Capitolo venticinque

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-Grazie amore...- Bisbiglio, in realtà non molto felice. Marco non si è sentito bene in questi giorni, aveva la febbre molto alta e sono rimasta a casa con lui due giorni, oggi Chiara è venuta e mi ha portata a scuola di peso, ha detto che non me lo posso proprio permettere di saltare altri giorni di scuola, anzi, di prendere appunti e segnare ogni cosa per Marco se proprio voglio rendermi utile. Io ci provo a non essere premurosa e attenta con lui, ma da quando mi ha raccontato ciò che è successo io non riesco a fare altro che stargli accanto, aiutarlo, non farlo sentire mai solo, mai eccessivamente fuori posto.
-Muoviti, e segui le lezioni. Io vado da tuo papà ha prendere il bollettino della gita e te lo porto io in segreteria!- Esclama un po' rigida, come se all'improvviso cercasse di comportarsi come dovrebbe fare mia mamma, sgridarmi ma capirmi sempre.
-L'hai convinto a pagarmi la gita?- Domando poco convinta che lei ci sia riuscita davvero.
-Era d'accordo con me che sei incinta e non malata e che può farti questo regalo. Ho chiamato la scuola e hanno pagato una parte, vista la situazione- Mi spiega, facendomi aprire in un sorriso sincero. Esco dalla macchina, continuando a salutarla e ringraziarla, mentre mi avvio verso la scuola. Paolo è appoggiato ad un muro, parla con un po' di persone, alcune le conosco, altre non le ho mai viste. Ride, tiene la cartella su una sola spalla e a me si torce lo stomaco.
-Emma! Tutto okay?- Mi chiede Elisa apparendo affianco a me, i capelli neri chilometrici legati in una treccia e qualche libro in mano, probabilmente perché non ci stava in cartella.
-Eli, sì sì sto bene- Rispondo, smettendo di controllare Paolo come un'ossessa, anche se la cosa mi risulta difficile, infatti continuo a buttarci uno sguardo ogni tanto.
-Mi era venuto un colpo, pensavo fosse successo qualcosa con la bambina!- Esclama sinceramente preoccupata, annaspando un pochino.
-No no, Marco ha la febbre e sono stata con lui, però non mi andava di saltare troppi giorni- Spiego, con un piccolo sorriso per calmare la sua preoccupazione. -Indovina?- Chiedo poi, sorridendo di più. -Vengo in gita!- Esclamo felicissima, e lei saltella quasi più felice di me.
-Menomale, menomale! Le altre sono tutte idiote, almeno posso stare in camera con te- Risponde improvvisamente sollevata. -Sempre se ti va...- Aggiunge, un po' imbarazzata per la troppa eccitazione.
-Ovvio che mi va- Le dico, controllando di nuovo Paolo.
-Te lo ricordi che oggi interroga in greco?- Chiede distraendomi da uno dei miei chiodi fissi. Indica il libro che tiene tra le mani e io mi mordo un labbro improvvisamente agitata.
-No cazzo, l'avevo completamente dimenticato!- Esclamo respirando a fondo per calmarmi.

-Marrone, non è possibile che tu sia impreparata ancora- Afferma la prof di greco, scuotendo la testa alquanto delusa. Io mi torturo le mani, seduta accanto alla cattedra.
-Prof, senta, sono incinta e mia madre mi ha cacciata di casa, non sono esattamente in una situazione adatta allo studio- Tento di giustificarmi, ma senza alzare lo sguardo perché probabilmente scoppierei a piangere.
-Emma- Mi chiama, quasi per cercare di essere più dolce, ma non le viene molto bene. -Non importa, hai la maturità. Io non posso davvero ammetterti così, siamo ad inizio marzo, vedi di impegnarti o con i voti che hai non ce la farai, ma proprio mai Emma! Capisco la situazione, ma non posso né io, né nessuno nel consiglio di classe aiutarti se tu non studi!-
Una lacrima sfugge al mio controllo, la campanella suona e finalmente è l'intervallo. Mi alzo, buttando la sedia alla meno peggio e la prof mi richiama, ma io non la sento. Non me ne frega proprio niente. Escono tutti dalla classe, mentre io mi siedo al mio posto e cerco di calmare le lacrime che continuano a scendere più veloci e a muovermi il petto in un modo convulso.
-Emma...- Sussurra Elisa, accarezzandomi una spalla.
-Per favore lasciami da sola- La prego e lei non si intromette. E' mia amica, ma non le piace essere invadente, probabilmente non sa nemmeno come comportarsi in questa situazione. Tiro su il viso, come se le lacrime potessero tornare indietro, rotolare di nuovo al loro posto negli occhi, ma non funziona.
-Tutto okay?- Paolo lo chiede con un filo di voce, sedendosi accanto a me, dopo settimane che non ci salutiamo nemmeno.
-Sto bene- Rispondo, asciugando le guance con le maniche della felpa e tirando su con il naso. -E io non ho scelto proprio nessuno, quindi non ho bisogno di te e dei tuoi ultimatum del cazzo- Lo dico un po' fredda, anche cattiva, ma penso che lui se lo merita tutto. Capisco a pieno le ragioni per cui ce l'abbia così tanto con Marco, ma le persone cambiano e non si può mai sapere, magari sarà proprio noce a cambiarlo, o forse l'ha già fatto e Paolo non capisce quanto sia importante il perdono.
-Emma, per favore- Sospira, cerca di stringermi una mano ma io la scanso. -Puoi parlarmi?- Chiede, quasi mi prega. -Almeno dimmi se noce sta bene, tu e Marco siete spariti-
-Noce sta benissimo, ha un padre meraviglioso- Rispondo addolcendomi un po'. Noce non mi fa arrabbiare con nessuno, noce ha questo incredibile potere di farmi pensare che tutto ad un certo punto si sistemerà.
-Allora forse hai scelto lui, non credi?- Domanda spezzando subito la mia nuova speranza.
-Io scelgo solo me e mia figlia-
-Lo so che ho esagerato- Lo dice con un filo di voce, ma lo dice, e io lo guardo un po' incredula. -Marco non è una bella persona. Non puoi solo fidarti di me?- La sua è quasi una supplica.
-E tu? Tu saresti una bella persona?- Chiedo sgranando gli occhi per le sue parole dure nei confronti di Marco, ancora.
-Marco fa sempre casino, Emma, dovresti lasciarti aiutare dalle persone che ti vogliono bene davvero- Aggiunge abbassando lo sguardo.
-Tu credi che mia figlia starà bene senza un padre?- Domando un po' confusa, come se lui non capisse realmente che noce è una bambina, che avrà un sacco di amore da Chiara, da mio fratello, da più persone di quanto mi aspettassi, perfino da lui, ma che l'amore mio e di Marco sarà il suo fondamento, ciò a cui si poggerà per sempre e io non voglio che sia diverso, mio padre è sempre stato fondamentale per me e io non voglio impedirle di avere lo stesso rapporto, qualsiasi cosa accada. -Le persone fanno degli errori Paolo, tutti, soprattutto se c'è di mezzo l'amore-
-Che cosa c'entra adesso l'amore?- Chiede un po' confuso e preoccupato all'improvviso.
-Marco amava Rebecca- Rispondo, facendogli sgranare gli occhi.
-Che bravo, nemmeno sa mantere una promessa...- E' l'unica cosa che riesce a dire.
-Paolo credo che fosse arrivato il momento che lo sapessi anche io. Io e Marco stiamo cercando di conoscerci, è importante per noce!- Esclamo un po' infastidita. -Ma soprattutto è importante per me- Spiego azzardando un po'.
-Che cosa ti ha raccontato?- Chiede all'improvviso incuriosito
-Di Rebecca, di Miriam. Di te che sei un cretino, perché cerchi sempre di proteggere tua sorella e me, ma siamo in grado di difenderci da sole- Rispondo un po' accigliata.
-Impazzite per il ragazzo stronzo pieno di soldi alla prima piccolissima attenzione- Commenta un po' inacidito.
-Paolo penso tu sappia che Marco è più di questo, e penso tu sappia che nè io, nè tua sorella siamo così superficiali-
Lui mi guarda, mi prende una mano e questa volta gliela lascio stringere, perché alla fine io gli voglio bene e non voglio assolutamente perderlo. Lo osservo, mentre accarezza la mia mano gli sorrido. -Smettila di fare la guerra-
-Emma, io ci provo, ma lui ha fatto del male a tutti- Sbuffa, sussurra che gli manco.
-A me non ha mai fatto niente di male, mi usava un po', ma io glielo lasciavo fare, non gli avevo detto di provare qualcosa, lui pensava fosse solo sesso. Dovresti vederlo ora, da quando sa di essere il papà di noce al cento per cento. E' più sicuro di me, la ama quasi più di me...- Bisbiglio, come se solo ora mi rendessi conto di quanto Marco si stia prodigando per la nostra bambina, quanto il suo voler essere solo una comparsa nella sua vita ora sia diventato il centro. Senza di lui, forse non sarei nemmeno uscita dalla mia camera.
-Miriam è paralizzata, mia sorella non si fida più di nessun ragazzo e tu ora sei incinta, non sono sicuro che Marco possa cambiare- Sottolinea lui, ancora poco convinto.
-Dagli una possibilità- Lo prego, stringendogli la mano più forte che posso.

La stella più fragile dell'universo [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora