Capitolo undici

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Cerco di smuovere Paolo che dorme silenziosamente accanto a me, una mano poggiata sulla mia pancia, è rannicchiato sul mio fianco, respira profondamente, forse un po' scomodo, visto che il mio letto è piuttosto piccolo. E' passata una settimana e mezza da quando ha scoperto tutto, eppure mi sembra ancora surreale il modo in cui si sta prendendo cura di me, la sua dolcezza e delicatezza: gli ho chiesto per favore di non dire nulla a Marco, di lasciarlo perdere, che al momento giusto gli parlerò e lui ha accettato la mia scelta, con fatica, ma l'ha accettata. Si è affezionato alla mia noce come forse nessun altro e anche lui ha iniziato a pensare a qualche nome come me e Chiara. Tutti e tre stiamo vivendo questa cosa in una sorta di limbo, io in particolare spaventata dalla reazione che potrebbe avere Marco e da cosa penserà dei nomi che abbiamo pensato.
-Paolo i tuoi ti uccidono- Mugugno ancora assonnata.
-No, li ho avvisati quando ti sei addormentata- Bisbiglia, senza muoversi di un millimetro. -E poi è domenica dai, stai zitta e dormi- Mi sgrida, ridacchiando.
-A parte che sono le dieci- Dico, tirandomi un po' su con la schiena e la sua mano che era poggiata sulla mia pancia scivola giù, rimanendo su una mia gamba. -Noce ha deciso che oggi ho la nausea...- Sussurro, chiudendo gli occhi per scacciare il malessere.
-Avete delle arance?- Mi chiede, subito dopo avermi baciato la pancia da sopra la maglietta del pigiama.
-Non ne ho idea- Rispondo, piuttosto stranita. -Dovresti chiedere ai miei- Spiego, un po' accigliata, pensando a quanto i miei genitori siano poco comprensivi. Più cerco di immaginare la loro di reazione, più sono convinta che mi cacceranno di casa.
-Vado giù- Dice, mentre io mi copro con il piumone. Ieri sera è venuto qui, nonostante dei suoi amici gli avessero chiesto di uscire e avessero esteso l'invito anche a me. Avrebbero sicuramente bevuto e non mi sarei trovata a mio agio a spiegare che non potevo bere, così ho detto di no e Paolo pure, abbiamo visto un film, mangiato la pizza e fatto scherzi telefonici a Chiara che era in giro con Simone che ci odierà per sempre. Prendo il cellulare dal comodino e mando il buongiorno a Chiara, leggendo nel frattempo gli altri messaggi, tra cui uno di Marco.
"Senti, non puoi venire nemmeno oggi?". Sto cancellando le notifiche dei suoi messaggi, visualizzandoli e basta, e ogni volta in classe invento una scusa diversa pur di non vederlo. Non so come mai all'improvviso si sia fissato così tanto: l'unica possibilità che mi passa per la testa è che non ha trovato nessun'altra disperata come me da andarci a letto senza chiedere nulla in cambio. Sbuffo, lasciando cadere il cellulare tra le coperte, quando Paolo rientra in camera mia con un vassoio con su due bicchieri di spremuta d'arancia e qualche biscotto.
-Wow, pure il servizio in camera?- Chiedo mettendomi a ridere.
-Non abituartici, avresti potuto cacciarmi, invece mi hai lasciato dormire qui con te- Spiega subito, poggiando il vassoio sul mio comodino. Mi sposto un po' e lui si siede al bordo del letto, quando nota il mio cellulare ancora acceso sulla chat di Marco. Lo prende tra le mani e io mi mordo insistentemente un labbro. Non m'interessa in realtà che legga i nostri messaggi, non ho più niente da nascondergli, ma la cosa per qualche motivo mi infastidisce lo stesso, e neanche poco. Continua a leggere, mentre io bevo la spremuta che ha appena portato per cercare di distrarmi e smettere di mordermi il labbro.
-Dovresti dirglielo- Commento, senza staccare gli occhi dai messaggi. -Insomma non reagirà bene, ma smetterà di infastidirti-
-Non sono sicura di volere che lui faccia parte di tutto questo- Spiego, sfiorandomi la pancia con una mano. -Ad esempio io voglio che sia maschio e voglio chiamarlo Angelo, e se anche lui poi desiderasse un maschio ma volesse dargli un altro nome?- Chiedo, un po' spaventata.
-Emma, non credo che Marco accetterà questa cosa, tantomeno che voglia scegliere il nome- Sussurra lui, cercando di essere il più delicato possibile.
-Hai mai pensato a come reagirà se saprà che insomma tu...- Non finisco la frase.
-Che so tutto?- Chiede anticipandomi. Annuisco, finendo la mia spremuta. -Emma non puoi preoccuparti di come o come non reagirà, penso che dovresti semplicemente dirglielo, perché lui è il padre- Mi fa un sorriso per cercare di rasserenarmi, io sbuffo e poggio il bicchiere ormai vuoto.
-Deve per forza essere lui il padre?- Domando, quasi come se la cosa fosse fattibile.
-E chi dovrebbe essere scusa?- Mi chiede ridendo.
-Ma che ne so, preferirei cento volte te!- Esclamo, ottenendo da lui una stranissima reazione, come se avessi detto la cosa più bella del mondo nel momento peggiore. -Insomma, sei il mio migliore amico, non potresti mai farmi male o fare del male a noce...Cioè, hai reagito male ma io sapevo che alla fine avresti capito- Continuo a parlare, cercando di scorgere di nuovo il suo sorriso rassicurante, ma lui si mette a scrivere con il mio cellulare sussurrando un "sì, sono il tuo migliore amico" davvero poco convinto.
-Che stai facendo?- Gli domando, cercando di sporgermi per vedere meglio.
-Scrivo a Marco che vuoi vederlo oggi- Risponde con naturalezza. Io strabuzzo gli occhi e sussulto tra le coperte.
-Ma sei impazzito?- Chiedo, quasi urlando, al punto che Checco spalanca la porta spaventato.
-Tutto bene?- Domanda, sporgendosi per vedere in camera. -Ah, ciao Paolo, non ti ho sentito arrivare-
-Ho dormito qui- Spiega Paolo osservando il mio cellulare in attesa di una risposta di Marco.
-Emmina Emmina! Ti sbaciucchi con il tuo ex e salti la prima ora e poi dormi con il tuo migliore amico?- Scoppia a ridere e Paolo mi guarda confuso, io prendo il peluche a forma di elefante che ho sul comodino e lo lancio in piena faccia a mio fratello, minacciandolo di andarsene prima che mi arrabbi di più. Se ne va continuando a ridere, mentre Paolo mi osserva per avere una spiegazione.
-Non mi sono sbaciucchiata con Stefano, è mio fratello che è un cretino- Spiego, alzando gli occhi al cielo. -E anche tu sei un cretino! Io non voglio vedere Marco!- Esclamo piuttosto infastidita, non amo che le persone prendano le decisioni al mio posto anche se riconosco che io temporeggio sempre, aspetto l'ultimo minuto per ogni decisione e cerco in tutti i modi di aggirare gli ostacoli senza affrontarli.
-Emma, glielo devi dire e lo farai oggi, ti accompagno se vuoi, oppure chiama Chiara- Dice, cercando di essere il più calmo possibile. -E' importante, per quanto lo odio, che lui lo sappia-

La casa di Marco è colossale. Dall'esterno, la prima cosa a colpirti è il giardino: curatissimo e pieno di fiori in ogni stagione, ogni stagione diversi, spandono un profumo dolciastro nell'aria. Una volta percorso il vialetto la villa ti si para davanti in tutta la sua maestosità, tanto da sentirti una formica in confronto. Paolo e Chiara mi hanno accompagnata da lui, ma ho chiesto di parlarci da sola e penso che sia giusto così, loro mi aspettano in macchina. Stringo la cinghia della borsa che tengo schiacciata al mio corpo, non ho mai portato borse da lui: non dovevo portare niente che non ci stesse nelle tasche e non dovevo portare mai via nulla. Citofono e Lucia, la domestica, mi apre come sempre sorridendomi stretta nella sua divisa nera.
-Salve signorina Marrone, è un sacco che non la vedevo, come si sente?- Mi domanda, formale come sempre.
-Lucia, ti ho già detto di chiamarmi Emma e di darmi del tu trecento mila volte...Ancora di più ora, davvero- Le rispondo con un sorriso. -Sto bene, ma a dirla tutta, sono qui per rivelare un segreto enorme!- Esclamo, cercando di affrontare la cosa con leggerezza.
-Mi scusi...- Si blocca e si scusa di nuovo. -Scusami, Emma, è l'abitudine-
-Non ti preoccupare Lucia...Io non le capisco proprio queste persone ricche che voglio che dai del lei, io la trovo una cosa così triste-
Lei alza le spalle e ripete "è il mio lavoro e finché mi trattano bene posso anche dare del lei".
-Che segreto sei venuta a svelare?- Mi chiede, ridacchiando eccitata. -Se posso...- Bisbiglia poi, ridadandosi un contegno.
-Bè, devo dire a Marco che abbiamo un problemino...- Rispondo con un piccolo sorriso. -Sono incinta- Ammetto, e lei subito saltella impazzita, come se le avessi appena dato la notizia più bella del mondo.
-Emma che cazzo stai dicendo?- Chiede Marco, entrando nell'atrio di casa sua.

La stella più fragile dell'universo [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora