11.

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  Sorseggio la bevanda alcolica nel mio calice mentre ascolto le avventure dei guerrieri intorno a me. <<Che c’è?>> chiedo, guardando lo zio. È appoggiato a una delle colonne portanti, il braccio destro contro il petto e il calice a forma di corno nell'altra. <<Sei molto bella con quel vestito>> si complimenta. Ho messo il vestito di mia madre: scollo profondo; maniche lunghe fino al polso dove si allargano verso il basso; una gonna lunga con un breve strascico; il corpetto di pelle nera tenuto chiuso da dei lacci di raso; tutto il vestito è di un rosso fuoco e a coprirmi dal freddo ho solo il mantello di pelliccia bianca e grigia. Ringrazio lo zio e lui distoglie lo sguardo. Spesso, negli ultimi tempi, mi ha ricordato quanto le ricordo la sua sorellina. Rivede in me lei, da quando ero bambina. Mi ha persino rivelato che, quando mi ha vista arrivare, credeva che le valchirie gli avessero riportato la sua dolce sorella.
<<Ma non lo mettere più. Ti stanno guardando in troppi>> continua facendo ridere chi ha incontro. In effetti non si sbaglia. Abbasso lo sguardo, a metà tra l'imbarazzo e l'essere lusingata. L'apertura delle porte attira la mia attenzione. Lagertha, accompagnata dal figlio, entra nella sala attirando l'attenzione di tutti. Alcuni giorni dopo la morte di mio padre l'ho raggiunta, allenandomi con lei come molti anni prima. Nonostante l'età è sempre la miglior guerriera mai esistita.
  Bjorn lascia la madre sola, girando per la sala con quelli che riconosco essere re Harald e il fratello. Vengono verso di noi e ne approfitto per allontanarmi, salutando la donna. <<Come stai?>> mi chiede stringendomi a se. <<Molto bene grazie, tu come stai?>> le domando sorridendo e prendendola a braccetto. <<Un po spaventata. Il viaggio che spetta a mio figlio sarà duro e molto lungo>> risponde accarezzandomi il viso con entrambe le mani. Posso capirla. Prima di questa sera mi ha chiesto di parlare del mediterraneo. Voleva sapere a cosa stava andando incontro il foglio e cosa doveva aspettarsi. Mentirle non avrebbe avuto senso. Le ho perciò raccontato la mia esperienza, quello che ho visto, quello che ho fatto e sentito. Forse un po' l'ho rassicurata, ma la sua parte materna è difficile da convincere.
  La lascio andare a parlare con Asloug e raggiungo Rebeka, dall'altra parte della sala. <<Guarda là>> sussurra indicando il tavolo dove siedono i figli di Ragnar. Ovviamente Ivar è con la schiava e Hvitserk ride e scherza con un’amica della precedente. Rebeka mi versa un altro po’ di questa bevanda alcolica e picchiato i bicchieri uno contro l’altro sussurrando insieme Skal e mandò giù di un fiato.
  Tra la folla riconosco il volto di alcuni nostri vecchi amici e alcuni volti nuovi. Tra coloro che hanno seguito Harald bella chioma, riconosco un volto che ho conosciuto in Norvegia. Nils Eriksen; alto, occhi blu, capelli biondi, muscoli e tatuaggi. Gli occhi di molte ragazze sono puntati su di lui. Senza accorgermene ho iniziato a sorridere.
  <<Conosco quel sorriso. Non ci pensare neanche>> mi ferma Rebeka dandomi uno schiaffo sulla spalla. <<Che c’è? Mi voglio solo divertire un po’ anche io>> rispondo lasciandole il mantello. <<No, tu vuoi solo attirare l'attenzione di Hvitserk>> mi trattiene ancora la mia amica. <<Non è nulla che io non abbia già visto Rebeka>> le ricordo, raccontandole della notte dei festeggiamenti di Ostara.
  Cammino tra la folla fino al gruppetto di ragazzi vogliosi di divertimento. Porgo la mano a Nils invitandolo a ballare e so, perché lo sento, che Hvitserk ci sta guardando. Lo porto fino al centro della sala e iniziamo a ballare a tempo di musica, unendoci ad altre coppie e gruppetti.
  <<Mi chiedevo se ti avessi rivista ancora Martha>> dichiara appoggiando le mani sui miei fianchi mentre preme il petto contro la mia schiena. Mi sposta i capelli di lato, baciandomi il collo, e osservo Hvitserk. Non l'ho mai visto così. Ha le mani strette a pugno così forte che le nocche sono diventata bianche. <<Il principe Hvitserk ha sempre avuto una cotta per te?>> sussurra il ragazzo dietro di me. <<Fai tutto questo per farlo ingelosire?>> mi chiede girandomi verso di lui. Non gli rispondo ma lui pare capire lo stesso e mi lascia andare.
So che Hvitserk segue ogni mio movimento e, appoggiandomi alla colonna lo guardo. Mi passo la lingua tra le labbra e indice con la testa la porta. Annuisco e lo seguo all'esterno.

