Per quanto possa essere doloroso e orribile, spera sempre di sognare la realtà.
Spesso, avanzare tra i propri demoni nella luce è preferibile a brancolare nel buio senza vederli.•••
I miei piedi poggiavano esattamente al centro di una grande stanza.
Davanti a me, c'era una porta aperta, che dava su una specie di cortile all'aperto. A destra e a sinistra di questa, c'erano due finestre, che inondavano di raggi di sole la stanza. Sembrava una bella giornata.
Feci un giro su me stesso per osservare meglio lo spazio. Alle mie spalle, un scala imponente conduceva ai piani superiori, mentre un'altra più piccola, posizionata tra due muri, pareva essere l'entrata per i piani inferiori.
Da fuori si sentivano debolmente voci di ragazzi e ragazze, ed era impossibile capire cosa stessero dicendo.Guardai una volta le scale ed una volta la porta. Scelsi la porta. Avvicinandomi all'uscita, vidi che c'era una terrazza collegata all'edificio, di un colore azzurro come il cielo. Un corrimano in legno circondava tutta la casa.
Adesso riuscivo a vedere i ragazzi che parlavano, o meglio, urlavano. Erano divisi in due squadre da sei giocatori disposte su un campetto di pallavolo e giocavano. La partita sembrava essere infiammata. Una ragazza fece punto proprio in quel momento, guadagnando un'ovazione da parte di tutta la squadra.
Ero ormai a pochi passi dall'uscita, quando una voce mi fece fermare.
«Volevi parlarmi, Chirone?»Improvvisamente, smisi di galleggiare. Ebbi la sensazione di una caduta, poi il mio corpo diventò vigile, come se mi fossi svegliato. Solo che ero ancora all'interno del sogno, e non avevo alcun desiderio di svegliarmi.
«Sì, Signor D. Volevo parlarle di un caso sospetto che si è verificato recentemente a San Francisco.»
«Un semidio è invischiato nella vicenda, non è vero?» gli rispose l'uomo, che doveva essere il Signor D, alzando un sopracciglio con aria annoiata.
«È possibile. E temo che la causa sia stata un mostro. La vittima è stata strozzata a mani nude, ma non ci sono tracce di alcun tipo. Il luogo, poi, è pericolosissimo: stiamo parlando di San Francisco» concluse, come se bastasse a spiegare tutto. Per l'altro, bastò.
«Quindi» dal tono di voce sembrava annoiato «il ragazzino è - era, pardon - un mezzosangue.»
«In tutta probabilità, sì.»«Qual è il problema?» chiese il signor D.
Chirone gli lanciò un'occhiata a metà tra l'esasperazione e il gelo più totale.
«Cioè, tralasciando che un mezzosangue è morto, s'intende» si affrettò ad aggiungere, alzando gli occhi al cielo. Chirone liberò un sospiro.
«Vengo al dunque. Pare che sia scomparso anche un altro ragazzino dello stesso orfanotrofio, con la stessa età, senza lasciare che poche tracce.»
«Perché dovrebbe interessarci? Sapere che due mezzosangue oppure un mezzosangue e un mortale sono morti invece di uno non ci cambierà la vita» lo interruppe, aspro.
«Se fosse vivo, e magari in fuga...»
«Le cose cambierebbero, ma non certo a me. Ancora non capisco perché tu abbia voluto parlarmene. Ti sarebbe bastato inviare un satiro sulle tracce del ragazzo. Sempre che un morto possa lasciarne, di tracce.» La noia sul volto del signor D si poteva distinguere anche a un miglio di distanza.
«Pensavo fosse giusto parlargliene. In fondo, è lei che dovrebbe occuparsi di queste cose...»
Dall'espressione disgustata e carica d'odio sul volto dell'uomo, capii che Chirone aveva scoccato una frecciatina, e che era andata pienamente a segno.«Ho già mobilitato un satiro che si trovava in zona.»
Dopo quelle parole, dalle labbra di Chirone proruppe un secondo sospiro, più profondo del primo. Il signor D non sembrò farci caso: aveva il viso chiazzato di rosso e borbottava, ancora infuriato per il commento di prima. Quella volta, toccò al suo compagno non farci caso.«Che gli Dei lo proteggano» fu il suo ultimo commento.
Ebbi l'impressione che il signor D si stesse voltando verso l'altro per ribattere con qualcosa di brusco, ma non fui in grado di sentirne le parole.Il sogno mi svanì tra le dita, disintegrandosi in schegge e polvere.
Angolo Autrice
E con questo capitolo chiudiamo la parte del sogno del nostro amico mezzosangue.
Immagino che tutti abbiano capito qual è la location di questo sogno. Non è che sia molto difficile.
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
A questo punto, passiamo alla parte più importante dell'angolo autrice: i ringraziamenti.
400 visualizzazioni. Questa storia ha 400 visualizzazioni.
Sono felicissima per questo risultato, e ringrazio infinitamente tutti, dal primo all'ultimo.
Grazie infinite per visualizzazioni, voti e commenti, che ogni volta mi fanno sorridere e mi fanno pensare di aver fatto bene ad iniziare a scrivere questa fanfiction.
Grazie di cuore❤️E adesso vi saluto, ci vediamo alla prossima pubblicazione, cioè fra tre giorni.
Ark
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Cronache di un Mezzosangue
Fanfiction"La vita di un mezzosangue è come la lama di un coltello: si divide in due parti, impossibili da guardare contemporaneamente." Gabriel ha sempre condotto una vita tranquilla, fatta di amici solari, dolce musica e preghiere tra le stanze dell'orfanot...