All'improvviso il mio corpo smette di sentire tutto ciò che accadeva all'esterno. Gli amici di Marco, lo stesso Marco, noce, Rebecca, Miriam, mia madre, mio padre, mio fratello. Tutti. Il vuoto si crea attorno a noi, che siamo soli.
Le sue labbra, d'improvviso sulle mie, erano l'ultima cosa che mi aspettavo.
E vorrei davvero tanto che mi facesse schifo, vorrei poggiare le mani sul suo petto e spingerlo via, prenderlo a pugni e urlargli contro. Ma non riesco. Le sue labbra sono dolci e arrabbiate sulle mie, decise e disperate, calde e fresche. È diverso da Marco, lui sa di casa, di abitudine, di dolcezza e quasi di normalità. Paolo, invece... Lui sa di novità, di attesa, di rabbia e di amore. Muove le labbra dolcemente e con decisione sulle mie, quasi fame, spinge il viso verso di me e in poche frazioni di secondo anche l'altra sua mano mi stringe il viso. Con il dito mi accarezza dolcemente la guancia, disegnando piccoli cerchi concentrici. Ho gli occhi chiusi e dovrei scansarlo, ma non posso. O forse non voglio. Sento la sua barba pizzicare sul mio mento, quasi mi graffia. Una mano continua ad accarezzare il mio viso, con delicatezza, mentre l'altra mano scende e mi stringe un fianco. Solo che poi è un attimo. E' un attimo e riconnetto la testa e mi rendo conto che io non ho bisogno che anche lui faccia queste cazzate e con non so quale forza lo spingo via, rimanendo immobile, davanti a lui, con le labbra gonfie e un milione di domande in testa, cerco di pescarne una, la più giusta e dirgliela prima che se ne vada ma Marco ci raggiunge, completamente impazzito e tira uno schiaffo in pieno viso a Paolo. I suoi amici iniziano un coretto non molto carino e io mi avvicino a lui, prendendogli una mano.
-Marco, non fare così- Gli dico cercando di rimanere calma.
-Ti ha baciata- Sottolinea lasciandomi freddamente la mano. -Per quanto sia incazzato con te, lui non si deve permettere di toccarti- Spiega, mentre Paolo si massaggia la faccia, stringe i pugni cercando di contenersi dal reagire e io mi aggrappo al braccio di Marco sentendo la testa girare molto forte.
-Vaffanculo Emma- Paolo lo bisbiglia prima di andarsene, io fatico addirittura a capirlo visto che la testa mi gira e la nausea mi stringe lo stomaco.
-Piccola ti senti bene?- Mi chiede Marco, notando che la mia stretta su di lui non era più per fermarlo o altro, ma proprio perché non mi riesco a sorreggere come vorrei.
-Sì, è solo un giramento di testa- Gli rispondo cercando di non farlo preoccupare inutilmente. -Non chiamarmi piccola se sei arrabbiato con me, non ce n'è bisogno- Lui mi zittisce e mi abbraccia. Poggio il viso sul suo petto, inspirando il suo profumo. Una volta sentivo questo profumo raramente, solo nella sua camera. Ora lo riconoscerei ovunque e ogni tanto, segretamente, spero che noce abbia il suo stesso identico profumo, la sua stessa fragilità, i suoi stessi occhi verdi, i suoi modi rassicuranti. All'inizio di tutto questo non volevo che lei avesse nulla di Marco, ora vorrei che somigliasse molto di più a Marco che a me.
-Sì sono arrabbiato, ma il tuo migliore amico ti ha appena urlato contro e baciato davanti alla scuola e sei incinta- Spiega, un po' in difficoltà. -Posso mettere da parte la mia arrabbiatura per te-
Scoppio a piangere tra le sue labbra e il giramento di testa aumenta tra i singhiozzi. Lui mi stringe, poggiando poi una mano sulla mia pancia. -Non ti agitare così- Mi dice, accarezzandomi poi i capelli. Io lo guardo sorridere, baciarmi la fronte, accarezzarmi i capelli davanti alla scuola, anche se ho la vista un po' appannata dalle lacrime, anche se la testa mi gira come fossi dentro ad un uragano. Mi accarezza i capelli.
-Mi stai accarezzando i capelli- Gli faccio notare, piangendo non più per lo stress e la confusione, ma più per la felicità.
-Sì, scusami, ti dà fastidio?- Chiede, togliendo le mani. Scuoto la testa per fare no, però non pensavo di essere così speciale. Lui si tocca sempre i capelli, arruffa sempre i capelli delle sue sorelline, perfino sua madre quando lo vede glieli arruffa sempre, è l'unico segno d'affetto che le ho sempre visto dare a Marco. Insomma, per quanto la nostra relazione sia un casino, lui mi reputa tanto importante da accarezzarmi i capelli.
-Tu lo sapevi?- Gli chiedo stringedogli una mano. -Intendo che a Paolo piacevo...Cioè piaccio- Aggiungo, cercando di assimilare la cosa, con davvero pochi risultati. -Insomma me lo dicevano tutti, ma io pensavo facessero solo battute-
-Bè gli sei piaciuta appena abbiamo messo piede nella tua classe. Me lo ripeteva di continuo e visto che io ero presissimo da Rebecca gli dicevo di buttarsi con te- Mi racconta mentre entriamo a scuola. E per due secondi, raggelo al pensiero che qualche professore possa aver visto Marco e vada per questo nei casini. E' vero che tecnicamente non è ancora suonata la campanella, ma eravamo comunque davanti alla scuola. -Mi ha detto che non gli interessavi più così tanto, poi abbiamo smesso di parlare...Non so com'è andata poi per lui- Continua sospirando. -Pensavo avesse avuto solo una cotta-
-Marco mi dispiace di non averti raccontato di aver visto Miriam- Sbotto, guardando a terra.
