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   Il viaggio di ritorno è stato lungo e silenzioso. Nonostante tutto mi sentivo rilassata, non mi capitava di stare così bene da molto tempo. Per una volta, sono riuscita a riposare bene. Tutto grazie a Hvitserk. Mi erano mancate le sue braccia, sentite il suo caldo respiro sul collo e il battito del cuore vicino al mio orecchio che mi cullava dolcemente.
  Al ritorno al campo, ci hanno accolti con impazienza. Tutti con milioni di domande a cui non potevamo dare risposte altrettanto positive.
Ubbe mi aiuta a scendere da cavallo e mi guarda speranzoso, ma il sorrise gli muore sul nascere quando vede la mia espressione. Vorrei poter dire che il fratello ha accettato l'accordo per qui siamo stati mandati là, ma non è così.
Ivar è fin troppo determinato.

  <<Non hanno intenzione di fare un accordo>> dice Bjorn dopo un lungo momento di silenzio. Ubbe appoggia le mani allo schienale della mia sedia e lo stringe con forza. <<Dobbiamo combattere dunque?>> chiede Ubbe ed il fratello maggiore annuisce. <<Combatteremo per il retaggio di mio padre>> afferma il figlio di Lagertha. Appoggio le braccia al tavolo e raddrizzo la schiena. <<Noi ci abbiamo creduto. Noi abbiamo compreso che un semplice agricoltore dalla Norvegia abbia rischiato la vita per esplorare il mondo, affinchè il popolo potesse prosperare>> continua parlando con enfasi e guardando tutti i presenti. Bjorn ha ragione. Questo era Ragnar, era il suo sogno, e noi dovremmo fare lo stesso.
  <<Se Ivar vince, il sogno di Ragnar svanirà>> quasi non mi rendo conto di averlo detto ad alta voce, ma lo capisco quando gli occhi sono tutti puntati su di me. Inizio a perdere speranza e la mia fiducia nella nostra causa vacilla.
<<Allora prepariamoci. Le scelte semplici hanno i loro vantaggi no?>> chiede Ubbe, appoggiando una mano sulla mia spalla e una su quella di Torvi, seduta accanto a me. <<Non conosciamo i piani di Ivar. Non possiamo lasciare Kattegat senza difese>> Lagertha dice la sua, facendoci annuire. <<Dovremmo mandare un numero consistente di guerrieri alla città>> continua senza però tener conto dell'elevato numero di franchi uniti all'esercito di re Harald.

  <<Gli dei hanno già deciso l'esito di questa battaglia>> si intromette Halfdan, zittendo tutti. Quella semplice frasi mi fa raggelare il sangue nelle vene. Come possono gli Dei volere questa guerra? Appoggio la mano sulla pancia e sospiro. Gli Dei hanno voluto che io avessi questo bambino, ma ora fanno scoppiare una guerra.

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  Passo lentamente la pietra sulla lama della spada, il suono stridente e ripetitivo riempie l'aria silenziosa della tenda. La luce fioca delle torce tremola, riflettendosi sul metallo lucido, mentre osservo attentamente controluce i risultati del mio lavoro. Ogni graffio, ogni imperfezione deve essere eliminata; in battaglia, una lama affilata può fare la differenza tra la vita e la morte.
Tra tutte le persone che incontrerò sul campo di battaglia, l'unica che non voglio vedere è Hvitserk. Il solo pensiero mi stringe il cuore in una morsa dolorosa. Ciò che gli ho detto la notte scorsa era vero: sono stanca di essere sempre separata da lui. Se gli dei volevano che stessimo insieme, perché continuano a dividerci?

  Il vento freddo s'insinua tra le pieghe della tenda, portando con sé l'eco distante dei preparativi per la guerra, un misto di voci, il clangore del metallo e il fruscio delle armature.
Ultimamente stanno succedendo davvero molte cose. Alzo lo sguardo e osservo attraverso l'apertura della tenda la nostra regina Lagertha e il vescovo cristiano discutere a bassa voce, i loro visi illuminati dalla luce del sole che filtrata attraverso le fronde degli alberi, creando ombre danzanti. Si confrontano e bevono birra insieme, i loro sguardi si incrociano spesso con una dolcezza che non passa inosservata.
Credo che tra Lagertha e il vescovo ci sia del tenero. Così come tra Torvi e Ubbe, che ridono insieme vicino al fuoco, e tra Bjorn e la principessa Snaefrid, i cui sguardi carichi di amore parlano più di mille parole.
  Sembrano tutti felici con i propri compagni e compagne, mentre io mi ritrovo a dover combattere contro l'amore della mia vita. La consapevolezza che sto aspettando un figlio da lui rende il tutto ancora più doloroso. Il pensiero di Hvitserk mi invade la mente, e il suono della pietra che scivola sulla lama diventa quasi ipnotico, un tentativo disperato di allontanare la sofferenza che mi lacera il cuore.
Fuori, la notte avanza, avvolgendo il campo in una coltre di oscurità, mentre io mi perdo nei miei pensieri, preparandomi per l'inevitabile.

Come il sole e la luna  //Conclusa E Corretta//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora