Analizza tutte le carte prima di fidarti di qualcuno.
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La sua espressione non mutò minimamente: gli occhi rilassati e il leggero sorriso rimasero al loro posto. Il tono della mia domanda non aveva scalfito nemmeno la sua sicurezza.
«Oh, andiamo Gabriel, rilassati! Ti ho detto che non voglio ucciderti.»
Mosse un altro passo verso di me.Non indietreggiai, ma, in compenso, alzai le braccia fino all'altezza del viso, tenendo la mano con l'anello dritta davanti a me.
Avevo sperato che l'individuo sbarrasse gli occhi e indietreggiasse o, almeno, che cambiasse espressione. Sulla seconda speranza venni accontentato, ma in modo totalmente diverso da come mi aspettavo.Il ragazzo assunse un'espressione stupita, nessuna paura, nessun passo indietro.
«È un anello di bronzo celeste, quello?» fu l'unica cosa che disse, alzando un sopracciglio.Cominciavo a sentirmi vagamente irritato. Quel tipo si stava prendendo gioco di me. O era un buon attore e tra pochi minuti mi avrebbe attaccato, o era un idiota. A dir la verità non sapevo quale possibilità preferivo.
«Come fai a sapere che questo anello è fatto di bronzo celeste? E chi è questo Chirone?» dissi, cercando di bluffare sullo strano nome del materiale di cui, almeno secondo il ragazzo, era fatto il mio anello.I suoi caldi occhi rimasero distesi, ma assunsero una sfumatura divertita.
«A quale delle tre domande devo rispondere per prima?»
I miei occhi, molto meno distesi dei suoi, schizzarono per un attimo verso l'alto.
Ero decisamente irritato.«Rispondi in ordine» ringhiai.
«Perfetto» sorrise «Io sono Mick, un satiro. So di cosa è fatto il tuo anello perché ho visto un sacco di armi fatte con quel materiale, anche se non avevo mai visto un anello usato come arma...» Si interruppe e sembrò diventare pensieroso. Pensai che fosse incredibile la facilità con cui si poteva capire cosa pensava solo guardandolo in faccia, che si fosse empatici o meno.
«Chi ha fatto quell'anello? Il bronzo celeste non è troppo difficile da lavorare, ma è così piccolo... deve essere stato un maestro, come minimo un figlio di Efesto...»
Sorvolai temporaneamente sul fatto che avesse appena nominato un dio greco senza troppi problemi.«Chirone» gli ricordai.
«Sì, giusto, la presentazione. Chirone è il direttore del Campo Mezzosangue. Beh, non era così che avevo immaginato di presentarmi, ma se tu preferisci così...»
Tese la mano verso di me, probabilmente pensando che gliela avrei stretta.
Nel frattempo, mi erano sorte almeno 5 domande per ogni risposta.«Spiegati meglio» fu la prima cosa che dissi.
Dopo altre domande, esortazioni, e dopo essermi irritato infinitamente di più di quanto non mi succedeva dai tempi dell'orfanotrofio e di Veronica, riuscii a farmi dare una spiegazione intera, comprensibile e sufficientemente lunga. Quasi un miracolo.Alla fine del discorso, mi sembrava di avere la testa in un tornado.
Un Campo per i figli degli dei greci situato negli Stati Uniti (per la precisione a Long Island). Gli dei greci esistono e hanno avuto figli con i mortali, questi discendenti sono inseguiti dai mostri e possono trovare rifugio al Campo Mezzosangue. I satiri aiutano i semidei a raggiungere il Campo. Io sono un semidio. E ce ne sono altri come me.Quando il satiro mi disse le ultime due cose, il mio cuore inizialmente perse un battito, per poi accelerare subito dopo. Credetti al racconto. C'erano troppe coincidenze tra la mia storia e quella raccontata dal ragazzo. E poi, le parti di cui non ero sicuro erano troppo fantasiose per essere solo immaginate. Ebbi un'ulteriore conferma quando mi mostrò gli zoccoli caprini che aveva al posto dei piedi. Durante le lezioni di Mitologia avevamo studiato il mito di Marsia, un satiro, e ricordavo perfettamente come era fatto.
«Mio Dio...» sussurrai, in una pronuncia dei miei pensieri.
«Dei» mi corresse Mick «miei Dei.»Avevo abbassato le braccia ormai da tempo. Chiusi gli occhi e respirai profondamente. Una, due, tre volte. Poi li riaprii e li piantai in quelli di Mick.
«Ok. Ok. Io sono Gabriel. Come ci arriviamo a Long Island?»
Feci un sorriso stanco e gli tesi la mano.Lui la fissò per qualche secondo prima di stringerla.
«Non pensavo che ci avresti creduto. Sembravi piuttosto scettico all'inizio.»
«Ho abbastanza indizi per crederci. Tante coincidenze fanno una prova. E poi penso di potermi fidare del mio istinto» risposi alzando leggermente le spalle.Mick inclinò la testa di lato di qualche grado. Sembrava curioso.
«L'istinto è una prova?»
Afferrai lo zaino da terra.
«La migliore che io conosca.»Angolo Autrice
Cari, carissimi semidei, sono certa che ormai abbiate tutti finito scuola, esami e impegni vari ed eventuali. Ho pubblicato dopo un bel po' di tempo, ma adesso vi spiegherò il perché. Ebbene, insieme a questo capitolo ne potrete leggere altri, per la precisione 4, appena pubblicati, perché ho deciso di pubblicare gli ultimi 5 capitoli di questo libro tutti insieme, il 30 Giugno, ovvero il giorno del mio compleanno. Un ultimo regalo che faccio a voi. Ma il tempo dei saluti e dei ringraziamenti deve ancora arrivare, visto che ho in mente di metterlo nell'ultimo capitolo (strano, non è vero?).
Per il momento vi saluto.
Ark
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Cronache di un Mezzosangue
Fanfiction"La vita di un mezzosangue è come la lama di un coltello: si divide in due parti, impossibili da guardare contemporaneamente." Gabriel ha sempre condotto una vita tranquilla, fatta di amici solari, dolce musica e preghiere tra le stanze dell'orfanot...