27.

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  Sento una strana sensazione, come quando giri su te stesso per un po' e appena ti fermi vedi il mondo muoversi intorno a te.
Le braccia mi formicolano sopra la testa e a toccar terra sono solo le punte dei miei piedi. Alzo la testa di scatto quando dell'acqua ghiacciata mi colpisce, svegliandomi del tutto. Sono in mezzo al bosco ed è notte fonda. Ho le braccia legate sopra la testa e sono senza vestiti. L'unica fonte di luce è prodotta dal fuoco non molto distante. Inizio a tirare i polsi ma la corda che li lega è troppo stretta intorno ad essi. La testa mi fa un male cane e in bocca ho costantemente il sapore di sangue. Non so dire quanto ho aspettato prima di vedere qualcuno, ma non appena ho visto la figura coperta dal mantello, un brivido mi ha attraversato il corpo. Ho iniziato ad agitarmi, cercando di liberarmi disperatamente. <<Finalmente sei sveglia. Sai, non ci speravo più>> Nils mi si avvicina tranquillamente. Mi prende il mento in una mano e mi guarda.
  <<Avevamo un accordo, noi due>> la sola vicinanza mi fa saltare i nervi e d'istinto gli sputo in faccia. Si passa la mano sulla guancia e sorride. Come mi aspettavo mi tira un ceffone facendomi voltare la testa di lato. <<Pensavo lo avessi capito, che con me non c'è da scherzare>> continua mentre si avvicina al fuoco. Mi passo la lingua tra le labbra e butto la testa all'indietro. <<Uccidimi se è ciò che vuoi>> sussurro mentre lui è ancora di spalle. Alzo la testa e cerco ancora di liberarmi i polsi, ma più ci provo più mi faccio del male. <<Oh, hai ragione. Dovrei farlo. Tu saresti d'intralcio e non possiamo permettere che qualcuno ci fermi. Ma non preoccuparti, ci andrò molto vicino>> afferma muovendo qualcosa in mezzo al fuoco. Corrugo le sopracciglia <<D'intralcio? A cosa?>> chiedo stringendo le mani intorno alla corda. Lo vedo alzare le spalle. <<Beh...alla conquista di Kattegat ovviamente>> risponde con nonchalance.
  Deglutisco sonoramente. È un folle se pensa di riuscirci. <<Vedi Martha, il mio signore ambisce al ruolo di re dei norreni da molto tempo. Persone come te, se non stanno dalla sua parte, vanno eliminate>> continua voltandosi. Ora in mano ha un pugnale dalla lama lunga con la punta incandescente. Avanza verso di me e mi dimeno ma non c'è molto che posso fare.
Avvicina la lama alla mia faccia e inizio a respirare velocemente. Sento il calore irradiato dal ferro rovente e un dolore acuto quando lo appoggia al mio collo scoperto. Trattengo le urla stringendo i denti con tanta forza da farmi male.
Pochi secondi dopo allontana la lama e respiro con la bocca mentre una lacrima mi riga la guancia. <<Ucciderti sarebbe un peccato. Di guerriere come te ne sono rimaste ben poche>> è così tranquillo, come se questo discorso lo avesse fatto molte volte. <<Unisciti al mio signore, unisciti a me. Vuoi vivere tutta la vita da shield-maiden? Avere una famiglia con un uomo che non sarebbe presente neanche per i suoi figli? O vuoi una vita di gloria e potere?>> mi chiede asciugandomi gli occhi.
Scuoto la testa allontanandomi dal suo tocco. <<Sei un pazzo a credere in tutto ciò Nils. Io non verrò mai con te>> rispondo e lui non sembra minimamente colpito dalle mie parole. Sembra quasi che, in un qualche modo, se lo aspettasse. <<Sapevo che lo avresti detto. Mi spiace ma non mi lasci altra scelta>> questa volta appoggia la lama ardente sulla mia pancia, ma il dolore è cosi forte e persistente che non riesco a resistere e urlo.

  La testa mi penzola in avanti, non ho neanche la forza di tenerla su. Nils ha passato tutta la notte a torturarmi, così tanto che una pozza di sangue si è allargata sotto di me.
Verso le prime luci dell'alba se ne andato, lasciandomi da sola con i miei pensieri e ancora appesa. Ha raggiunto gli altri al palazzo di re Ecbert, con l'intenzione di finire ciò che avevamo iniziato il giorno prima.
Una brezza leggera si alza, spostandomi i capelli dal viso. Un brivido mi attraversa il corpo e alzo di poco la testa.

