#Natura«Senti che aria fresca!»cinguetta mia madre abbassando il finestrino della Honda grigia e inspirando così forte che le foglie degli alberi tra poco le arrivano al naso. «Che inebriante e piacevole è la natura...»
«Mi sto per commuovere.»commento atona rimpicciolendomi nel sedile centrale, dove Ed e Marta mi stanno soffocando. «Anzi no.»inclino la testa. «Credo che sia il vomito.»
Ryan scuote il capo, ma non riesce a nascondere un sorriso divertito. «Mancano solo un paio di chilometri.»annuncia svoltando a destra, la macchina che sobbalza sullo sterrato. «Tenete duro.»
«Le uniche cose dure dopo questo tragitto saranno le mie chiappe.»ribatto alzando gli occhi al cielo. «Credo di avercele quadrate, a questo punto.»
Marta sbuffa un grugnito. «A me fa male da morire la schiena.»allarga le braccia per stiracchiarsi, ma prende in pieno Ed, che alza un sopracciglio. «Se mi picchi i dolori alla schiena non spariscono.»
Mi infosso ancora di più nel sedile, il colletto della felpa sopra la bocca. «Magari diventi intelligente.»borbotto.
Mi lancia un'occhiata truce. «Sta' attenta a quello che dici, scricciolo.»
«Magari diventi più intelligente di quanto sei già.»ritento stendendo le labbra in un sorriso angelico. «Era questo che intendevo, cosa hai capito.»
Marta si spiaccica di più al finestrino, la fronte aggrottata. «Sembrate cane e gatto, voi due.»
«È colpa sua!»diciamo in coro indicando l'un l'altro.
Mia madre alza le mani imitando Maria. «Buon Dio, ti prego, facci arrivare presto.»lagna disperata.
Il boscaiolo sospira e le da una pacca sulla coscia, l'espressione allegra come i bambini africani quando mangiano. «Siamo arrivati!»esulta e porta il volante dell'auto a destra, entrando in un parcheggio vuoto e contornato di alberi.
Dà uno sguardo al posto, e diviene improvvisamente perplesso. «Strano, questo dovrebbe essere il periodo di punta.»«Che strano.»assottiglio lo sguardo mentre la macchina viene spenta con uno scatto. «Le persone invece di svolgere una vita agiata e semplice nel bel mezzo del nulla preferiscono vivere nello smog e nella corruzione!»esclamo addolorata. «Che ingrati.»
Ed apre la portiera ed esce così velocemente che per poco non cade con la faccia sui sassolini. «Finalmente respiro.»arranca poggiando le mani sui gomiti. «Non ne potevo più.»
«Che c'è.»balzo sul terreno divertita. «Il tuo mitico ciuffo di titanio si è sfatto a causa dell'umidità?»
«Ragazzi prendiamo le tende e il cibo.»ci richiama Ryan aprendo il bagagliaio. «Così ci accampiamo per stanotte.»
Alzo gli occhi al cielo sperando che non mi venga un tic, e prendo la borsa con il mio sacco a pelo a motivi floreali. È stata mia madre a comprarla, io non c'entro niente.
«Dove siamo esattamente?»chiede Marta guardandosi intorno. «Ci sono solo alberi, qua.»
«Tanti alberi vuol dire tanto lontano.»rifletto tra me e me. «Tanto lontano vuol dire niente tortillas.»la guardo spaesata. «Niente tortillas... Vuol dire morte certa.»
Mia madre chiude la macchina e si affianca al veterinario con un'aria da giovinetta spensierata che mi ricorda quei cartoni per bambini odiosi in cui chiedono dove sia un oggetto che è sotto il loro naso ed esultano come ebeti rispondendosi da soli. «In partenza!»
«Ciuf ciuf.»borbotto annoiata. «Non siamo in una gita dell'asilo.»
«Non ti preoccupare troppo Katniss.»mi dice Marta issandosi sulle spalle uno zaino più pesante di lei. «Almeno potremo vedere un sacco di animali.»
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THE OUTLANDISH CLUB
Ficção AdolescenteStoria vincitrice del Wattpad's Got Talent nella categoria Teen fiction. Storia vincitrice del Beautiful Contest nella categoria Romanzi Rosa. «Non riesco a capire se tu sia una hippie, una strana o una pazzoide con strani gusti in fatto di stile.» ...