  <<Cos'era quello?>> Chiede mentre i rumori della sala sono attutiti dalle altre porte socchiuse. <<Lei chi era?>> Gli chiedo incrociando le braccia al petto, guardandolo dal basso. Lui non risponde, forse sta cercando una risposta. Annuisco lentamente. <<Hai preso alla lettera quello che vi ha detto tua madre. Potete avere tutte le donne che volete>> gli ricordo dandogli le spalle e rientrando per prendere il mio mantello e lasciare la festa per tornare a casa.
  Hvitserk mi segue fino a casa. <<Dovresti tornare alla festa. Parti tra poco e c'è qualcuno che ti aspetta>> dichiaro slacciando la spilla e sfilandomi il mantello. Senza neanche darmi il tempo di chiudere la porta dietro di lui mi bacia. Mi attira a se lasciando cadere a terra il mantello di entrambi. Lo spingo contro la parete e gli sfilo la camicia dai pantaloni. Si slaccia il gilet di pelle e sfila la camicia buttandola da parte. Continuando a baciarlo lo trascino in camera mia, spingendolo sul letto. <<Sei ubriaca?>> mi chiede e scoppio a ridere. <<Un po’>>.
Inizio a slacciare il corsetto che porto intorno al busto ma lui mi ferma <<No Martha. Non voglio farlo se sei ubriaca, domani mattina non te lo ricorderai e…>> lo fermo mettendogli un dito sulle labbra. <<Non sono così tanto ubriaca>> rispondo nella speranza di convincerlo. Cede alla tentazione, portando le mani a slacciarmi l’intreccio che mi stringe il corsetto e poi il vestito. Abbassa la manica iniziando a lasciare leggeri baci sulla spalla, sulla clavicola e sul collo. Allungo le mani sui suoi fianchi, facendo poi scorrere le mani sul suo corpo caldo e, ormai, pervaso da brividi.
Mi alzo dai suoi fianchi lasciando che si spogli completamente. Sospiro lasciando scivolare il vestito lungo le braccia, fino a terra e abbasso lo sguardo.
Lui si alza e, venendomi incontro, mi prende il mento tra le dita. I nostri sguardi si incontrano come subito dopo le nostre labbra. Mi fa sdraiare sul letto, tenendo le braccia ai lati della mia testa. Con una mano inizia ad accarezzarmi la spalla; poi il seno e la pancia. Percepisco le sue dita calde tra le mie gambe prima di spingerne due dentro di me. Sussulto. Inizia a muoverle dentro e fuori, sempre più veloce e in profondità. Inizio a non capirci più niente.
  <<Hvitserk sto.. sto per…>> sussurro dopo alcuni minuti e lui sfila le dita. Mi ferma le braccia sopra la testa, tenendo entrambi i polsi con una mano, e lascia una scia con la punta della lingua e le labbra per tutti il mio corpo. Con la mano libera mi divarica le gambe e si avvicina con il viso al mio inguine. Inizia a leccare e succhiare mentre con l'altra mano mi stuzzica il seno, costringendomi a tapparmi la bocca.
Mi lascio andare e si alza da me, sorridendo vittorioso. Lo prendo per le spalle e inverto la posizione, abbassandomi a lasciargli baci sul corpo. Porto la mano sul suo membro già eretto e la faccio scorrere su di esso, facendolo gemere.
  Alcuni minuti e lo lascio insoddisfatto e mi sdraio accanto a lui ridacchiando.
Si sposta su di me. <<Ti voglio Martha>> mi sussurra all’orecchio e alzo i fianchi contro i suoi e, baciandomi, entra in me. Inizia a muoversi lentamente per non farmi male. Stringo le gambe intorno ai suoi fianchi e si muove di più.
Insieme iniziamo a gemere e mi tiene le mani strette ai fianchi, finché non veniamo entrambi dopo diverso tempo e parecchie spinte e sospiri.
  Appoggia la fronte alla mia mentre cerchiamo di respirare normalmente, mi accarezza il viso baciandomi dolcemente. <<Io…>> sussurriamo insieme e ridiamo. <<Vai prima tu>> dico, mentre si sdraia al mio fianco a pancia in su.
Appoggio la gamba sul suo ventre, abbracciandolo, e lo guardo tenendo la testa sollevata con un braccio. Mi accarezza la schiena con una mano, facendomi rilassare. <<Mi sono innamorato di te. Volevo dirtelo prima di partire con Bjorn>> rivela guardando il soffitto. Gli sorrido, facendogli girare il volto verso di me. <<Anche io Hvitserk. Anche io ti amo>>.

Come il sole e la luna  //Conclusa E Corretta//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora