Capitolo 9

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Quando meno te lo aspetti ecco una dimostrazione che noi donne, o almeno alcune, ci aspettiamo.

Il giorno seguente sono stra in imbarazzo, non so per quale motivo, ma sono fatta così.
Quando arrivo in spiaggia con i bambini mi dirigo verso la riva e lui ancora non c'è, probabilmente anche lui è rimasto sveglio fino a tardi con i suoi amici, come me d’altronde, ma mi sono svegliata comunque presto.
Stiamo giocherellando quando Matilde mi avvisa del loro arrivo, ma le dico di fare finta di nulla. Poco dopo Gabri starnuta ed entrambe facciamo una faccia schifata per l’immagine che stiamo vedendo, mentre lui se la ride. Allora la mia amica si alza per andare a prendere dei fazzoletti.
<Gabri, ma non ti vergogni a far uscire quella roba dal tuo tenero e piccolo nasino e soprattutto davanti a delle signorine…?> gli dico guardandolo e facendogli il solletico. Lui ride.

In quel frangente si fermano 3 ragazzi che stanno passeggiando.
<Wow, sono figli tuoi?> chiede uno dei tre abbassandosi.
Io lo squadro e poi guardando verso i bambini rispondo: <Eh magari>. Lui mi fissa.
<Per fortuna, perché sei proprio una bella ragazza e sarebbe stato un peccato se fossi stata già mamma…> dice ammiccando. Non è possibile.
<Si lo so, grazie> rispondo secca e senza nemmeno guardarlo.
Mi passa la mano sulla guancia e io velocemente, e senza pensarci due volte, lo spintono via, lui perde l’equilibrio e cade su quella poca acqua che c’era. Si rialza subito per tornare da me.
<Ehi! C’è qualche problema?> sento Filippo alle mie spalle con tono abbastanza minaccioso.
Prendo Eleonora in braccio e per mano Gabriele cercando di allontanarmi e mettermi dietro la schiera di amici di Filippo. Nel frattempo mi raggiunge Matilde preoccupata per la scena che ha intravisto da lontano e prende Gabri in braccio.
<Credo tu non debba intrometterti, non sono cose che ti riguardano> afferma il tizio avvicinandosi a Filippo.
<Oh mi riguarda eccome invece dato che stai importunando la mia ragazza>.
<Quella putt…> non riesce a finire la frase che Filippo gli tira un pugno scaraventandolo a terra.
Mi metto ad urlare un forte <NO> lasciando la bambina a terra e correndo da lui per evitare che continuasse dato che non ha intenzione di fermarsi e i suoi amici cercano di tenerlo. Mi metto davanti a lui.
<Ehi, guardami— gli prendo il viso tra le mie mani e ci guardiamo fissi negli occhi— lascialo perdere, non fare il suo stesso gioco>
<Io lo ammazzo> dice guardando dietro di me. Il tipo nel frattempo si era rialzato aiutato dai suoi due amici.
<Andiamo via Fili, basta, non è importante>  dico spingendolo verso l’ombrellone. I tipi se ne vanno, fortunatamente.

Si siede sulla sdraio e io mi inginocchio davanti a lui tenendo il suo viso tra le mie mani.
Intanto continuo a pensare a quello che ha detto "La mia ragazza". Potrei morire all'istante.
È molto nervoso, ma non riesco a capire perché faccia così. Si, insomma, quel tipo ci è andato giù pesante, ma sono dell’idea che certi individui siano da lasciar perdere. Non riesce a smettere di far tremare la gamba sinistra e non parla. Metto una mano dietro la sua nuca, l’altra sulla gamba per farla calmare e appoggio la mia fronte alla sua. Poco dopo si rilassa e mette la sua mano sulla mia, quella sulla sua gamba.
<Scusami, ma non sopporto che qualcuno possa trattarti o guardarti come ha fatto quello> sussurra guardandomi negli occhi per poi chiuderli
<Stai tranquillo, è tutto a posto> accenno un sorriso.
<È che...io ci tengo a te e non voglio che nessuno ti faccia del male, me compreso>

Poco dopo si riprende e decidiamo di noleggiare un pedalò tutti insieme. Devo dire che quei cosi mi mettono ansia e paura, infatti non ho nessuna intenzione di buttarmi dallo scivolo.
Dopo cena io e Matilde usciamo con i ragazzi e scopriamo che nell’unica discoteca che c’è lì, tra l’altro è una discobeach quindi meglio di così, ci sarà la serata raggaeton. Adoro.
Quindi decidiamo di farci un giro, prendere un gelato, bere qualcosa per poi dirigerci a mezzanotte in discoteca.
Abbiamo ballato per 5 ore senza mai fermarci e non c’è stato nessun bacio tra me e Filippo, ma forse è meglio così altrimenti sarebbe svanita la magia.
Torniamo a casa dopo aver visto l’alba e, fortunatamente, nessuno si accorge di nulla.

Nel pomeriggio ci sarebbe stato l’Holi, la festa dei colori, nella spiaggia alla Madonnina e, ovviamente, decidiamo di andarci. Arriviamo quando è già iniziata e passiamo altre 5 ore a ballare e a sporcarci di colore.
Non mi sono mai divertita così tanto, anche perché sono cose che non ho mai fatto nella mia vita non avendo qualcuno con cui condividerle. Finalmente mi sentivo spensierata e, soprattutto, accettata.
Essendo il giorno di ferragosto, alle 23 ci sarebbe stato lo spettacolo pirotecnico sempre in quella spiaggia e noi, giustamente, decidiamo di andarci… veramente un po’ li ho obbligati dato che a me piacciono un sacco i fuochi d’artificio.

È l’una quando Filippo mi riaccompagna a casa. Matilde entra e io rimango qualche minuto fuori.
<Mi dispiace molto per come mi sono comportato oggi> inizia lui prendendomi le mani
<Non devi, anzi devo ringraziarti piuttosto, se non fossi intervenuto tu, credo che sarebbe finita male per me…> lo guardo sorridendo, lui fa altrettanto e poi mi abbraccia dandomi un bacio sulla fronte.
<È che ho l’istinto di proteggerti, credo lo farei anche se non ti conoscessi> dice continuando ad abbracciarmi.
Il mio cuore va a mille ed è da molto che non succede. Nonostante si sia comportato in un certo modo non riesco proprio a tenergli il broncio, quando sorride mi sciolgo.
Ci diamo la buonanotte e se ne va. Senza nessun bacio.

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