-Ne parliamo dopo, ora cerca di stare tranquilla--Ma proprio un pugno in faccia?- Chiede Chiara, mentre continuiamo a raccontare della scenata di Paolo di stamattina.
-Marco, in tutta onestà hai fatto benissimo. Alla fine sei il suo ragazzo, lei aspetta anche un figlio- Lo incoraggia Simone, del tutto d'accordo con la sua reazione. Sono contenta che Marco sia geloso di me, ma non riesco a mandare giù la violenza, per nessun motivo al mondo, ma non posso dirlo a Marco. Già sta mettendo da parte il discorso di Miriam, non voglio che si arrabbi per altro.
-Quindi tu picchieresti qualcuno per me?- Domanda Chiara ridendo.
-Sempre amore- Le risponde Simone, stampandole un bacio, io appoggio la testa sulla spalla di Marco, cercando di non pensare più a niente, anche se mi risulta piuttosto difficile.
-Marco non credo di sentirmi tanto bene- Ammetto, chiudendo gli occhi per cercare di scacciare il mal di stomaco.
-Che ti senti?- Chiede Chiara, ancora prima che Marco possa capire cos'ho detto.
-Non lo so- Rispondo. Marco mi accarezza la guancia.
-Giuro che se quel cretino ti ha fatta agitare ed è successo qualcosa a noce lo ammazzo- Commenta Marco, cercando di farmi sdraiare meglio. Poggio la testa sulle sue gambe e guardo il soffitto del soggiorno di Marco.
-Non devi ammazzarlo- Gli dico, sospirando. -Io sto con te, non c'è bisogno che gli fai male- Gli spiego e lui mi guarda un po' stizzito. Chiara arriva con un bicchiere d'acqua e lo poggia sul sottobicchiere di un tavolino.
-Non credo le serva dell'acqua- La sgrida Simone e lei lo fulmina con lo sguardo.
-Ma che ne sai tu scusa di gravidanza?- Le chiede un po' acida.
-Eh mamma mia non ti offendere! Emma vuoi dell'acqua?- Mi chiede lui.
-No, mi viene da vomitare- Gli rispondo, mentre Marco mi accarezza un braccio per cercare di calmarmi. Simone urla "visto!" a Chiara e lei sbuffa, senza dargli però ragione.
-Emma se continui a sentirti male ti dobbiamo portare dal medico- Dice poi Chiara piuttosto preoccupata.
-Ma penso sia solo lo stress, noce scalcia, sta bene- Commento poggiando una mano sulla pancia. Marco poggia la sua sulla mia e sorride sentendo i calci della sua bambina.
-Ma non ti fa male?- Mi chiede.
-No, male no...Dà fastidio solo se lo fa di notte, perché mi sveglio- Gli spiego, iniziando a sentirmi un pochino meglio.
-Spiegaci che ti senti- Intima poi Chiara prendendo il cellulare.
-No non cerchi i sintomi su internet- La sgrido immediatamente. -Che poi ci metti l'ansia-
-Chiama la tua ginecologa- Propone Marco, prendendo il mio cellulare dal tavolino accanto a noi. Cerco il numero della ginecologa e premo il telefono contro l'orecchio, aspettando che risponda.
-Studio della dottoressa Tartero, mi dica- Risponde subito la segretaria.
-Sono Emma Marrone, posso parlare con la dottoressa?-
-Ciao Emma, sono Vanessa- Mi saluta subito lei, ricordandosi di me, probabilmente non le capita spesso di vedere una ragazza madre. Ricambio il saluto. Non mi ha mai trattata male, non ha mai dato troppo peso alla mia condizione, anzi, si è sempre comportata in modo professionale, non mi ha mai giudicata. Riconosco però, che non passo certo inosservata. -Attendi in linea che le passo la chiamata- Mi spiega, lasciandomi di nuovo al "tu tu" del telefono, mentre la mia agitazione aumenta. -Ehi Emma!- Mi saluta la mia ginecologa. Ricambio il saluto e mi chiede subito per cosa ho chiamato.
-Oggi è stata una giornata particolarmente stressante- Premetto, per farle capire meglio i miei sintomi. -Da qualche giorno mi gira la testa, ma oggi è aumentato davvero tanto, sento le gambe pesanti e male allo stomaco- Le spiego.
-Hai anche la nausea!- Aggiunge Chiara urlando, visibilmente agitata. Io scuoto la testa, detesto che si preoccupi così tanto per me.
-Emma la cosa mi preoccupa un po', riesci a fare un salto da me domani?- Mi chiede con la voce un po' agitata e io deglutisco. Noce deve stare bene.
STAI LEGGENDO
La stella più fragile dell'universo [IN REVISIONE]
FanficEmma ha diciotto anni, una vita piuttosto normale, un migliore amico iperprotettivo e una strana relazione con Marco, il più bello della classe.