Quando Balder, figlio prediletto di Odino è morto, non solo la gente pianse.
Ma anche il fuoco pianse. E il ferro, e tutti gli altri elementi piansero.
Le pietre piangevano. La terra pianse. Addio, viaggiatrice. Addio, mio cuore. Addio...per ora

  Sento sussurrare da Floki. Apro gli occhi e anche se vedo tutto sfocato inizio a cercarlo. <<Zio... zio...Floki>> sussurro e in lontananza sento il suono degli zoccoli di un cavallo avvicinarsi. <<Sei ancora viva. Sono piacevolmente sorpreso>> a parlare è Nils. Alzo la testa per quanto mi è possibile e si avvicina a me. Entra nel mio campo visivo. <<Quando riuscirò a liberarmi, la mia spada ti trapasserà da parte a parte e ti guarderò morire>> dichiaro tra i denti. Nils si limita a sorridere e impugna il coltello che tiene alla cintura. Appoggia la punta nella profonda ferita che mi ha inferto alla coscia provocandomi altro dolore. <<Se solo riuscirai a sopravvivere>> ridacchia e sfila la lama per poi tagliare con un gesto netto la corda. Cado a terra con un tonfo e inizio a tossire. Nils mi solleva di peso e mi fa sedere sulla groppa di un cavallo.  <<Sono tutti così in pensiero per te. Specialmente Hvitserk. Ti auguro di arrivare all'accampamento in Wessex ancora viva>> afferma gettandomi sulle spalle un mantello prima di dare una pacca al cavallo che parte al galoppo. Mi tengo stretta alle redini ma sto per perdere i sensi. I suoni mi arrivano ovattati e gli occhi mi si chiudono.

  Sento il chiacchiericcio degli uomini e qualcuno mi chiama. <<Hvitserk>> sussurro prima di scivolare dal cavallo. Grazie al cielo non finisco a terra ma lui mi prende al volo. <<Che ti è successo? È stato Nils vero?>> mi chiede e annuisco con il briciolo di forza che mi rimane. Mi prende in braccio e mi porta fino ad una tenda. Mi lascia su un pavimento di pellicce e inizia ad accarezzarmi la fronte imperlata di sudore. Gli stringo la mano nella mia. <<Hvitserk.. se dovessi..>> inizio ma lui mi interrompe. <<No Martha, niente se. Tu vivrai. Hai capito. Tu vivrai>> si affretta a rispondere ma scuoto la testa. Un gemito di dolore mi ferma e il giovane vichingo mi stringe tra le sue braccia. Mi bacia le labbra sussurrandomi che mi ama. Sorrido e accarezzandogli il viso chiudo gli occhi. <<No Martha, resta sveglia>> afferma preoccupato scrollandomi un po'. Cerco di tenere gli occhi aperti ma le forze mi stanno abbandonando. Hvitserk mi stringe ancora di più a se, ora la mia testa è appoggiata alla sua spalla. <<Ti prego, non morire>> potrei quasi giurare che sta piangendo. 

  Le ferite bruciano, ogni movimento è una nuova fitta. Riesco a malapena a tenere gli occhi aperti, ma quando lo faccio, vedo i volti preoccupati di Rebeka e delle altre donne che si affannano intorno a me. Rebeka è concentrata, il viso serio mentre prepara un impiastro con erbe e panni puliti. Le sue mani sono gentili ma ferme, lavora con la precisione di chi ha curato molte ferite. Sento la pressione delle sue dita sulle mie ferite, un dolore sordo che mi fa mordere il labbro per non gridare. A tratti, la coscienza mi sfugge, scivolo in un vuoto senza sogni. Ma ogni volta che torno in me, il dolore è lì, implacabile. Le voci intorno a me sono confuse, un brusio che va e viene come onde sulla riva. Distinguo le parole di preoccupazione, ma non riesco a capire tutto. Hvitserk è accanto a me. Lo vedo attraverso un velo di nebbia, il suo volto segnato dalla paura e dall'ansia. Le sue mani tremano leggermente quando mi sfiora il viso, come se temesse di farmi ancora più male. Mi guarda con occhi pieni di terrore, come se ogni mio respiro fosse una battaglia che potrei perdere da un momento all'altro. <<Resisti, Martha>> sento la sua voce, spezzata dall'emozione. <<Non lasciarmi>> Rebeka mi solleva la testa con delicatezza per farmi bere un infuso amaro. Il liquido scende bruciante nella gola, ma so che è necessario. Ogni sorso è una lotta per restare cosciente, per non sprofondare di nuovo nell'oscurità. Le altre donne mi tamponano le ferite, lavano via il sangue e applicano bende fresche. I loro tocchi sono gentili, ma il dolore è sempre lì, un fuoco che arde sotto la pelle. A volte, non riesco a trattenere un gemito, e vedo Hvitserk sussultare, il dolore nei suoi occhi quasi più grande del mio.

  Il tempo si allunga, si contorce in un ciclo infinito di veglia e svenimento. Ogni volta che torno in me, mi sento un po' più debole, ma anche determinata a non arrendermi. Non posso lasciare che Nils abbia l'ultima parola. Non posso abbandonare chi mi ama e mi sta curando con tanta dedizione. Rebeka mi guarda con occhi rassicuranti. <<Andrà tutto bene, Martha. Sei forte>> le sue parole sono un'ancora, qualcosa a cui aggrapparmi mentre il mondo continua a oscillare. Mi sforzo di annuire, anche se il movimento mi fa girare la testa. Stringo la mano di Hvitserk, cercando di infondergli un po' del coraggio che mi resta. E mentre il dolore non accenna a diminuire, so che non sono sola. E questo, almeno per ora, è sufficiente per continuare a lottare.



Come il sole e la luna  //Conclusa E Corretta//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora