Non puoi sapere quando arriverà un'idea. Salterà nella tua mente in pochi secondi, e rimarrà lì, a galleggiare tra miliardi di impulsi impartiti dal cervello, per alcuni istanti. Se riuscirai a coglierla, sarà tua, fino a quando non si perderà nei recessi della memoria, e potrai farne ciò che vuoi.
Alcune richiedono attimi di meditazione, altre una vita intera.
Le idee nascono pure, né buone né cattive, e assumeranno un certo valore solo se verranno sviluppate.
Tutto dipende dalla nostra volontà.•••
Imboccai una delle strade che conducevano ad una delle vie dei negozi, sperando che quel mostro non mi avesse ancora rintracciato.
Ero scappato dall'orfanotrofio per evitare che le persone che conoscevo e che mi stavano intorno venissero uccise da pericoloso assassino per colpa mia e il primo posto in cui mi ero recato, subito dopo, era una via dei negozi di San Francisco, che ovviamente di domenica era piena di gente a tutte le ore, con una qualunque condizione atmosferica.
Probabilmente penserete che non ha alcun senso, ma dipende dai punti di vista.
Punto primo: in mezzo a tutte quelle persone, sarebbe stato impossibile individuarmi. Di conseguenza, ero più al sicuro. Punto secondo: se avessi avuto bisogno di qualcosa, lì lo avrei trovato.Camminavo velocemente, lanciandomi rapide e costanti occhiate alle spalle: un comportamente non totalmente naturale.
Fortunatamente, in pochi minuti l'affollata via mi accolse fra le sue larghe braccia.Mi si parò davanti la consueta scena delle grandi vie dei negozi di tutto il mondo: infinite vetrine in successione, tutte allestite e decorate al solo scopo di attirare magneticamente gli occhi dei passanti, bar che vantavano grandi locandine con il menù del giorno e altri con proposte di aperitivi e alcolici di ogni tipo e grado per passare la serata in modi totalmente differenti fra loro. Centinaia di colori esplodevano nelle insegne luminose, così come nelle facciate. Gruppi di persone camminavano in tutte le direzioni, sembravano sciami di api.
Nessuno fece caso a me, come avevo previsto: le sporadiche occhiate che mi lanciava la gente erano veloci, e in esse non lessi alcuna malizia.
Dovevo assolutamente elaborare un piano: qualcosa mi diceva che andare dalla polizia dicendo che un mostro mezza donna e mezzo serpente aveva ucciso il mio migliore amico mi avrebbe garantito una sonora risata, o, nel peggiore dei casi, un ricovero all'ospedale psichiatrico più vicino.
Innanzitutto, facciamo il punto della situazione. Una specie di mostro-serpente mi cerca, probabilmente per farmi a pezzi, io sono scappato dall'orfanotrofio e mi trovo in una delle vie più affollate di San Francisco, che straripa di gente, e non posso rivolgermi alla polizia. E per giunta minaccia di piovere.
Sospirai. Fare il punto della situazione si stava rivelando parecchio deprimente, ma organizzare ordinatamente le informazione mi rendeva più semplice pensare.
Ero certo che, al massimo il giorno seguente, avrebbero dato la notizia della morte di Michael, e di conseguenza la mia sparizione sarebbe diventata un argomento di portata nazionale.
Niente attira di più le persone dei misteri.Di conseguenza, non solo avrei avuto un mostro assassino e la polizia alle calcagna, ma chiunque avrebbe potuto riconoscere il mio volto. Considerando, poi, quanto sia suggestionabile la gente, avrebbero segnalato mie apparizioni anche in un altro continente.
Avrei dovuto camuffarmi, ma un cappellino da baseball non sarebbe bastato.
Era strano, in quel momento sarei dovuto essere spaventato e impossibilitato a fare un solo pensiero coerente. Eppure non mi ero mai sentito così carico di adrenalina e lucido nel pensare. In qualche modo il fatto di trovarmi in pericolo doveva aver affinato i miei sensi e risvegliato il mio istinto di sopravvivenza.
Mi infilai in un piccolo bar e presi un bicchiere d'acqua per poter andare in bagno e cambiarmi. Quando uscii, se il barista si accorse che mi ero cambiato, non lo diede a vedere, così sgusciai fuori cercando di attirare meno attenzione possibile.
Continuai a camminare per la via. Non riuscivo a sentire il rumore dei miei passi a causa della confusione e le chiacchiere della persone che avevo intorno arrivavano confuse, come dei ronzii. Adesso non sembrava che volesse piovere: il cielo stava schiarendo.
Passai accanto a decine di persone e anche ad un gruppo di turisti inglesi. La guida stava spiegando alcune cose sulla città, comprese alcune informazioni sui migliori ristoranti del posto.
Passando accanto a due donne sui 35 anni, sentii che stavano parlando del volo di ritorno. Ora, io non sono una persona impicciona che si fa i gli affari degli altri, ma proprio non riuscii a non ascoltarle: la voce di una delle due era grave, quasi maschile, mentre l'altra parlava a voce molto alta, probabilmente a causa
di problemi di udito.«A che ora abbiamo il volo?» chiese la voce grave.
«Alle 15:30 cominciano a imbarcare» rispose l'altra, con una punta di malinconia nella voce.
«Quindi non ce la faremo a finire la visita guidata?»
«No, purtroppo siamo le uniche del gruppo ad avere il volo a quell'ora, tutti gli altri lo hanno domani.» La donna fece una smorfia annoiata.
«Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere tutto, chissà quando ci ricapiterà di tornare in questa bellissima città!»
«Già, ma purtroppo non ne abbiamo il tempo.»
Mi allontanai, lasciando le due donne a parlare tra di loro.Per un attimo mi sembrò incredibile che le persone potessero ancora parlare di cose normali dopo tutto quello che mi era successo.
Un paio di minuti dopo, passai davanti alla vetrina di un negozio di occhiali e lenti. Sulla vetrina era attaccato un cartello che recitava: «Lenti a contatto colorate per tutti i gusti in offerta a...». Il prezzo delle lenti era cancellato e illeggibile.
Mi fermai di botto. Ecco cosa mancava al mio travestimento: un nuovo colore di occhi.Ma come avrebbe potuto un ragazzino di 11 anni comprare un paio di lenti colorate senza dare nell'occhio? È vero che le persone a San Francisco non si preoccupano molto di ciò che succede, ma il rischio di farmi scoprire era troppo alto.
Però quelle lenti mi servivano assolutamente, o non sarei potuto entrare in nessun negozio senza poi scappare a gambe levate o lasciarlo in custodia alla polizia locale.
Il gruppo di turisti che avevo visto prima mi passò nuovamente accanto, e mi riportò alla realtà.
Osservandoli mi venne un'idea. Mi sembrava quasi di sentire gli ingranaggi del mio cervello che giravano. Era un'idea un po' rischiosa che si basava su diverse scommesse, ma era l'unica che avevo.
Forse avrebbe funzionato.
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Cronache di un Mezzosangue
Fanfiction"La vita di un mezzosangue è come la lama di un coltello: si divide in due parti, impossibili da guardare contemporaneamente." Gabriel ha sempre condotto una vita tranquilla, fatta di amici solari, dolce musica e preghiere tra le stanze dell'orfanot...