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  Porto la freccia vicino allo zigomo e scocco. Con un fruscio la freccia colpisce, in pieno petto, una delle guardie in cima alle mura. Le altre sentinelle si mettono sull'attenti, danno l'allarme, ignari della folla di norreni ammassati sotto di loro.
Abbasso l'arco, lasciando il posto ad un'altra guerriera, ed estraggo la mia spada. La faccio roteare prima in avanti e poi all'indietro, avanzando verso gli altri mie compagni. Alcuni uomini avvicinano delle scale a pioli al muro di cinta, iniziando a salirci sopra, coperti dagli arcieri.
Io e Ubbe siamo tra quelli che stanno salendo sulle mura.
  Colpisco al petto un nemico, affondando la punta della lama nella carne. Ubbe scaglia la sua ascia contro un altro, per poi chinarsi a recuperare l'arma. Un omone grande e grosso mi corre contro, sollevando la sua spada con fare minaccioso. Mi scanso a destra e con un calcio lo faccio finire di sotto, proprio in mezzo al cortile. Scendiamo nella piccola piazza e Ubbe si avvicina al portone di legno mentre io gli copro le spalle. Un Sassone sbuca dal nulla, cercando di colpirmi. Mi butto a terra e, restando in ginocchio, gli trapasso la pancia e la schiena con la lama. In breve, la folla di norreni entra nella città, urlando e brandendo le loro armi. Mi sposto per lasciar passare Ivar e il suo carretto, dal quale scende Hvitserk. Anche lui si unisce alla battaglia, combattendo con maestria e attenzione, liberandosi di ogni nemico davanti a se.
  Attraversiamo le strade lasciando corpi dietro ogni nostro passo. Impugno la spada con due mani e uccido un paio di uomini. Il loro sangue mi schizza addosso, ma non ci presto molta attenzione.
  Mi ritrovo con la schiena contro quella di Ubbe. <<Bel giorno per uccidere dei cristiani>> scherzo sgozzando un soldato in armatura. Il ragazzo alle mie spalle ridacchia, mi afferra per un braccio e mi fa scambiare di posto con lui. Finisco il suo avversario, conficcandogli un pugnale nella gola. <<Abbiamo compagnia>> mi avvisa. La via in cui ci troviamo si sta riempiendo di uomini, arrabbiati e vogliosi di ucciderci. Si scagliano contro di noi, ma prontamente puntiamo i piedi e pariamo ogni affondo o colpo con i nostri scudi. Tiro un calcio a uno di loro, facendolo finire in ginocchio, per poi spingerlo con un piede al suolo. Gli tiro un calcio in faccia e mi concentro sul prossimo avversario. Con questo mi ritrovo a fare più fatica, ritrovandomi infatti chiusa tra il suo corpo e il muro di una casa. Punta la lama di un coltello sulla mia gola mentre, dolorosamente, mi lascia un segno poco profondo sulla pelle. Sento il sangue colare lungo il collo e cerco di allontanarlo, tenendogli le mani il più possibile lontane da me.
  Con un colpo secco, un'ascia si conficca nel suo cranio e questo scivola a terra. Alzo lo sguardo su Ubbe, che tiene ancora il braccio sollevato. Lo ringrazio con un cenno del capo e raggiungiamo gli altri. Sono, per la maggior parte, fuori dal portone della chiesa, in attesa di poter entrare nel luogo sacro per i cristiani. Le porte si aprono e, dopo pochi secondi, le urla delle persone in preghiera, superano nettamente la voce del loro sacerdote. Con furia quasi animale, Hvitserk si scaglia contro i cristiani e con lui, molti altri norreni. Un uomo corre nella mia direzione e mi cade addosso. Lo guardo negli occhi, notando in essi solo terrore. Lo allontano da me, e con una spinta, gli faccio intendere di andarsene da li.
Ciò che vedo, è proprio ciò che volevo evitare. Il sangue di persone innocenti e disarmate scorre sul pavimento di pietra, mischiandosi alle lacrime e alla polvere.
  Mi guardo intorno, soffermandomi su Ubbe. Sta sorreggendo una monaca completamente vestita di bianco. La depone sul pavimento e alza lo sguardo su di me. Mi avvicino di corsa dicendole di scappare il più velocemente possibile e di nascondersi. Non vorrei mai che qualcuno le faccia del male. E' una donna di dio. Anche per me è in accettabile.

Ivar fa bloccare al suolo il sacerdote, gli incide una croce sulla fronte e gli fa colare in bocca dell'oro fuso, ricavato dagli oggetti sacri trovati nella chiesa. <<Adesso bacerai la tua croce>> gli dice nella sua lingua. Lega il suo cadavere ad un cavallo e lo fa trascinare fuori dall'edificio.
<<Era proprio necessario?>> chiedo allargando le braccia, riferendomi a tutto questo. I mosaici sul pavimento sono coperti di corpi e sangue. Tiro un calcio ad un candelabro che cade con un tonfo, spargendo le sue candele sul pavimento.
Ho cercato di passare sopra al sacrificio di due bambini. Ma non accetterò mai l'uccisione di tanti cristiani innocenti e disarmati.
  Mi lascio cadere al suolo, sedendomi contro la fredda roccia delle mura. Passo una pezza sulla lama della mia spada, ripulendola dal sangue appiccicoso. <<Brindo a voi fratelli miei. E alla conquista di York>> afferma ad alta voce Ivar sedendosi più dritto sul suo carretto. <<A York e ai nostri fratelli. Senza dimenticare Sigurd>> risponde Ubbe alzando il calice prima di versarne il contenuto a terra. <<Ultimamente ha la luna storta>> scherza Hvitserk facendo ridere il fratello minore, ma facendo sbuffare me. Gli lancio la pezza insanguinata, colpendolo sul volto, per poi alzarmi e andarmene anche io, avvertendo entrambi di non provare a seguirmi.

Come il sole e la luna  //Conclusa E Corretta//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora