Fiamma che uccide

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Una delle forze distruttive più dirompenti è il fuoco, che trasforma ogni cosa in un inferno vermiglio e accecante. Esattamente come un parassita, consuma ciò che ha intorno per non estinguersi.
Per questo, qualunque essere dotato di intelletto teme il fuoco.

•••

Nonostante mi fossi accasciato sul pavimento, il mio cuore non stava prendendo nemmeno in considerazione la possibilità di rallentare. Tra la corsa, l'ansia e la consapevolezza sempre più forte di ciò che avevo rischiato, il continuo pulsare non accennava a diminuire.

Lentamente, prima posando le braccia a terra e poi stendendo le gambe, mi rialzai. Non potevo perdere tempo.
Avevo corso un rischio assurdo, lo sapevo. Ma, al tempo stesso, sapevo anche che era stato necessario.
Mi ero lanciato - incoscientemente - su quei mostri perché avevo bisogno di valutarli. Per portare a termine un piano contro di loro dovevo conoscere meglio le loro caratteristiche e il loro modo di attaccare, ma, informazione di maggiore importanza, dovevo stimare, farmi un'idea, di quanto tempo, al massimo, sarei potuto sopravvivere con loro in quella stanza buia e fredda.

Abbastanza per tentare. Era questa la risposta al mio ultimo punto interrogativo.

E ora, le fiamme.
Una corda, una tavoletta di legno e il mio zaino, che, nonostante le sofferenze degli ultimi giorni, era rimasto fedelmente con me. Più per fortuna che per altro, ma chi può andare contro il volere del Fato? E chi vorrebbe andare contro il volere del Fato, se con lui si dimostra benevolo?

Sapevo come sfruttare quegli oggetti. Tirai la zip dello zaino, aprendolo. La scatola dei fiammiferi era in mezzo agli altri oggetti, al centro, il fulcro delle mie speranze. La afferrai senza alcuna esitazione.

Disposi tutto alla perfezione. Posizionai la tavoletta a un metro circa dalle scale, imbracciai la corda e strinsi tra le dite un paio di fiammiferi. Quei bastoncini erano la mia salvezza. Erano così piccolo e sottile che avrei potuto spezzarli con un distratto movimento delle dita. Eppure, se usato nel modo giusto, da quell'insignificante bastoncino poteva sprigionarsi una delle forze più potenti, mortifere e misteriose del pianeta: il fuoco.

In quel momento dovevo solo aspettare. Dovevo solo attendere che i due mostri capissero come raggiungermi al primo piano. Per loro non era semplice, ma non avevo dubbi che ci sarebbero riusciti in fretta: un cacciatore lotta sempre per la sua preda.

Sentii rumori forti, schiocchi secchi, frasi in lingue che conoscevo e talvolta incomprensibili.
Poi, dopo diversi, interminabili minuti, udii suoni che potevano essere ricollegati alla soddisfazione e l'inconfondibile rumore di colpi sulle scale: stavano salendo.

Prontamente, accesi i fiammiferi sulla tavoletta, e lasciai che quest'ultima prendesse fuoco. Deboli ma crescenti fiamme presero a sollevarsi dal pezzo di legno. Con uno sguardo, intravidi un braccio emergere dalle scale.
Il mio cervello elaborò all'istante la situazione: i due mostri avevano raggiunto il primo piano trascinandosi con le braccia. Dubitai che un umano ci sarebbe riuscito, visto quanto erano ripide le scale.

Una volta saliti, i due mostri si lanciarono in avanti e poi su di me.
Con un calcio, feci scivolare la tavoletta di legno sul pavimento, che si infilò dentro al vano. Un paio di rumori mi rivelarono che doveva essere rotolata all'interno della rampa.
Sperando con tutte le mie forze che il mio piano funzionasse, cominciai a spostarmi per tutta la stanza, schivando i serpenti e i loro colpi.

In quell'arco di tempo venni sbattuto a terra varie volte, ma ebbi salva la vita in altrettante. Tirai un sospiro di sollievo solo dopo aver visto le fiamme divampare tra le scale. Fiamme di un rosso vivido, imponenti e minacciose, avanzavano, e il fumo riuscì ad insinuarsi nella stanza dopo pochi secondi. Prometteva morte per le donne-serpente, e vita per me.

Le creature, incantate e terrorizzate dalle fiamme, si distrassero.
Nei loro occhi lessi paura... e non provai alcuna pietà.
Per l'ultima volta, con il fumo che mi faceva lacrimare gli occhi, spinsi le gambe al massimo e corsi su, attraverso le scale intatte, alla disperata ricerca di aria pulita e di un cielo azzurro, opposto all'inferno scarlatto dell'interno. Con frenesia, accesi un ad uno i fiammiferi restanti, per poi gettarli un attimo dopo sulle scale da cui ero salito, per fare in modo che prendessero fuoco anch'esse.

Respiravo in modo incontrollato, i movimenti erano come degli scatti e gli impulsi che partivano dal cervello paragonabili a proiettili.

Le due creature non riuscirono a salire, probabilmente perché nella foga si ostacolarono a vicenda.

A poco a poco le scale presero fuoco e l'incendio esplose in tutta la sua maestosa potenza.

Angolo Autrice
Allora, partiamo con il presupposto che ho finito di scrivere il capitolo alle 23:30 di ieri sera e ho scelto di non pubblicarlo a quell'ora perché mi pareva ben poco sensato. Quindi, potete considerare questo capitolo come quello della settimana scorsa.

Passiamo alle cose serie.
Vi è piaciuto il capitolo?
Spero di sì, anche perché è uno di quelli che mi sono divertita di più a scrivere.
Per chi è ancora alle medie, come sono andate le invalsi? Hanno portato morte, distruzione e pestilenze nelle vostre classi?
Per chi non ha dovuto fare le invalsi, come va a scuola? Avete materie sotto o non dovete minimamente preoccuparvi di dover recuperare?
Da me tutto bene. Tra le altre cose, la nostra prof di latino è riuscita ad ottenere dieci ore per fare lo "sportello di latino", ovvero ore in cui alcuni fanno recupero e altri potenziamento, quindi l'orario ci è stato modificato. La cosa più orribile è che al sabato, in cui dovevamo entrare alle 9 e uscire alle 12, sono state aggiunte due ore, quindi siamo l'unica prima costretta a rimanere fino alle 13 a scuola.
Fatemi sapere come va da voi.
A presto.
Ark

Cronache di un MezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora