Capitolo 29

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Lorenzo non ha più richiamato e quando ci ho provato io ha sempre dato occupato, probabilmente è al telefono con Fil.

Mi distendo sul divano, accendo la tv e mi copro con la coperta.

Inizio a sentire dei dolorini al basso ventre,
<Mi dispiace che tu debba subire tutto questo ancora prima di nascere…> sussurro.
Magari è il suo modo di esprimere dolore, come per dire: <Anche io sto male mamma, ma insieme ce la faremo>, mi fa capire che lui c’è.

Spero si risolva al più presto, anche se ancora non capisca quella reazione esagerata. Non l’ho mica tradito!
Perché dev’essere sempre così difficile?
E poi… Quegli occhi, erano così spenti, come quella volta al mare. Se dovesse andarsene, non so come farei… Sarebbe peggio della prima volta. Sarebbe un altro pugno allo stomaco, solo che questa volta ho un bambino qui dentro e dev’essere protetto.
Lo sapevo che sarebbe stato difficile tutto questo, sapevo che non saremo stati in grado di affrontare questa cosa. O forse che lui non sarebbe stato in grado.
Magari quella scenata è stata un pretesto per abbandonarmi. Per abbandonarci.

Scrollo la testa come per togliermi tutti quei pensieri. Ma senza successo.
Se potessi andrei io stessa a cercarlo, almeno vedrebbe che per lui ho rischiato la vita di nostro figlio.
No, non posso farlo, potrebbe veramente succedere qualcosa di brutto.
Non me lo perdonerei mai.

Dopo interminabili pensieri, mi addormento, nonostante continui a sentire il suono della televisione rimasta accesa.

Non so quanto tempo sia passato, ma ad un certo punto sento che qualcuno mi sta togliendo la coperta e di essere sollevata delicatamente dal divano. Non riesco ad aprire gli occhi o a proferire parola, sono veramente tanto stanca. Successivamente sento di essere appoggiata al letto e di essere coperta.
<Scusami, sono stato un coglione> sento un bacio delicato sulla fronte.
È Filippo. È la sua voce.
Persino il bambino l’ha capito perché si sta dimenando dentro di me. Probabilmente è felice.
Purtroppo, però, non riesco a reagire.
Non so quanto tempo sia passato a quando non sento più nulla, a quando cado completamente nelle braccia di Morfeo.

***

Apro lentamente gli occhi. Cerco di capire come sia riuscita ad arrivare fino al letto, ma poi mi volto e vedo l’altra metà del letto disfatta.
Sorrido involontariamente.
Cerco di alzarmi e mi dirigo in bagno e sento un profumino delizioso proveniente dalla cucina.

Quando entro in cucina, una visione bellissima davanti ai miei occhi: Filippo senza maglia intento a fare pancakes.
<Buongiorno> dico sorridendo, lui si volta spaventato
<Oh no, volevo portarti la colazione a letto…> dice avvicinandosi
<Bè allora ci ritorno> rispondo divertita, lui sorride
<Mi dispiace un casino per ieri, davvero, io…> dice dopo un tempo interminabile
<Ssh— lo zittisco— Fa niente>
<No, sono stato un emerito coglione> ribatte prendendo la mia mano e appoggiando l’altra sul pancione
<Stiamo bene… ieri sera, quando ha sentito la tua voce, credo abbia fatto le giravolte dalla felicità> racconto guardando la mia pancia e sorridendo, lui non dice nulla, si limita ad accarezzarmi.
<Mi siete mancati un casino>dice abbracciandomi e stampandomi un bacio sulla fronte
<Anche tu, però è meglio se torni ai fornelli altrimenti bruci tutto> lui corre e io torno in camera.

Mi siedo sul letto e aspetto che Fil arrivi con la colazione, spero che quei pancake siano commestibili.
Chissà cosa gli sia preso e chissà cosa gli abbia detto Lori al telefono. Ne dovremo pur parlare prima o poi, no?

<Sto arrivandoo!> urla Fil dalla cucina.
Sistemo velocemente il letto e aspetto, annusando il profumino che ha invaso la casa.
La nostra casa.

Poco dopo entra nella camera con un vassoio-tavolino su cui ci sono due piatti con dei pancake sopra, la nutella, il succo di frutta, rigorosamente alla pesca, e una cosa che non riesco a decifrare.
Si siede appoggiando delicatamente il tutto sul letto, dopo di ché prende quella cosa in mano.
<Questo è il regalo di compleanno, tanti auguri amore mio> dice porgendomi un pacchettino
<Non era necessario> rispondo imbarazzata cercando di scartarlo.
Tiro via la carta e noto che si tratta di una scatolina.
Rimango, per un breve secondo, immobile e guardo Fil.
<Mi vuoi sposare?> chiede Fil nel momento esatto in cui apro la scatolina.
Rimango letteralmente a bocca aperta.
Fisso lui e l’anello, lui e l’anello, per non so quante volte.
<Si>  rispondo con pochissima voce, credo di sentirmi male.
Lui sorride e mi bacia, per poi infilare l’anello nel mio anulare sinistro.
<È bellissimo> dico guardandolo sbrilluccicare e poi baciando nuovamente Fil.

Sono davvero senza parole. Non me lo aspettavo proprio.
<L’ho preso a Roma… Sono venuto a casa prima apposta, volevo farti una sorpresa, però…> racconta
<Mi dici cosa ti è successo?> chiedo prendendogli la mano
<Non lo so, davvero… Avevo già le balle  girate e poi aver sentito quelle cose, sono andato fuori di testa… Mi dispiace> spiega senza guardarmi negli occhi, ma gli metto una mano sotto al mento per far sì che mi guardi
<Se tu mi avessi lasciato il tempo di spiegare, ti avrei detto che lui si è presentato qui di proposito dopo essere passato a casa dei miei… è vero lui ha sempre provato qualcosa per me, ma io no, l’ho sempre e solo visto come amico> gli spiego
<Mi dispiace davvero un sacco> ripete a bassa voce, io lo tiro a me e lo abbraccio.

Quando meno te lo aspetti || I R A M A ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora