#Dolore
Sbatto la porta di casa con un calcio e sbuffo appena scorgo l'occhio nero e inquietante di Mister Becco.
Gli lancio uno sguardo di fuoco per poi dileguarmi furtivamente verso le scale, pregando in tutti i modi di non crollare in terra come al mio solito.Ti prego non cadere, ti prego non cadere, ti prego non...
«Katny.»
Sussulto, finendo, ovviamente, con la faccia sugli scalini.
Precisamente con il naso.
«Porca puttana!»urlo tappandomi la faccia. «Che dolore!»
«Katny!»mia madre mi si avvicina cambiando il tono di voce da depresso a pazzoide. «Oddio dove ti sei fatta male! Oddio, oddio...»
Mi contorco tra uno scalino e l'altro, non sentendo più il viso. «Chiama l'ambulanza, Cristo Santo!»
«Olay okay...»saltella in preda al panico per il salotto. «Devo solo...»
«Mamma porca troia il telefono non sta per aria! C'è una cosa grande e capiente che si chiama borsa!»mugolo sentendo gli occhi pizzicare. La mia voce si riduce ad un sussurro. «Addio mondo.»sussulto melodrammaticamente. «Morirò con la faccia da Avatar.»
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«Mi gi mangava brobrio una visidina bomeridiana all'ozbedale.»sbuffo tamponando il naso con l'ennesimo batuffolo di cotone. «Adezzo barlo bure gome un analvabeda gon zeri broblemi alle gorde vogali.»
«Ma no.»mamma poggia una mano sulla mia e si siede meglio sulla seggiolina del pronto soccorso. «Andrà tutto bene, vedrai.»
«Gerdo.»alzo gli occhi al cielo. «Non zei miga du ad avere un nazo gome guello di Roghy Balboa.»
«Nah.»fa spallucce, osservandomi. «Direi che assomigli più a Mister Becco.»
Tento di fare una smorfia, per quanto il dolore me lo permetta. «Non bodevi fare un'ozzervazione bigliore?»sibilo contrariata. «Mi hai baragonada ad un baco gon le ali.»
Stranamente non risponde, sospira, e si ingobbisce nascondendosi nella matassa di ricci.
Passa un po' di tempo prima che trovi il coraggio di parlare, ma decido di non pesarlo. «Mi dispiace.»sputa fuori, imbarazzata. «Mi dispiace tanto.»
Stringo le labbra e appoggio la nuca sul muro lercio. Sembra che la gente si pulisca le mani sulla carta da parati. «Lo zo.»
«Io... Dovevo dirtelo. Volevo. Ma...»scuote la testa muovendo freneticamente i capelli color carota. «... Non volevo farti soffrire più di quanto tu non abbia già sofferto. Vedi Katny, se è stato capace di abbandonare me.»socchiude gli occhi, lancia uno sguardo al marasma di persone nel corridoio, e lascia che una lacrima le solchi la guancia paffuta. «Sarebbe in grado di farlo anche con te.»
Deglutisco sentendo una sfilettata al setto nasale ormai spappolato. «Lo zo.»
Manda giù un singhiozzo e si passa la manica sugli occhi bagnati. «Ma io non voglio più... Non voglio che...»tira su col naso. «... Non voglio più ostacolarti e quindi hai il diritto di scegliere.»
Le lancio un'occhiata sorpresa e sbatto le palpebre per scacciare i lucciconi. «Dabbero?»
Annuisce, ricomponendosi. «Sì. Non voglio più nasconderti niente.»
Osservo un ragazzino seduto davanti a noi che si tiene la spalla con la faccia deformata dal dolore. Ma che fantastica visione.
Penso di avere la stessa espressione quando non trovo le tortillas nel soprammobile di cucina.
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THE OUTLANDISH CLUB
Teen FictionStoria vincitrice del Wattpad's Got Talent nella categoria Teen fiction. Storia vincitrice del Beautiful Contest nella categoria Romanzi Rosa. «Non riesco a capire se tu sia una hippie, una strana o una pazzoide con strani gusti in fatto di stile.» ...