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#Feste

«Muovete quei fottuti culi!»urlo saltellando sugli spalti della palestra. Tutti gridano cose insensate, le cheerleader sgambettano la canzoncina orribile della scuola mentre la nostra squadra fa un punto, entrando in vantaggio. Andy si da una pacca sul petto per poi indicarmi, e gli sorrido di rimando. Quant'è carino quando fa così.

Gab invece ha le sopracciglia aggrottate e sembra non prestare la minima attenzione a tutto ciò che ha intorno, tranne che alla partita. Si sistema meglio i pantaloncini della tuta celeste rivelando una striscia di pancia e distolgo lo sguardo in tempo per vedere l'arbitro sbracciare dietro le panchine della squadra avversaria, i Rogers. Mi sporgo un po' più in là per tentare di capire cosa stia facendo, rischiando quasi di scivolare di sotto. Mi arreggo alla ringhiera per non cadere di nuovo, ma stavolta vado a sbattere contro una ragazza del mio stesso corso di biologia, una certa Rachel. Fa una smorfia storcendo le labbra coperte da un rossetto rosso acceso, e mi lancia un'occhiata di fuoco. «Sta' attenta, piccola spastica.»

La guardo stranita. «Che hai detto scusa?»domando, squadrando la sua eccessiva altezza sotto una cascata di capelli rossicci. Secondo me la mattina questa fa il bagno in una vasca di pomodori. Chissà se li mangia.

Alza un sopracciglio scuro. «Ho detto che sei una piccola spastica. E anche nana, aggiungerei.»

«Hey!»la fisso sbalordita. «Non è colpa mia se tu hai i muscoli allungati e io no!»ribatto. Che problema c'è se non sfioro neanche il metro e sessanta? Sembra che tutti gli altri crescano come funghi, mentre io sono così da quando ho undici anni. Eppure ho ideato una teoria: è scientificamente probabile che i piatti orripilanti di mia madre mi abbiano bloccato la crescita.

Ad un tratto sento tutti alzarsi e urlare, così esulto alzando i pugni in aria in segno di vittoria.

«Guarda che abbiamo appena perso, idiota.»dice la rossa sbuffando.

«Oh.»sussulto, abbassando lentamente la mano e fingendo di grattarmi il collo. «Ops.»

In effetti la nostra squadra è ammutolita e nei nostri spalti riecheggiano offese con un alto tasso di oscenità. Rachel mi da una pacca sulla spalla, come se la discussione appena conclusa non la avesse scalfita neanche minimamente. «Ci vediamo spastica.»

Mi volto per salutarla, ma è già sparita tra la folla che si accalca verso l'uscita, urlando e sbraitando. Decido di sedermi e aspettare che Andy e Gab abbiano finito di lavarsi, così che mi possano accompagnare a casa. Ho chiesto circa duecentocinquanta volte a mia madre di comprarmi una macchina per potermi spostare autonomamente, ma ogni volta fa finta di non sentirmi o cambia subito discorso. E giuro che sono realmente duecentocinquanta, le ho contate mentalmente.

Tiro fuori il telefono e passo il tempo giocando a sudoku fino a quando i due non escono dallo spogliatoio, la schiena ingobbita e le labbra all'ingiù. Mi ricordano un po' Gollum, anche se i ragazzi i capelli ce li hanno, e molti.

Scendo velocemente i gradoni, ma appena tocco il pavimento della palestra le suole scivolano su una pozza bagnata e cado all'indietro. Sono già quattro cadute in due giorni, dov'è il mio attestato del record mondiale di goffaggine?

Andy scoppia in una risata fragorosa, mentre Gab tenta in tutti i modi di trattenersi porgendomi una mano per aiutarmi a ritornare in piedi, rosso in viso. Il biondo si getta in terra tenendosi la pancia con le braccia. «Cristo, sto per morire.»biascica continuando a ridere. «Non mi sento più la pancia.»

Mi massaggio le natiche ormai di acciaio per tutte le botte subite dal terreno. «Era tutto pianificato per togliervi quei musi lunghi da cavallo che avevate sulla faccia.»

Gab sbuffa una risatina silenziosa. «Da quanto calcoli le tue figurette?»

Gli do un pugno sul petto che non lo smuove di un millimetro, e mi massaggio la mano dolente. «Ma che diavolo hai lì, il super scudo di Capitan America percaso?»borbotto stranita.

«No.»sorride compiaciuto. «Si chiamano muscoli, Kit Kat. Hai presente no? Quelli che si studiano a biologia, che sono attaccati alle ossa.»

Andy si solleva calmando un po' la sua risata isterica. «E dai Gab, ammettilo che lo usi come reggiseno per nascondere la tua vera identità.»

Ci giriamo entrambi a guardarlo, la fronte increspata. Fa spallucce sorridente e prende entrambi sottobraccio, io da una parte e il riccio dall'altra, e usciamo dalla palestra. In giardino e nell'atrio ci sono ancora un po' di studenti che parlano tra di loro, e noto che molti sono appostati davanti ad un foglio attaccato al muro della scuola.

«Cosa stanno leggendo?»domanda Andy.

Scuoto la testa. «Non lo so.»rispondo, per poi trascinarli davanti ad una locandina viola fissata ai mattoni con lo scotch. La scritta in rosa FESTA al centro mi fa capire subito molte cose. Sbuffo infastidita. «Già, quella baggianata di stasera.»

«Non sentivo la parola baggianata da quando avevo cinque anni e la maestra mi costrinse a pulire la sedia dai chewing-gum perché avevo vomitato in faccia ad un mio compagno di classe.»ammette il biondo passandosi una mano tra i capelli. «Però devo ammettere che è stato un fatto epico, da quel giorno venni soprannominato “sparavomito.”»

Lo guardo schifata. «Non mi interessano queste spiegazioni sul vomito.»ribatto sospirando. «Almeno qui c'è il suo indirizzo, noi non lo sapevamo.»

«Io lo sapevo.»

Osservo Gab stranita.«Perchè?»chiedo forse con un po' troppa enfasi, dato che un gruppetto di emo accanto a noi ci guarda con sospetto.

Vedo le guance del mio amico colorarsi di rosso, e per un istante mi blocco, dimenticandomi di respirare. «Ah.»deglutisco. «Ho capito.»

Rimaniamo in silenzio, sento i muscoli di Gabriel tendersi accanto a me, fino a quando non si stacca da Andy e va verso il cancello della scuola. «Mi sono dimenticato la divisa nello spogliatoio, voi andate. Ci vediamo alla festa.» dice, per poi sorriderci e incamminarsi all'interno della struttura.

Alzo le sopracciglia, sorpresa. «Si può sapere che gli prende?»borbotto guardandolo sparire dietro l'angolo. «Ultimamente si comporta in modo strano.»

Andy mi da un buffetto sulla testa. «Resta tranquilla baby, gli etero hanno sempre una particolare predisposizione per il mistero. Li rende molto più sexy.»risponde regalandomi un occhiolino.

Ridacchio. «Tu non sei normale. Però ti voglio bene lo stesso.»

«Nessuno è normale. Siamo tutti più o meno folli.»controbatte portandomi verso la sua macchina. «E adesso andiamo che hai bisogno di un fashion consultant per questa sera!»

Sbarro gli occhi, inorridita. «Ti prego, no.»

Sospira aprendo la macchina e tirandomici letteralmente dentro. «Si invece, nana da giardino.»

Lo guardo malissimo mentre si sistema meglio sul sedile del guidatore, mettendo in moto l'auto. «L'altezza è la privacy.»sbuffo incrociando le braccia al petto, fingendo un'espressione imbronciata.

Lo sento sghignazzare. «Certo, e io sono la nuova reginetta del carnevale brasiliano.»






Buon pomeriggio, che ne pensate?

Alla prossima scopriremo come andrà alla festa, preparatevi😂

Un'ultima cosa! Partecipo al concorso di wttprose, speriamo di ottenere qualcosa almeno stavolta 😄

Baci,
India❤

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