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  Appoggio i gomiti sul tavolo, guardando il messaggio sotto ai miei occhi. Stamattina, verso l'alba, una civetta mi ha svegliata. Attaccata alla zampa aveva una cordicella e il messaggio arrotolato.

I segreti verranno svelati.

Continuo a guardare quelle quattro parole con un nodo in gola. Nessuna firma ne simbolo particolare.
Potrebbe essere uno scherzo idiota di qualcuno, o una vera e propria minaccia.
Alzo la testa e mi guardo intorno, ma la vita va avanti. Apparentemente, non c'è nulla di strano.

  <<Ti cercavo. Dovresti venire>> nel sentire la chiara voce di Bjorn sussulto. Accartoccio il messaggio e tengo la mano sotto al tavolo. Lui sembra non farci molto caso e mi aiuta ad alzarmi.
<<Che succede?>> chiedo seguendolo per alcuni metri, fino alla tenda principale infilando la pallina di pergamena nella tasca.
<<Abbiamo un problema>> mi risponde entrando nel "quartier generale".
Mi mordo la lingua e prendo un grosso respiro, avvicinandomi al tavolo dei capi, restando alle spalle della regina.

  <<Erano soldati Franchi, ne sono assolutamente sicura. Avevano tante, tante navi e uomini pronti a combattere>> dice una delle sentinelle che avevano mandato sulla costa.
<<Perché Rollo dovrebbe combattere al fianco di Ivar e Hvitserk?>> chiede Ubbe, strofinandosi gli occhi.
<<Non lo so. Forse c'è anche lui, potrei andare a parlarci>> ipotizza Bjorn guardando la madre, che gli risponde che sarebbe andata con lui.
<<No, Ivar ti ucciderebbe. Andrò da solo. Magari riusciremo a negoziare un qualche tipo di accordo, magari re Harald e Rollo ragioneranno>> continua il figlio della regina, convinto dell'idea di poter avere un accordo.
Più andiamo avanti e più mi convinco del contrario.
Ricordo come fosse ieri il mio incontro con Rollo nel regno Franco.

  Ero in viaggio con mio padre. Il regno Franco era affascinante e diverso, con le sue maestose cattedrali e i mercati animati, pieni di colori e di suoni che non avevo mai sentito prima. L'aria era permeata dall'odore di pane appena sfornato e spezie esotiche, mescolati al profumo dei fiori che adornavano le strade.
Era una giornata di sole, il cielo azzurro senza nuvole, quando mio padre e io siamo stati accolti nel palazzo di Rollo. La grande sala era decorata con arazzi ricchi di scene epiche e candelabri scintillanti. Tutto sembrava così sontuoso e imponente. Ero nervosa, consapevole dell'importanza di quell'incontro.
Rollo era una leggenda. Fratello maggiore di Ragnar, lui e mio padre avevano diverse volte combattuto insieme. Quello che sapevo su di lui erano epici racconti.
Poi l'ho visto.
Rollo, il grande guerriero e duca, si ergeva imponente nella sala. La sua presenza era magnetica. Alto e robusto, con una barba folta e occhi azzurri che sembravano scrutarti nell'anima. Proprio come suo fratello.
Indossava un'armatura che scintillava alla luce delle torce, ma nonostante il suo aspetto intimidatorio, c'era un'aria di nobiltà in lui che mi colpì profondamente.
Aveva vissuto così tanto nel regno Franco da non sembrare quasi più uno di noi.

Quando si avvicinò a noi, sentii il cuore battere più forte. Mio padre mi presentò con orgoglio, e Rollo mi guardò con una curiosità che mi fece arrossire. <<Piacere di conoscerti, Martha>> disse con una voce profonda e risonante, che mi fece venire i brividi. <<Spero che il nostro regno ti stia trattando bene>>.
Annuii, cercando di mantenere la calma. <<Sì, vostra grazia. Il vostro regno è meraviglioso>> risposi, con la voce che mi tradiva leggermente. Ero solo una bimba di 12 anni dopotutto.

Durante il banchetto, ebbi l'occasione di parlare con lui. Scoprii un uomo che, nonostante il suo passato da guerriero feroce, era capace di grande gentilezza e saggezza. Mi raccontò delle sue battaglie, delle sue conquiste, ma anche dei suoi rimpianti e delle sue speranze per il futuro. Ogni parola che diceva sembrava carica di significato, e mi sentii affascinata da lui, dalla sua storia e dalla sua forza.
Quel giorno, mentre il sole tramontava oltre le colline del regno Franco, mi resi conto di aver incontrato una leggenda vivente. Il ricordo di Rollo e della nostra conversazione rimase con me, come un segno indelebile nel mio cuore. Anche ora, ripensando a quel momento, sento una profonda ammirazione per lui e per ciò che rappresentava.

Come il sole e la luna  //Conclusa E Corretta//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora