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#Teen

Finisco di attaccare l'ultimo cartellone fatto da Marta con un saltello. «Ecco fatto.»annuncio ai tre ragazzi dietro di me. «Adesso basta aspettare la fine della lezione.»

Andy si sposta il ciuffo con un gesto teatrale. «Ma io sono troppo impaziente, baby.»

«Tranquilli.»ci riprende Gab, i ricci scombinati e lo sguardo acceso. «Tanto la campanella dovrebbe suonare...»

Un forte drin invade la struttura istantaneamente e la ragazza dai mille piercing alza gli occhi sull'apparecchio acustico piantato al muro. «... Adesso.»

«Bene!»alzo un pugno in aria, eccitatissima. «Adesso arriverà una folla di studenti urlanti ed entusiasti con bandiere piene di scritte adulatorie nei nostri confronti.»

Il biondo sbuffa una risata. «Speriamo portino i baci Perugina. Danno sempre ottime premonizioni.»

Le porte delle aule si aprono tutte contemporaneamente e una mandria di adolescenti puzzolenti e scalmanati si aggira per il corridoio tentando di raggiungere l'uscita il prima possibile.
Nemmeno ci fosse la lava al posto delle mattonelle.

«Nessuno ci ha degnato di uno sguardo.»conclude il moro allargando le braccia. «Prevedibile.»

L'altro assottiglia lo sguardo. «Eppure il mio sex appeal è abbastanza elevato da fare avvicinare almeno i maschioni di seconda classe.»borbotta tra sé e sé. «C'è qualcosa che non mi torna.»

«L'unica cosa che non torna qui è il fatto che hai la media più alta di tutti e tre e hai il cervello di una tartaruga celeste.»alzo gli occhi al cielo disperata.

In risposta sbatte le palpebre più volte, spaesato. «Ma le tartarughe celesti non esistono.»

Spalanco gli occhi. «Attenzione, Guinnes world record! Hai preso una battuta in soli sette secondi.»lo sfotto saltellandogli intorno e spettinandogli i capelli. «Proprio un genio!»

«Sta' zitta, Squiddy.»

Spalanco la bocca e gli do un pugno che, come sempre, non fa niente. «Mi stai paragonando ad un essere molliccio e apatico degli abissi?»

«Ragazzi.»esordisce Marta, interrompendo i nostri giochetti stupidi. «Sta arrivando qualcuno.»

Ci fermiamo tutti e ci giriamo nello stesso momento, sembrando più gufi che esseri umani.

Il personaggio strano che ci appare di fronte è una ragazza bassina con gli occhi coperti da una spessa frangetta nera e un vestiario che avrebbe fatto invidia ad una vedova ottantenne con le rughe alle dita e i denti spezzati.

«Ciao.»dice a bassa voce. Sembra stia spiegando come si svolge un rituale satanico invece di salutarci. «Siete voi gli organizzatori di questa roba?»e indica con il mento il cartellone alle nostre spalle.

Gab aggrotta leggermente le sopracciglia. «Siamo noi.»annuisce cordiale. «Hai bisogno?»

La tizia emo storge un momento la bocca e ficca le mani nelle tasche dei pantaloni di pelle. «Volevo entrare nel club. Com'è che si chiama?»

«Il club dei bizzarri.»sorrido (forse un po' troppo perché pare guardarmi malissimo) e le porgo la mano. «Sono Katniss.»

La stringe con riluttanza. «Alaska.»si presenta lei. «Ma se vi torna meglio Laska.»

Non fa in tempo a presentarsi agli altri che altre due persone appaiono dinanzi a noi.
Il primo ha le gambe lunghe, tanto lunghe, i capelli corvini tirati indietro con il gel e una giacca pitonata che lo fa assomigliare ad un coccodrillo fuor d'acqua; la seconda porta una camicia rossa attillata con un rossetto rosso acceso.

THE OUTLANDISH CLUB Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora