

Rimaniamo in silenzio fino alla fine della sigaretta e poi la spegne nel posacenere.
<Ti devo parlare— dice prendendomi per i fianchi per farmi girare verso di lui, io roteo gli occhi— Non penso di essere l’unico dei due a pensare a questo, ovvero che così non si può continuare…>
<Come scusa?> chiedo scioccata e togliendo le sua mani dal mio corpo
<Si insomma, vederci una volta al mese e poi il fatto che debba venire sempre io perché tu hai appena iniziato a lavorare…>.
Non ci credo. Io lo uccido. Non ne era consapevole qualche mese fa?!
<Quindi tu mi vuoi lasciare perché non possiamo stare più tempo assieme?> chiedo alzando di poco la voce
<Ma che…?! No! Sei matta? Dopo tutto quello che abbiamo passato pensi davvero che voglia lasciarti?!> dice lui sorridendo
<E allora non capisco perché tu mi faccia sto discorso, insomma… lo sapevamo fin dall’inizio…>
<Se mi lasciassi finire ti avrei detto che mi piacerebbe trasferirmi qui…> afferma lasciandomi completamente, letteralmente a bocca aperta.
<Stai scherzando?> chiedo dopo essermi ripresa
<Credo sia la soluzione migliore, tu non puoi spostarti col tuo lavoro, il mio invece consiste nel fare canzoni, registrarle e andare in giro per l’Italia, quindi se venissi qui non cambierebbe molto, se poi vi è la necessità di andare a Monza per registrare, ci andrò per una settimana…> mi spiega tranquillamente, come se quella pazza fossi io
<Ma…— mi blocco per un secondo per fare mente locale— Ma stiamo insieme da un mese… Vuoi andare già a convivere…?>
<Che male c’è? Siamo grandi e vaccinati… Non avevi detto tu che con i 23 anni sarei dovuto maturare..? Bè ecco qui>
In quel momento un sacco di paure passano per la mia testa.
E se poi, con la convivenza, capissimo che non siamo fatti l’uno per l’altra?
Se dovessimo litigare ogni giorno?
Non lo so…

<Ci sei?> chiede Filippo agitando la mano davanti ai miei occhi.
Scuoto lievemente la testa e lo guardo negli occhi
<Mi prometti delle cose? — chiedo abbozzando un sorriso, lui annuisce— Devi promettermi che potrò occupare una mensola intera in bagno per metterci tutte le mie creme; devi promettermi che potrò mangiare il gelato direttamente dalla vaschetta; devi promettermi che cercherai di capire un mio pensiero, un mio dubbio, anche se ti dicessi che è tutto a posto; devi promettermi che quando ci saranno ragazze più belle di me per strada farai finta di non notarle; devi promettermi che non sarò mai abbastanza grande  per subire il tuo solletico, per fare la lotta con i cuscini o per riempire la vasca di schiuma; devi promettermi che ci saranno dei giorni in cui saremo stretti stretti sul divano, mentre la gente è a divertirsi; devi promettermi che canteremo insieme in macchina, alzando il volume, anche se saranno canzoni che non ti vanno proprio giù; devi promettermi che andremo al mare in inverno; devi promettermi che avremo sempre voglia di un bacio rubato in un bar, o in un mercatino o al supermercato mentre faremo la spesa; devi promettermi che le domeniche mattina ce ne staremo a letto fino a tardi. Devi promettermi che non ci sarà niente di migliore… Migliore di noi, intendo..> dico senza distogliere lo sguardo dal suo
<Te lo prometto> risponde tirandomi a sé e baciandomi.

Quando meno te lo aspetti || I R A M A ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora